l’Adige – 20 ottobre 2022

Sanità. «I benefit? I medici chiedono altro»

«La campagna dell’Azienda sanitaria in collaborazione con Trentino Sviluppo? Hanno sbagliato completamente il focus. Non si può pensare che i professionisti vengano attratti dalla possibilità di avere un appartamento in affitto, la baby sitter, il nido o lo skipass. I medici chiedono carichi di lavoro non eccessivi, ferie certe, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale». A parlare sono il dottor Matteo Zucco e la dottoressa Manuela Tardiola, responsabili regionali dell’area dirigenza medica della Uil Fpl Sanità. Il sindacato sposa in pieno il documento diffuso nei giorni scorsi dell’intersindacale della dirigenza medica e aggiunge alcune cose alla luce dell’incontro che c’è stato mercoledì via meet tra sindacati, assessora alla sanità Stefania Segnana e il direttore generale Antonio Ferro. «L’assessora dice che è incomprensibile la nostra posizione. Noi crediamo che sia incomprensibile che lei non comprenda. Abbiamo un contratto 2016-2018 ancora da chiudere. Come potevamo discuterne prima se eravamo in piena pandemia? Adesso ci convocano per parlare del contratto 2019-2021 ma noi non possiamo accettarlo perchè si partirebbe da una base contrattuale troppo bassa. Ci sentiamo presi in giro», dicono. I sindacalisti raccontano dell’impossibilità di colloquiare con l’assessorato. «Parla di 21 milioni di euro disponibili ma non è così. In realtà per i medici sono 7,2 milioni che divisi per tre anni e per tutti i dirigenti medici sono un aumento di 88 euro al mese. E comunque questo accordo non è stato chiuso». Ma al di là della questione economica, il sindacato contesta la mancanza di personale che verrà mai colmata -dicono -se l’Azienda non presenta un progetto di attrattività serio, che guardi cosa davvero interessa ai dirigenti medici. L’esempio cade inevitabilmente su Bolzano. «Lì -dice Zucco -offrono turni flessibili, rispetto degli orari, possibilità di fare libera professione e stipendi decisamente più alti. Il problema è che l’assessorato non è mai stato così lontano dalla realtà lavorativa». Per la Uil fp dirigenza medica sanità questo stallo nell’approvare i due contratti di lavoro sta facendo scappare anche molti professionisti in servizio. «Va detto anche che le lista d’attesa non si risolvono abbassando i minuti che ogni medico ha a disposizione per paziente. O si trova nuovo personale o si discute e si propongono ore incentivate. Inutile barare con le cifre e i numeri. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti come anche la stanchezza e la demotivazione di chi opera in corsia.
Tanti stanno andando verso il privato e a volte viene il dubbio che non sia questo il vero obiettivo finale di questa politica sanitaria».
Analoghe le considerazioni del dottor Luca Filetici, presidente di Aaroi Emac Trento (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani ed Emergenza Area Critica). «Le problematiche legate alla carenza di personale sono nazionali, non solo del Trentino. Ma in altre regioni e province questi temi sono stati presi in carico in maniera più decisa. Dal punto di vista professionale c’è grande voglia da parte di tutti di lavorare in un certo modo, ma la mancanza di riscontri rende maggiore la demoralizzazione. E questo aumenta il divario e la lontananza tra la parte apicale e chi porta avanti ogni giorno -mi si permetta -il “lavoro sporco”. I cittadini vogliono giustamente essere curati in un sistema che funziona, ma se questo trend dovesse proseguire qualità e sicurezza andranno calando. A noi manca il confronto e che eventuali obiezioni o consigli vengano presi in considerazione». Anche Filetici conferma la fuga di professionisti: «Demotivazione e scarso riconoscimento delle gravose condizioni di lavoro alle quali è sottoposto il comparto medico di riferimento (dalla costante richiesta di copertura turni per fronteggiare le carenze di organico, alla svalutazione della pratica lavorativa da parte dell’utenza) non fanno che indurre gli specialisti ad allontanarsi dalla sanità pubblica e virare al privato. Siamo dubbiosi circa le soluzioni proposte dalla Provincia e dall’Azienda Sanitaria nel merito di una riorganizzazione territoriale atta ad assicurare la necessaria continuità assistenziale negli ospedali periferici – aggiunge Filetici -. Quanto suggerito dovrebbe fronteggiare la carenza dei medici, non scontentare e peccare in attrattiva. Ci rendiamo conto delle difficoltà di ricerca del personale, alle quali si aggiunge la fuga nel privato del personale dell’Azienda che si licenzia e vi rientra in libera professione. Abbiamo presentato diverse alternative per rimediare a questa situazione perché il nostro è un lavoro di équipe, conoscere le attitudini di chi ricopre le varie specializzazioni dà sicurezza e potenzia la qualità del servizio che offriamo. A differenza di quanto avviene in Alto Adige, sembrerebbe che la Provincia non veda la sanità tra le priorità, né pare comprendere le esigenze interne di chi la garantisce».

 

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 201022