31 marzo 2021 – l’Adige

Scuola, sindacati preoccupati. bisesti: «torniamo alla normalità»

La decisione, da un punto di vista tecnico, non fa una piega: la giunta provinciale ha deliberato i criteri per la formazione delle classi del prossimo anno come in epoca pre Covid, scommettendo su un settembre senza virus. Ma così facendo gran parte delle 233 classi in più formate lo scorso anno per garantire le distanze verrebbero meno. Accorpate ad altre. Con spostamento di ragazzi e bimbi. E con relative cattedre a rischio. A lanciare l’allarme è il segretario della Uil scuola Pietro Di Fiore.

A fine febbraio una delibera firmata dall’assessore Mirko Bisesti sanciva i criteri di formazione delle classi per la scuola primaria e secondaria, che riprendono in sostanza quelli dell’epoca pre Covid con classi da 25 alunni. Introducendo una novità, sancita dal ministero, che ha previsto l’inserimento della classe di concorso di lingua italiana per i discenti di lingua straniera nei centri provinciali per l’istruzione degli adulti. Anche Trento dunque avvia la verifica della fattibilità di questo passaggio per introdurlo semmai nell’offerta formativa dal 2022/2023. «Da un punto di vista teorico— ragiona Di Fiore — capisco la logica della delibera, anche lo scorso anno si erano utilizzati parametri normali e si era poi intervenuti istituto per istituto. Quest’anno però le cose sono diverse, ci sono classi e cattedre che si sono formate e che ora non si possono smembrare». Per garantire il distanziamento infatti la Provincia aveva portato le classi da a 3.542 a 3.775, 233 in più. «Non si possono spacchettare delle classi autorizzate, chi decide quale classe sopravvive e quale va unita magari ad altre due?» si interroga Di Fiore, che sul tavolo mette altri nodi irrisolti dal dipartimento. «A dicembre sono stati deliberati due concorsi con la legge di stabilità, siamo praticamente ad aprile e non è stato fatto nulla e le graduatorie scadono al 31 agosto: cosa aspettano?».

Il dirigente del dipartimento Roberto Ceccato alza le braccia: «Il protocollo sui concorsi è rigido, servono tamponi, 4 metri per aula: per un concorso da 300 persone sono necessarie 30 aule: la settimana dopo Pasqua — rassicura — faremo il punto per capire cosa scegliere, con quali classi di concorso partire». Mentre sul fronte delle sezioni a rischio l’assessore Mirko Bisesti non fa marcia indietro: «Abbiamo detto e precisato in delibera che, compatibilmente con le risorse, valuteremo nei prossimi mesi la situazione anche in base all’andamento della curva epidemiologica». Ma se il Covid si fosse ridimensionato è chiaro che la strada è tracciata: «L’investimento extra, solo per i docenti, lo scorso anno è stato di 30 milioni. Lo avevamo detto che si trattava di un intervento straordinario. L’impatto sarà contenuto».

Il nodo delle classi è all’ordine del giorno anche del comparto infanzia dove, dalle prime stime, risulta una nuova contrazione di iscritti, dettata dal trend demografico. Saranno infatti 446 in meno i bimbi iscritti nelle materne della Provincia, una cifra che, con i gruppi da 25 previsti nell’era pre Covid, farebbe saltare 18 sezioni. Ma portandole a 24 se ne creerebbe addirittura una ex novo. Quest’anno, va ricordato, erano di 22. «Prima della pandemia con l’assessore — spiega Marcella Tomasi Uil Fpl — avevamo ragionato, alla luce di un trend calante dettato dalla demografia, di ridurre il numero di bimbi per sezione, in modo da avere una gestione più efficace, garantendo allo stesso tempo le sezioni sul territorio. Adesso ci viene detto che ci sono problemi di costo: ci sembra che la giunta usi due pesi e due misure, le materne aperte a luglio non sono un costo mentre il sistema complessivo che vale per tutto l’anno lo è?» si chiede. Un tema questo su cui il governatore Fugatti è tornato anche ieri ribadendo che, alla luce del questionario rivolto alle famiglie, «apriremo».

Scarica il pdf: ADIGE scuola ART 310321