l’Adige – 27 febbraio 2024

Scuola. Una Sovrintendenza con un ruolo più forte

L’annuncio dato dalla dottoressa Gerosa, Vicepresidente e Assessore all’Istruzione, rimette al centro del dibattito sulla Scuola i temi della tutela dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento, proprio qui – in Trentino – terra dell’Autonomia politica. E sullo sfondo il disegno di “autonomia differenziata” che si vuol portare avanti nel nostro Paese.
A tal proposito il percorso della provincializzazione della Scuola in Trentino può essere di esempio per il territorio nazionale: sia nei punti di forza sia nei punti di debolezza, questi di tutta evidenza, ad oggi dimostrati.
Nella norma di attuazione che ha provincializzato la scuola si è specificato come, nel garantire il rispetto del trattamento giuridico ed economico previsto dal Contratto nazionale, per i docenti possano essere previste prestazioni lavorative aggiuntive e un trattamento economico correlato, volti al perseguimento di obiettivi posti a livello provinciale. Obiettivi legati alla tutela delle minoranze, per una efficace organizzazione della scuola.
In verità in trent’anni di percorso, la scuola provincializzata ha assistito a maggioranze partitiche che hanno impartito obiettivi di parte. E le Comunità scolastiche sono state obbligate ad adeguare l’offerta formativa per riuscire a perseguirli.
Degli esempi? Come dimenticare quell’assessore provinciale alla Cultura che ebbe la forza e il coraggio di affermare che lo studio della storia locale era stato introdotto nella legge proprio perché strumentale al proprio disegno politico? E l’assessore che, in materia di potenziamento linguistico, fece deliberare anche precise disposizioni disciplinari e metodologiche, cancellando ogni spazio alle scelte autonome delle scuole?
A seconda delle mode, dei gusti, delle scelte politiche, i Collegi docenti e le Scuole hanno dovuto modificare programmi e piani di studio, frammentare gli orari dei ragazzi, proporre interventi didattici “a minuti”. Il tutto senza un filtro tra la politica di piazza Dante e le singole Comunità Scolastiche.
Per queste ragioni Uil Scuola, fin dal 2005 – anno della sua soppressione, ha chiesto il ripristino della figura del Sovrintendente, reintegrando il sistema delle garanzie necessarie per l’esercizio dell’Autonomia Scolastica.
Un Sovrintendente, una persona di scuola, riconosciuto per competenza, per autorevolezza, per responsabile indipendenza sia dal mondo della Politica, sia da quello dell’amministrazione.
Sovrintendente, si è detto. Ad indicare che sovrintende all’autonomia delle Scuole e tutela la libertà d’insegnamento.
Al Dirigente generale del Dipartimento un ruolo ben diverso, secondo la proposta Uil. Nominato dalla Giunta provinciale, al Dirigente il compito di far funzionare la “macchina” amministrativa: circolari, rispetto delle procedure, trasparenza amministrativa, attuazione dei deliberati del decisore politico. Un dirigente che, su mandato politico, «provvede agli studi». In buona sostanza: Uil Scuola chiese, ed era il 2019 – inizio del percorso di reintroduzione della figura, che la Sovrintendenza fosse pensata come un’authority – un “difensore civico” dell’autonomia scolastica. Un ufficio dotato di reali poteri di intervento a tutela delle autonome scelte di ogni singola Scuola.
In realtà le cose sono andate diversamente.
La passata consigliatura ha avuto il merito di aver reintrodotto la figura, compiendo però solo che un mezzo passo e forse meno. Quale autonomia dalla politica, se non si attivano trasparenti meccanismi di individuazione della persona che sarà incaricata a svolgere l’autorevole ruolo? Quale autonomia dal palazzo dell’amministrazione, se il Sovrintendente è subordinato gerarchicamente al Dirigente generale, anziché pensato come Ufficio distinto, rispetto al Dipartimento e all’Assessorato?
I cinque anni appena trascorsi ci fanno dire che la re-introduzione del Sovrintendente all’Autonomia Scolastica ad oggi si connota come l’ennesima occasione perduta. Non deve essere così.
L’annuncio della dottoressa Gerosa, peraltro in qualche modo già anticipato sui tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali, non può che essere colto come un importante passo che permetterà il rafforzamento della figura del Sovrintendente. La trasparenza nella selezione pubblica del candidato risponde ad una delle due richieste che abbiamo posto all’attenzione della politica tutta. È necessario però intervenire anche sulla legge, stralciando alcuni compiti e rimodulando ambiti e spazi di intervento autonomo.
A nostro giudizio dovrebbero essere potenziate le competenze specifiche di natura pedagogico-didattica di affiancamento e supporto gli Istituti Scolastici, su loro richiesta e nel rispetto dell’autonomia, anche attraverso consulenze e diffusione delle buone pratiche.
Al Sovrintendente dovrebbe poi essere affidato il compito istituzionale della verifica sulla equità nell’attribuzione degli organici e nell’assegnazione delle risorse finanziarie agli Istituti scolastici.
Chiediamo alla Politica di utilizzare le proprie competenze per far diventare la Scuola in Trentino modello per l’intero nostro Paese. L’Autonomia Speciale, di origine statutaria, cerchi di trasformarsi da visione ideologica a strumento utile per le persone.

Pietro Di Fiore
Segretario regionale Uil Scuola

Elina Massimo
Coordinatrice regionale Uil Scuola dell’area della Dirigenza

 

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