Corriere del Trentino, Il T – 10 febbraio 2023

Scuole d’infanzia in rivolta, la Provincia apre al dialogo«Valutiamo nuovi piani»

Trento L’appello dei sindacati sulle scuole dell’infanzia è stato recepito dalla Provincia. Tanto che ieri — dopo l’assemblea di mercoledì all’auditorium Santa Chiara e all’istituto Buonarroti con 1.500 partecipanti — è arrivata la chiamata dell’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, direttamente da piazza Dante. Una telefonata alla varie confederazioni per sottolineare l’interesse della Provincia sul tema e invitarle a un tavolo di confronto fissato per giovedì prossimo. «L’assessore si è reso conto di quanti problemi stiamo vivendo e ci fa piacere il suo invito — le parole del segretario generale della Uil Scuola, Pietro Di Fiore — avremo modo di confrontarci, perché nel Paese che vorremmo le riforme si discutono insieme».

Prima di parlare con la Provincia, però, le assemblee sindacali unitarie vanno avanti. Da oggi fino a primavera inoltrata, infatti, le maggiori sigle del settore, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil (Fpl e Scuola Rua) e Fgu-Satos, procederanno con «una calendarizzazione di incontri di zona che interesserà tutta l’area trentina», aggiunge Di Fiore.

Al centro della protesta, i cinque temi annunciati mercoledì: il «no» al disegno di legge «0-6» presentato dalla consigliera Vanessa Masè per unire gli asili nidi con le materne, la contrarietà all’apertura delle scuole a luglio «perché — dice Di Fiore — si trasformano in luoghi di servizio privato per le esigenze individuali della famiglia», il limite massimo di 20 bambini per sezione e infine i «no» sia alla mancata sostituzione dal primo giorno di assenza di tutto il personale, che all’assegnazione di un numero insufficiente di assistenti per i bimbi con bisogni speciali.

«A luglio veniamo trattati come badanti e non come maestri, così il nostro lavoro non viene rispettato — aggiunge il segretario — Se il sistema scolastico dell’infanzia funziona bene è grazie alla nostra flessibilità, e se da domani diventassimo tutti rigidi e attenti ai contratti metteremmo in difficoltà l’intera organizzazione».

Intanto si stanno valutando altre azioni di protesta: gli insegnanti saranno più rigidi nella sostituzione delle assenze, negli orari di servizio e meno disponibili al telefono. Infine si asterranno dalle attività organizzative funzionali alla scuola non riconosciute all’interno del monte ore.

Temi che verranno detti e affrontati giovedì di fronte all’assessore Bisesti — che conferma: «Apriremo al dialogo con i sindacati e abbiamo delle idee» — e al dirigente provinciale del servizio di istruzione, Livio Degasperi. «Ci confronteremo perché vogliamo ascoltare le richieste dei sindacati — le parole di quest’ultimo — L’irrigidimento degli insegnanti non fa bene al sistema, vogliamo trovare il loro benessere garantendo la qualità del servizio pubblico». E ancora: «La situazione nelle scuole dell’infanzia si è complicata con l’arrivo del Covid, quando ci sono arrivate richieste per il mese di luglio. Si è così generata una situazione di difficoltà nel sistema, risolta solo grazie alle risposte importanti del personale. I problemi ci sono e tutti insieme dobbiamo capire come risolverli».

 

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