Il T – 14 giugno 2023

Turismo invernale, il clima che cambia mette a rischio gli impianti trentini

La ripresa del turismo è tornata a trainare l’economia regionale nel 2022. Ma il comparto dell’ospitalità, in particolare quello invernale, nei prossimi anni, potrebbe subire in misura rilevante gli effetti del cambiamento climatico, che metterà a rischio l’attrattività delle mete locali dei visitatori. Di fronte a un sistema economico che poggia anche sulla stampella del movimento turistico, il report annuale della Banca d’Italia esamina il fattore di rischio a cui il minor innevamento, l’innalzamento delle temperature e i fenomeni metreologici di natura estrema espongono le province di Trento e Bolzano. La notizia è più amara per il Trentino. Qui, infatti, il cambiamento climatico peserà in modo maggiore rispetto all’Alto Adige. Il motivo centrale sta nell’orografia: in Trentino, la quota di presenze turistiche invernali ad altitudini inferiori ai 1.500 metri, più vulnerabili al cambiamento climatico, è maggiore rispetto a quella della vicina provincia.
La ricerca incentrata sugli effetti del cambiamento climatico sull’economia locale analizza due elementi. «Il rischio fisico, di distruzione del capitale fisico naturale, umano e capitale», da un lato; dall’altro, «il rischio di transizione, che potrebbe palesarsi se l’economia dovesse spostarsi verso minori emissioni climalteranti». Sulla base di queste valutazioni, sia Trento che Bolzano risultano vulnerabili. Per due ragioni: entrambe le economie sono fortemente basate sull’agricoltura e sul turismo. Due settori esposti ai risvolti del cambiamento climatico. «Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti – spiega l’economista Michele Cascarano – Ed è un tema rilevante per tutte le realtà locali. Ma interessa in modi diversi le due province. Il fatto che in Alto Adige gli impianti di risalita, e quindi la maggior parte delle presenze turistiche, si collochino a quote superiori rispetto al del Trentino, attutisce il rischio di veder vacillare il turismo invernale», aggiunge l’esperto. In provincia di Trento, il 27% delle presenze turistiche invernali vengono segnate in comuni al di sotto dei 1.500 metri appartenenti a comprensori sciistici. In provincia di Bolzano la quota è del 13%. Non solo. Guardando alla distribuzione delle altitudini massime raggiunte dagli impianti di risalita, vediamo che in Trentino i caroselli si snodano a quote più basse, attorno a un valore mediano di 2.100 metri circa.
Lo scarto notevole spiega perché, secondo la Banca d’Italia, il rischio climatico tocca più da vicino la porzione sud della regione. L’innevamento artificiale è la principale misura messa in atto per mitigare il calo della nevosità. Ma lo studio dell’istituto evidenzia come solo «la destagionalizzazione e il miglioramento della qualità dei servizi offerti» possano diventare due salvagenti per l’economia. E quindi per i servizi di alloggio e ristorazione, ma anche altri pubblici esercizi che vivono grazie al turismo. Anche in questo caso, chi parte in una posizione avvantaggiata è l’Alto Adige: con presenze mensili nei comuni a vocazione sciistica più distribuite nell’arco dell’anno e una qualità dell’offerta migliore, guardando in termini di «stelle» delle strutture ricettive.
Nel documento annuale, gli economisti di Trento e Bolzano evidenziano anche l’impatto avuto dalla tempesta Vaia, dopo il 2018, sul turismo. Per farlo, sono stati utilizzati dati satellitari che consentissero un’individuazione più precisa delle aree boschive interessate dall’evento. «I comuni più colpiti dall’evento estremo hanno registrato una riduzione del 25% delle presenze nel secondo e terzo anno successivi alla tempesta rispetto ad altri comuni della regione», conclude Cascarano.
«L’emergenza climatica – intervengono Cgil, Cisl e Uil del Trentino – impone di assumere subito delle scelte anche sul piano produttivo. Gli incentivi pubblici alle imprese dovrebbero essere orientati anche in questa direzione in modo sempre più selettivo per favorire una transizione equa, anche in termini di impatto sull’occupazione».

 

Scarica il pdf: IL T turismo ART 140623