01 novembre 2019 –  Corriere del Trentino

UN NUOVO PIANO CASA NELLA FINANZIARIA

Le condizioni del mercato dell’affitto in Italia e in Trentino sono nuovamente critiche e a livello nazionale Cgil, Cisl e Uil propongono per il 19 novembre un’iniziativa per riflettere sul tempo passato, a cinquant’anni dagli scioperi per il «diritto alla casa» e contro il caro affitti. La possibilità soprattutto per fare il punto sulla questione dell’abitare e rilanciare i temi per città più eque e sostenibili. Si ripropone il tema dell’abitare, tornato attualissimo sia a livello nazionale che locale, che va ad intrecciarsi sia col tema del possibile rilancio del comparto delle costruzioni e del risanamento delle aree urbane, che con la nuova attenzione verso l’ambiente.
Ed incrocia anche il Piano di rinascita urbana, annunciato del neogoverno giallorosso che, finanziato dallo Stato per un miliardo di euro, e poi compartecipato dalle Regioni e Province Autonome, riguarderà le città sopra i 60.000 abitanti ed avrà come obiettivo la riqualificazione di immobili pubblici e privati. Un’occasione quindi anche per il Trentino di riavviare una nuova stagione e il rilancio dell’edilizia sociale, un’azione che potrebbe essere utile a far decollare dopo tanti anni di crisi il comparto dell’edilizia residenziale, in particolare quella delle ristrutturazioni e dell’impiantistica, il risparmio energetico e, per quanto riguarda i materiali, a rilanciare il legno e il distretto trentino del legno in particolare.
Ci aspettiamo quindi che nell’imminente legge provinciale di bilancio, la giunta Fugatti, anche alla luce del bilancio sociale Itea, che ha registrato nel 2018 un forte calo dell’offerta di alloggi pubblici in affitto — solo 60 alloggi nuovi messi a disposizione e una riduzione del 22% di quelli cosiddetti «di risulta» — ponga come misura base d’investimento strutturale un nuovo Piano di edilizia sociale, utile sia per dare risposte alle duemila famiglie trentine che sono in attesa di una casa in affitto a canone sociale o moderato, che per l’economia provinciale e per il settore delle costruzioni in sofferenza da più di dieci anni.
È fra l’altro di questi giorni la notizia che riguarda il rincaro degli affitti a Trento del 2,7% nel terzo trimestre e del 4,2% nel semestre scorso, con un canone medio mensile di più di 10 euro a metro quadro, che corrisponde circa ad un affitto di 647 euro per un appartamento di 60 metri quadri.
Non mancano poi gli immobili di proprietà privata o pubblica — 17 solo quelli suscettibili di dismissione che Palazzo Thun potrebbe mettere in vendita o permutare con la Provincia o l’Università di Trento — che potrebbero rientrare in quel Piano di rinascita urbana che il governo Conte ha prioritariamente inserito e finanziato nella prossima legge di bilancio 2020, cui potrebbe guardare proprio Trento, città di ben più di 60.000 abitanti, ad alta densità abitativa, requisito richiesto per partecipare al cofinanziamento statale.
È vero che l’attenzione della giunta in questo momento è rivolta alle aree di montagna e alla permanenza dei trentini in quelle zone, ma il problema della casa in affitto, la più gran sofferenza si registra nel fondovalle — a Trento, Rovereto e nell’Alto Garda — e lì bisogna ricominciare ad investire, evitando certo il consumo di suolo, magari mettendo mano proprio a quelle proprietà, anche pubbliche, dismesse, recuperando così risorse «dormienti» in opere a favore della comunità.

Walter Alotti
Segretario provinciale della Uil

Scarica il pdf: Finanziaria ART 011119 2