Corriere del Trentino – 19 ottobre 2022

Via libera al bonus energia ma i sindacati attaccano Fugatti I 48 milioni per le famiglie gestiti dalla Provincia Alle imprese nuovi sostegni per 5 milioni nel 2022 e ‘23 Più di 17 milioni investiti nella sanità provinciale Andrea Cremonesi

TRENTO Il bonus dei 180 euro come sconto per le bollette è legge. E sarà erogato a gennaio. Non sarà per tutti — verrà fissata una soglia di reddito fissata intorno ai 50 mila euro — e, ed è forse l’unica cosa che mette d’accordo maggioranza e opposizione, costituisce una goccia nel mare (agitato) creato dal combinato disposto di una inflazione che in queste terre ha da tempo raggiunto le due cifre, erodendo il potere di acquisto, e del caro bollette per l’esplosione dei prezzi energetici. Si tratta di un segnale nella speranza che le decisioni assunte dall’Unione Europea sugli acquisti collettivi di gas possano calmierare il prezzo e di conseguenza le bollette. Ma il provvedimento, approvato con 20 sì, 7 astenuti e 4 voti contrari, oltre a prevedere un sostegno alle famiglie, che l’assessore Achille Spinelli specifica impegnerà risorse per «circa 48 milioni» e «che molto probabilmente la Giunta sottoporrà a un limite di reddito, disciplinato da alcune delibere», prevede misure di sostegno anche per le imprese: «Già all’articolo 2 erano stati stanziati fondi a favore del credito, quindi per ripristinare quello che sono i protocolli di credito di Ripresa Trentino con 5 milioni nel 2022 e 5 milioni del 2023 a titolo di interesse passivo, l’emendamento (approvato dall’aula; ndr) dispone altri 25 milioni a favore dei confidi per il piccolo credito. A questo contribuiranno gli stessi confidi per incrementare la dotazione e incrementare la disponibilità di credito, molto ridotto, ma importante per le piccole e piccolissime imprese. Non abbiamo ritenuto di procedere con interventi a fondo perduto perché in questa fase sarebbe stato troppo debole in quanto ripartito tra troppi soggetti, meglio avere credito per superare il periodo e tornare, si spera a rivedere la luce». Un potenziamento degli interventi che è stato reso possibile dall’extragettito (80 milioni) che la Provincia si è trovata a bilancio e che ha scatenato i sindacati e spinto le opposizioni a chiedere un aiuto più concreto ed equo. Prima ancora che l’aula affrontasse l’approvazione del provvedimento, i sindacati hanno «invaso» il Consiglio provinciale, esponendo cartelli contro la giunta («Presidente Fugatti non ci serve Robin Hood al contrario, gli aiuti vanno a chi ha più bisogno»): la seduta è stata temporaneamente sospesa con il presidente Walter Kaswalder che ha lasciato lo scranno per salire nella zona ospiti per ripreso i manifestanti, minacciando l’intervento dei carabinieri. «Potete restare ma solo se state seduti, queste cose non vanno bene», si è lamentato il presidente dell’assemblea.
«Fugatti ha nascosto questi numeri — è stata la denuncia de i sindacati — quando ha presentato la variazione di bilancio in commissione consiliare e alle parti sociali. Un fatto grave che offende migliaia di famiglie trentine che soffrono per il carovita. Ed è grave che neppure un euro sia destinata alle famiglie». Come invece ha fatto il governo Draghi con l’extragettito «per finanziare i decreti Aiuti e dunque dare risposte, seppure parziali, alle famiglie che soffrono. Il presidente Fugatti persevera nella logica di tenersi le mani libere per allocare le risorse come meglio crede, accontentando i desiderata dei vari gruppi di interesse. In consiglio le minoranze hanno chiesto invano che le misure fossero legate a Isee o Icef («lo ha fatto Bolzano non un’istituzione borbonica», ha tuonato Alessandro Olivi) ma l’emendamento è stato respinto. «I documenti da presentare sarebbero molti e non ci sarebbe troppo tempo», ha replicato Spinelli. L’ex presidente Ugo Rossi ha invece pestato duro sul tasto delle risorse messe a disposizione di famiglie e piccole imprese: «Nel bilancio sono stati stanziati 14.300 euro per la statistica e i sistemi informativi, 17.485 per il servizio socio sanitario, che non li vede nemmeno avendo un bilancio di 1 miliardo e 200 milioni. In una situazione del genere non sarebbe stato meglio usare queste risorse per dare un contributo più cospicuo a famiglie e imprese?». Nella manovra è stato previsto anche un anticipo di bilancio di 55 milioni sull’esercizio 2023. «Il prossimo sarà un anno negativo per le entrate, al contrario degli ultimi due — concluso Spinelli — questo anticipo è stato realizzato per non lasciare troppo povero il bilancio 2023, non è depauperamento ma serve a mantenere in funzione la macchina pubblica, i cui costi sono cresciuti come per le famiglie».

 

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