Il T – 05 marzo 2024

Ascensore sociale e borse di studio

Nell’editoriale di qualche giorno fa Marika Damaggio si focalizza giustamente sull’accesso all’istruzione superiore, universitaria, quale fattore che ancora oggi blocca l’ascensore sociale per i giovani appartenenti alle classi sociali meno abbienti. E si riferisce in particolare all’emergenza abitativa dei giovani studenti che vogliono venire a Trento a frequentare il nostro ateneo o che comunque vogliono rendersi autonomi dalla famiglia e dedicarsi allo studio. La Uil vuole porre in evidenza l’altra «gamba» del problema, quello delle borse di studio.
Si parla sempre bene della nostra Università, dei tanti neo laureati che scappano all’estero, ma poco si dice e si sa dell’ammontare finanziario stanziato e del sistema di incentivi in essere, a casa nostra, proprio per i giovani diplomati trentini meritevoli di proseguire gli studi all’università, locale e non.
I dati dell’Ufficio Statistica del Comune di Trento raccontano di un tasso di iscrizione degli studenti trentini alla locale università degli studi stabile, anzi in leggero calo – uno dei più bassi in Italia – con numeri che vanno dalle 6.578 del 2014 alle 5.790 del 2018, fino alle 5.572 matricole dell’anno accademico 2022/23.
Dato il permanere di questo tasso di crescita, anzi decrescita, per quel che riguarda gli iscritti trentini all’ateneo, dopo il taglio alla metà del decennio scorso degli incentivi del Fondo Giovani (bando 5B) e del Prestito d’onore, abbiamo avuto modo di criticare come Uil il sistema dei cosiddetti «piani d’accumulo» introdotti dalla giunta Rossi. Per la Uil quello strumento, partendo ad
inizio della carriera scolastica e rivolgendosi alle famiglie, più che allo studente interessato, lasciavano intravedere il rischio di tagliare fuori chi, comprensibilmente, non ha ancora le idee chiare sul proprio futuro e, dato lampante, le famiglie meno benestanti, costrette allora e tanto più oggi a mettere mano al portafogli per tante altre politiche pubbliche, in primis sanità e servizi sociali.
I fondi stanziati per questi piani ci sembrarono allora inoltre troppo ridimensionati rispetto alle precedenti erogazioni e rivolti, più che altro, alle famiglie con abbastanza lungimiranza e
soprattutto già con i mezzi economici e culturali per provvedere al futuro dei propri figli.
Oggi anche il Pnrr rinegoziato e rimodulato, proprio nella «mission 6» dell’inclusione e sviluppo sociale, prevede risorse sia per nuovi studentati che per la costruzione ed erogazione di borse di studio per l’accesso agli studi universitari o di alta formazione, per una più consona ed adeguata preparazione scolastica delle nuove generazioni e renda ai giovani possibile anche una futura migliore occupazione. Si potrebbe quindi anche in Trentino far fronte alla solitudine delle famiglie e degli studenti meritevoli delle scuole superiori meno abbienti, incentivando il proseguimento degli studi e consentendo la ripartenza di uno degli ascensori sociali più efficaci, quello della conoscenza, dello studio e del merito, da troppo tempo bloccato, e quindi non più utile a sviluppare e migliorare la condizione e posizione sociale dei ceti subalterni e dei ragazzi delle ragazze non abbienti, pur meritevoli.

Walter Alotti

Segretario generale Uil del Trentino

 

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