12 febbraio 2020 – Corriere del Trentino

Assistenza, il settore occupa 9 mila addetti e vale 90 milioni I sindacati: «Vengano garantiti servizi di qualità»

TRENTO Garantire le prestazioni a minori, anziani, adulti e disabili senza ridurre gli attuali livelli di qualità e competenza. Questo è quello che chiedono Cgil, Cisl e Uil dopo il via libera della Giunta provinciale al nuovo catalogo dei servizi e le linee guida per gli affidamenti degli stessi agli enti del terzo settore. «Questi due atti erano attesi da tempo – ricordano i segretari delle sigle sindacali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Marcella Tomasi – perché riguardano 9 mila addetti di cooperative e associazioni. Si parla di quasi 90 milioni all’anno di servizi assegnati da Provincia e Comunità di valle e gestiti dal terzo settore».
Le organizzazioni sindacali vogliono tenere alta l’attenzione sul fatto che i requisiti organizzativi e i livelli di professionalità stabiliti vengano rispettati. «Va verificata sul campo la bontà di questi parametri allo scopo di elevare gli attuali livelli di qualità – scrivono in un comunicato Cgil, Cisl e Uil – perché non potremmo accettare che si faccia cassa sui lavoratori o sulle persone più deboli».
In particolare, i sindacati non vogliono abbassare la guardia sulle modalità di assegnazione dei servizi tramite gara. «Per noi gli appalti devono diventare residuali – spiegano Grosselli, Bezzi e Tomasi – perché non garantiscono qualità e innovazione». Ma se la Provincia decidesse di continuare ad utilizzarli, allora, ad essere vincolante dovrebbe essere «la sola offerta tecnica, escludendo ogni tipo di ribasso». La Giunta ha invece stabilito che il 10 percento dei punti di una gara potrà essere assegnato sulla base dell’offerta economica. Una scelta che secondo i sindacati non è adeguata, perché «non regge nel sociale».
Cgil, Cisl e Uil attendono al varco la Provincia sulla prima decisione che la attende, vale a dire gli affidamenti per il servizio di assistenza domiciliare e di consegna dei pasti alle persone anziane in Trentino. Un servizio dal valore complessivo di 15 milioni di euro l’anno. «Sono appalti per lo più in proroga, in cui speriamo si garantisca l’innovazione sociale e la tutela degli operatori». Infine i sindacati invocano lo stanziamento di almeno cinque milioni di euro per coprire l’incremento dei costi dei servizi socio-assistenziali dopo gli aumenti salariali dovuti al rinnovo del contratto collettivo. «Sono passati due mesi dalla legge di stabilità. Le risorse servono subito».

Scarica il pdf: assistenza ART 120220