L’Adige – Sabato 25 Gennaio 2025
Bartolini, finito lo sciopero resta lo scontro tra sindacati
«Hanno fatto un contro picchetto» La replica: «Sacro il diritto di sciopero, ma anche quello di lavorare se si vuole»
LAVORO
Il ritorno alla normale attività nel magazzino del corriere Brt Bartolini lascia dietro di sé una polemica molto aspra all’interno della rappresentanza sindacale. Cub (Confederazione unitaria di base) e Sbm (Sindacato di base multicategoriale) hanno rilasciato ieri un durissimo comunicato contro la Uil Trasporti, accusata di aver «organizzato una sorta di picchetto anti-sciopero chiedendo all’azienda di reprimere i lavoratori organizzati nel sindacato Sol Cobas, cosa di una gravità che non può passare sotto silenzio.
Da quello che leggiamo, un centinaio di facchini è entrato in sciopero dopo che il loro sindacato aveva dichiarato lo stato di agitazione. I punti salienti dello sciopero non erano né il Tfr né i premi di produzione, bensì la stabilizzazione dei lavoratori precari (che Brt appalta alla multinazionale olandese Randstad) e la definizione rigorosa degli orari dei turni. Non si è trattato nemmeno, come in altre occasioni, di un blocco dei cancelli, ma dell’astensione dal lavoro nel magazzino di un centinaio di operai.
Quello che la Uil lamenta non è dunque che ai suoi iscritti (meno di un terzo, tra l’altro, rispetto al centinaio che stava scioperando) fosse impedito l’accesso, ma che le braccia incrociate dei colleghi avessero fatto accumulare un numero di pacchi tale da rendere impossibile l’attività del magazzino: cioè proprio l’efficacia dello sciopero. È solo attraverso la lotta che i facchini della BRT (e non solo) hanno ottenuto importanti conquiste negli ultimi anni».
La posizione della Uil Trasporti
«Da quando c’è Bartolini a Rovereto – la replica di Nicola Petrolli di Uil Trasporti – i contratti li ho sempre firmati io, e non abbiamo mai chiuso o fatto scioperi. Ma non perché siamo contro il diritto di sciopero, ci mancherebbe. È sacro. Ma io lavoro per il bene dei lavoratori che rappresento, non perché si parli di me sui giornali.
Siamo stati noi della Uil a garantire ai lavoratori il trattamento economico dovuto, dovuto ad un contratto nazionale che i Cobas non firmano, e anche qualcosina in più. Non contesto lo sciopero, come potrei? Ma contesto un picchetto o il blocco di un servizio quando dall’altra parte c’è un’azienda con la quale puoi contrattare, come è successo, almeno in questo caso, con Randstad».
I lavoratori per ora incassano l’impegno di Randstad a versare il premio di produzione (1.640 euro) e a garantire l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori impiegati da oltre un anno. Ma la frattura del fronte sindacale in vista delle future vertenze con il colosso olandese Randstad non è un buon viatico.
Scarica il pdf: ADIGE ART trasporti 250125
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