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06 Set
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Superbonus. Sindacati divisi sull’incentivo. Cgil: «Giusto ma migliorabile». Cisl: «Meglio tenerlo al 50%»

Corriere del Trentino – 05 settembre 2023

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06 Set
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Consumi. «Fondamentale adeguare gli stipendi»

l’Adige – 05 settembre 2023

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06 Set
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Mercoledì manifestazione davanti all’Apss

Corriere del Trentino, Il T – 04 settembre 2023

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06 Set
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Vetri speciali, vertice con i sindacati. Cassa integrazione a rotazione

Corriere del Trentino, Il T – 02 settembre 2023

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01 Set
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Vetri Speciali, da oggi 183 in cassa integrazione

Corriere del Trentino, Il T – 01 settembre 2023

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01 Set
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«IN DIFFICOLTÀ MIGLIAIA DI FAMIGLIE DEL CETO MEDIO»

Il T – 01 settembre 2023

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01 Set
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Progettone, contratti rinnovati aumenti del 6% da agosto

Corriere del Trentino – 01 settembre 2023

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01 Set
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«Infanzia, entro lunedì troveremo tutti i docenti. Coperto l’82% dei posti»

Corriere del Trento – 01 settembre 2023

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31 Ago
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Icef. “Da Fugatti tassa del 9% sulle famiglie con figli. Si scardina il welfare familiare trentino

Icef. “Da Fugatti tassa del 9% sulle famiglie con figli. Si scardina il welfare familiare trentino

Icef. “Da Fugatti tassa del 9% sulle famiglie con figli. Si scardina il welfare familiare trentino”
Per piazza Dante l’Assegno Unico statale va computato ai fini Icef. Scambio di lettere tra Giunta e sindacati che contestano i dati della Provincia:“Stime arbitrarie, a rischio i benefici per molte famiglie già colpite dall’inflazione”. E invocano l’indicizzazione strutturale e permanente dell’Icef.

Altro che “Prima i trentini”. Secondo i sindacati la Giunta provinciale per le famiglie con figli non solo fa meno dello Stato, ma addirittura usa l’Autonomia per risparmiare e fare cassa riducendo i sostegni del welfare familiare provinciale. E’ questa secondo Cgil Cisl Uil del Trentino la diretta conseguenza della decisione della Giunta Fugatti di computare ai fini Icef – l’indicatore che in provincia determina, per esempio, l’accesso all’Assegno Unico Familiare, all’Assegno di cura, ai canoni sostenibili Itea e i regimi tariffari per le famiglie – anche il nuovo Assegno Unico Universale con cui lo Stato, a partire dallo scorso anno, ha rivoluzionato e ampliato le misure nazionali per le famiglie con figli. Sulla questione Provincia e sindacati si sono scambiate una fitta corrispondenza. Il Presidente Fugatti ha difeso l’operato della propria Giunta dichiarando un impatto pressoché nullo della decisione sull’Assegno Unico Universale, mentre i sindacati hanno contestato le stime della Provincia, rilanciando la richiesta di indicizzare l’Icef al costo della vita per neutralizzare gli effetti dell’inflazione sulle famiglie. “Lo ha fatto lo Stato – ricordano Cgil Cisl Uil del Trentino -, l’Autonomia no. In assenza di questa misura si contribuisce ad impoverire i nuclei familiari, in primis quelli con figli, scardinando l’impianto del welfare familiare provinciale”.
A questo proposito i segretari generali delle confederazioni Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) paventano un impatto quadruplo rispetto a quello stimato dagli uffici provinciali e temono che la logica del provvedimento sia tutta finanziaria e focalizzata a risparmiare sulle provvidenze provinciali per le famiglie con figli. “Sta succedendo questo – chiariscono i sindacalisti -. Se lo Stato aumenta, mediamente, le sue provvidenze, l’Autonomia automaticamente sembra volerle ridurre con risparmi per le casse di piazza Dante a scapito delle famiglie trentine. Ancora una volta lo slogan “Prima i Trentini” e le prerogative dell’ Autonomia vanno, come si suol dire, su per il camino. Così accadrà che nelle altre regioni le famiglie riceveranno di più rispetto al passato, mentre in Trentino, che ha una storia quarantennale di sostegni integrativi, rischia di succedere, almeno complessivamente, l’esatto contrario”.
Secondo le stime del sindacato trentino, mentre lo Stato, con l’indicizzazione al costo della vita, ha allargato le maglie dell’Isee alzandole dell’8,1% sterilizzando in modo permanente gli effetti dell’inflazione del 2022, la Provincia invece, solo con la decisione di computare l’assegno unico universale, le stringe ulteriormente imponendo una sorta di tassa automatica di quasi il 9%. “Infatti – spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino – in media una famiglia con due figli percepisce 3.300 euro l’anno di assegno unico statale, che vale un incremento di 0,025 punti Icef, che corrisponde ad un 9% del valore soglia di 0,30. Dunque in questo modo molte famiglie supereranno la soglia e saranno tagliate fuori dal beneficio, mentre tutte le altre subiranno una decurtazione dell’assegno provinciale perché verranno considerate più ricche”.
A nulla sono valsi i numeri sciorinati dal presidente Fugatti sulle risorse investite in questi anni dalla Giunta per convincere i sindacati. “Non contestiamo che le risorse messe in campo siano state importanti sebbene risultino poco efficaci e non siano neppure state spese tutte. Ma non si possono sommare le pere con le mele. Le una tantum come il bonus bollette non sterilizzano l’inflazione che nonostante un rallentamento, continua a salire, e i sostegni a giovani coppie e nuovi nati non hanno nulla a che vedere con le famiglie che hanno già due, tre o più figli. E non si possono finanziare le misure per i futuri nascituri tagliando le risorse per le famiglie esistenti oggi”.
Grosselli, Bezzi e Alotti chiudono con un appello a Fugatti. “Se davvero ritiene che l’impatto della sua decisione sia irrisorio per le famiglie e quindi per le casse di Piazza Dante, sospenda il computo dell’Assegno Unico Universale per quest’anno. Dati alla mano si potrà valutare chi ha ragione senza drammi per nessuno. In primis per le famiglie trentine”.

Trento, 30 agosto 2023

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31 Ago
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FUTURO DELLE RSA IN TRENTINO? “LA CENTRALITÀ SIANO I LAVORATORI ED I LORO BISOGNI”

FUTURO DELLE RSA IN TRENTINO? “LA CENTRALITÀ SIANO I LAVORATORI ED I LORO BISOGNI”

 

La UIL FPL EE.LL. legge con particolare interesse le analisi della Presidente Chiogna e Direttore Giordani di UPIPA, sulle prospettive future delle RSA, per aumentate richieste di risorse economiche, piani strategici organizzativi, ma che vedono il personale attenzionato solo in minima parte e forse sfuggendo dal reale problema che non permette a questo settore di ritornare attrattivo come negli anni 90.
Gli ultimi 30 anni hanno cambiato il nostro modo di pensare, lavorare e sicuramente riflettere sulla qualità di vita futura. Durante la pandemia si sono sviluppati concetti rivoluzionari di lavoro per il pensiero organizzativo Trentino, un approccio più “smart” che permetta di velocizzare determinate attività, dimenticandosi di altre essenziali e continuative, ma soprattutto di chi le eroga.
All’interno delle RSA operano professionisti con una media anagrafica superiore ai 50 anni d’età, un dato preoccupante, che forse andrebbe analizzato con più attenzione anche da parte della politica, per garantire stanziamenti di risorse in prospettiva, favorendo l’applicazione di strumenti di “flessibilizzazione lavorativa in uscita” che ad oggi esistono già in via sperimentale nel CCPL delle Autonomie Locali, come “staffetta generazionale”.
Per concretizzare quanto formulato nel 2018 a livello contrattuale, è necessario che la Provincia stanzi coperture finanziare imponenti permettendo agli enti di accogliere le richieste del proprio personale, che negli ultimi anni della carriera lavorativa si vedrebbe incentivato nel trasformare il proprio rapporto da orario intero a part time, con copertura piena dei contributi come se lavorasse a tempo pieno.
Un’uscita anticipata di personale socio sanitario “anziano” deve essere compensato con quello “giovane”, sembrerebbe logico, ma se non si lavora in prospettiva sul settore, attraverso una campagna ragionata d’incentivazione dei poli formativi, come avveniva negli anni 90 da parte dell’Assessorato alla Salute, la sfida non sarà mai vinta.
Da non dimenticare che accanto all’attività catalizzata nell’ultimo periodo sui rinnovi economici contrattuali, da sempre poniamo sui tavoli la questione dei ricambi generazionali come strumento garante di flessibilità in uscita per i professionisti delle RSA che ad oggi si trovano ad assistere coetanei istituzionalizzati con gravi problematiche psico/fisiche, accusando un carico di stress lavorativo fuori controllo.
Noi della UIL FPL EE.LL., da anni chiediamo l’insediamento di un tavolo di lavoro sulle RSA che analizzi le principali criticità ad esse collegate, ponendo particolare attenzione al necessario ricambio generazionale del personale.
La vita si allunga per tutti, ma pensare che chi opera in assistenza rimanga un “eroe diversamente te giovane” anche a 60 anni, da poter spremere fino all’osso, in attesa che la politica prenda una decisione per opportune soluzioni, sembra quasi come mettere la testa sotto la sabbia, sperando che il maremoto passi.

Segretario Provinciale UIL FPL EE.LL. Andrea Bassetti

Scarica il pdf: Comunicato UIL FPL EE.LL. – FUTURO DELLE RSA IN TRENTINO_ LA CENTRALITA’ SIANO I LAVORATORI ED I LORO BISOGNI” 29.082023

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