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19 Giu
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Bene la sperimentazione del patto fra proprietari ed inquilini di “LocAzione”. Ci si augura abbia miglior fortuna del “Fondo di Garanzia per gli affitti” voluto fortemente dal sindacato e naufragato 10 anni fa per poco interesse e impegno dell’assessorato provinciale nel suo avviamento e perfezionamento.

Bene la sperimentazione del patto fra proprietari ed inquilini di “LocAzione”. Ci si augura abbia miglior fortuna del “Fondo di Garanzia per gli affitti” voluto fortemente dal sindacato e naufragato 10 anni fa per poco interesse e impegno dell’assessorato provinciale nel suo avviamento e perfezionamento.

Dichiarazione stampa Walter Alotti Segretario UIL Trentino del 15.6. 2023

La UIL si augura che l’interessante iniziativa “LocaAzione” varata a Trento, ma che coinvolge diversi enti partner no profit, oltre che istituzionali (Comuni Trento e Rovereto, Comunità Vallagarina, Fondazione Cassa di Risparmio e Demarchi, ITAS e Cassa dio Trento), riesca a permettere l’attivazione di garanzie per i proprietari e ad assegnare alloggi agli inquilini fragili e meno, alla luce del minimo fondo economico a disposizione di soli 26.000 euro.
La necessità di un Fondo di garanzia per l’affitto sul mercato privato è ormai conclamata e potrebbe essere utile per cominciare ad aggredire quei 10.000 alloggi sfitti che neanche più le famiglie di lavoratori e lavoratrici in possesso di contratti di lavoro indeterminati, ma certo non “ricchi “, riescono ad affittare.
Nel settembre 2014 la Provincia autonoma, su proposta del consigliere provinciale Walter Viola approvata da tutta l’assemblea, istituì un Fondo di garanzia per gli affitti dei privati tramite Confidi e lo finanziò pure per il 2015 con un milione di euro.
L’operazione svanì nel giro di un anno soprattutto per l’incapacità della dirigenza provinciale di scrivere un regolamento adeguato e dalla mancanza di volontà dell’Assessorato di coinvolgere, cosa suggerita dal Sindacato, istituti assicurativi e fondazioni nella gestione finanziaria e tecnica di un siffatto istituto.
In questo caso pare che i presupposti regolamentari e partecipativi paiono esserci, visti i partner presentati. Quello che sembra mancare è una congrua base finanziaria, 26.000 euro sono veramente risibili. Certo vedremmo meglio impiegato in questa sperimentazione il recente finanziamento provinciale di incentivo all’affitto delle famiglie nelle zone spopolate, previsto per 1,5 mln di euro dall’Assessore Zanotelli le settimane scorse.
Rispetto alle altre leve utilizzabili per ridurre gli alloggi sfitti privati in Trentino, la UIL propone inoltre, guardando alla fiscalità locale (IMIS) sugli immobili, di introdurre una sovraimposta per i proprietari di immobili sfitti in zone ad alta densità abitativa, visto la poca efficacia dimostrata solo dagli sgravi IMIS a chi effettivamente li mette in locazione a canone concordato.
Ancora, non è più rinviabile la realizzazione e decollo di un nuovo piano di Housing Sociale da parte della Provincia Autonoma: lo strumento migliore per dare risposta soprattutto a quella fascia di popolazione grigia, troppo ricca per poter accedere all’edilizia sociale (Itea) o all’assegno di integrazione all’affitto e non in grado comunque di accedere ai mutui e all’acquisto dell’abitazione sul mercato privato, che la esclude addirittura dall’affitto privato.
La Uil insiste ancora per l’istituzione anche del “Fondo per la morosità incolpevole” ormai attivato in tantissimi comuni e territori italiani, visto anche il perdurare dell’infiammata inflazionistica che ha aumentato di quasi il 10% i canoni dell’affitto di casa.

Walter Alotti
Segretario Generale Uil del Trentino

Scarica il pdf: Com Stampa UIL su varo iniziativa LocAzione

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15 Giu
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Rapporto Banca d’Italia. Nonostante la crescita, nel 2022 le famiglie riducono redditi e risparmi Sindacati: l’inflazione ha colpito di più ceti medi e bassi e sostegni pubblici non selettivi hanno aumentato le diseguaglianze. Bene il focus sui cambiamenti climatici

Rapporto Banca d’Italia. Nonostante la crescita, nel 2022 le famiglie riducono redditi e risparmi Sindacati: l’inflazione ha colpito di più ceti medi e bassi e sostegni pubblici non selettivi hanno aumentato le diseguaglianze. Bene il focus sui cambiamenti climatici

L’economia trentina cresce meno, ma continua a crescere. Il 2022 si chiuderà con un aumento del Pil intorno al 4%, superiore alla media nazionale, recuperando e superando i livelli di ricchezza del 2019 (pre-pandemia). A questo risultato contribuiscono tutti i settori produttivi che vedono incrementare i fatturati sia nominali (al lordo dell’inflazione) sia reali, ed in particolare il turismo. Una dinamica che Cgil Cisl Uil giudicano positiva, commentando il quadro che emerge dal Rapporto sull’economia del Trentino Alto Adige presentato questo pomeriggio.
Meno rassicuranti i dati sui redditi delle famiglie, a cui i sindacati guardano invece con preoccupazione. In un contesto economico positivo, segnato anche dalla crescita dell’occupazione, le famiglie non hanno ricadute in termini di maggiore capacità di spesa. Al contrario i nuclei familiari hanno visto azzerare la loro capacità di risparmio. Su questa dinamica ha inciso chiaramente l’inflazione, che ha pesato e continua a pesare anche nel primo mesi di quest’anno in modo più marcato sui redditi bassi e medi.
Sul fronte delle imprese l’analisi della Banca d’Italia conferma che le aziende, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, hanno fatto fronte all’aumento dei costi energetici e delle materie prime rivedendo al rialzo i propri listini. Questo ha permesso di vedere crescere il fatturato nominale e reale in Trentino.
Meno positivo il quadro sulle famiglie. L’aumento dell’occupazione non si è tradotta in una maggiore ricchezza a causa dell’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto, anche a fronte di un reddito disponibile nominalmente più alto. Anche Banca d’Italia conferma che a soffrire di più per il caro prezzi sono stati i nuclei con redditi bassi e medi, con un differenziale che a dicembre 2022 ha toccato 6,5 punti percentuali e che a marzo di quest’anno, si attestava ancora sopra i 3 punti percentuali. “In questa situazione è evidente che la Provincia non differenziando le misure di sostegno né indicizzando all’inflazione l’assegno unico non ha sostenuto le famiglie più in difficoltà. Quindi i soldi che sono stati spesi, peraltro meno di quelli stanziati, sono stati spesi in modo inefficace”.
Altro indicatore delle difficoltà delle famiglie è stata la contrazione del risparmio, che nell’ultimo anno si è quasi azzerato per fare fronte alle spese quotidiane e all’incremento dei mutui, almeno per quanti hanno un tasso variabile.
Infine il Rapporto dedica per la prima volta un approfondimento al cambiamento climatico e all’impatto sull’economia. Dall’analisi emerge come i comparti maggiormente a rischio per il Trentino siano l’agricoltura, esposta agli effetti di siccità e disastri climatici, e il turismo, in particolare quello invernale. La transizione ecologica avrà un impatto anche nel comparto industriale, ed in particolare nei settori più emissivi. “L’emergenza climatica impone di assumere subito delle scelte anche sul piano produttivo. Gli incentivi pubblici alle imprese dovrebbero essere orientati anche in questa direzione in modo sempre più selettivo per favorire una transizione equa, anche in termini di impatto sull’occupazione.”

Trento, 13 giugno 2023

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