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02 Mag
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ITEA – La Giunta Fugatti pensi alle 1000 famiglie trentine senza casa e non alle nomine di Itea spa in funzione elettorale.

ITEA – La Giunta Fugatti pensi alle 1000 famiglie trentine senza casa e non alle nomine di Itea spa in funzione elettorale.

ITEA – La Giunta Fugatti pensi alle 1000 famiglie trentine senza casa e non alle nomine di Itea spa  in funzione elettorale.

 

Sono iniziate le manovre elettorali ed i problemi della nostra Provincia vengono subito strumentalizzati dai partiti, magari proprio di quelli che sorreggono la maggioranza della Giunta Fugatti. Vedasi il nuovo balletto avviato da FdI  e Fugatti sulla nomina di una Presidenza in ITEA.

La Spa provinciale che si occupa, anzi si dovrebbe occupare, visti gli scarsi risultati degli ultimi anni di edilizia abitativa pubblica.

A fronte di 1000 famiglie numerose trentine a basso reddito senza casa e del migliaio di alloggi ITEA vuoti, la preoccupazione dell’attuale Presidente della SpA Gerosa e del Presidente Fugatti non sembra  quella di trovare soluzioni e attivarsi per risolvere i gravi problemi di edilizia pubblica, ma piuttosto, per l’una, quella di trovare il momento giusto per dimettersi dal ricco incarico e per l’altro negoziare fuori dall’ambito istituzionale il nuovo incarico, a miserrimi fini strumentali e politici, senza alcun vantaggio per i cittadini e le famiglie in difficoltà.

Nella sola zona di Trento sono 1222,  l’11% in più dell’anno passato  le domande di contributo per l’affitto presentate, ma il dato d’aumento di richiesta risulta generalizzato su tutto il territorio e le altre Comunità di Valle.

La UIL si augura una maggior attenzione su questo versante anche   nell’annunciata, ma ancora “vuota” variante di bilancio che andrà in aula nei prossimi giorni.

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

 

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27 Apr
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Variazione di bilancio. Non si amministrano come private le risorse pubbliche Cgil, Cisl Uil oggi in Prima Commissione. “Audizione inutile. Non ci sono contenuti su cui discutere. Da Fugatti e Spinelli scelta irrispettosa del Consiglio provinciale e delle parti sociali. Pronti ad incontrare la Giunta anche il Primo Maggio”

Variazione di bilancio. Non si amministrano come private le risorse pubbliche Cgil, Cisl Uil oggi in Prima Commissione. “Audizione inutile. Non ci sono contenuti su cui discutere. Da Fugatti e Spinelli scelta irrispettosa del Consiglio provinciale e delle parti sociali. Pronti ad incontrare la Giunta anche il Primo Maggio”

Si è conclusa nel giro di pochi minuti l’audizione dei sindacati in Prima commissione sulla variazione di bilancio. C’era, infatti, ben poco di cui discutere visto che a dieci giorni dall’avvio del confronto in Aula la Giunta provinciale non ha ancora reso note le risorse della manovra né i diversi provvedimenti. In Commissione, inoltre, non era presente nessun esponente dell’Esecutivo né alcun dirigente. “Questa è un’audizione farsa”, hanno detto i segretari generali di Cgil Cisl Uil al termine del brevissimo confronto contestando il metodo adottato dalla Giunta. “Questo modo di fare è profondamente irrispettoso sia dei consiglieri provinciali sia delle parti sociali. Su cosa avremmo dovuto discutere se non ci sono stati resi noti i contenuti?”, hanno incalzato Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti puntando il dito contro un metodo di lavoro che rischia di scambiare pubblico con privato. “Le risorse che la Giunta deve decidere dove destinare con la variazione sono soldi pubblici, frutto delle tasse pagate dai lavoratori e dai pensionati. Non si può pensare di gestirle come fossero risorse private. E’ una questione di trasparenza e responsabilità”.
Cgil Cisl Uil hanno comunque inviato nei giorni scorsi un documento con le loro priorità per la manovra. Anche perché le risorse a disposizione potrebbero aggirarsi tra i 200 e i 250 milioni di euro.
“Se la scelta dell’Esecutivo non è dettata dalla volontà di tenersi le mani libere in vista delle elezioni, ricordiamo al presidente Fugatti che noi siamo disponibili ad un confronto sempre. Anche nella giornata del Primo Maggio, Festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Ci convochi per presentarci le misure che la Giunta provinciale porterà in aula e si apra un dialogo vero”.
Nel merito Cgil Cisl Uil chiedono una manovra che dia risposte alle famiglie con l’adeguamento strutturale delle misure di welfare provinciale all’inflazione. E visto che sul bonus bollette sono rimasti in cassa circa 18 milioni di euro i sindacati chiedono di destinare quelle risorse a sostegno dei nuclei più in difficoltà a pagare le bollette “con una misura equa ed efficace ancorata all’Icef”.
L’esenzione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 25mila euro, il rinnovo dei contratti pubblici, le politiche abitative con una immediata ristrutturazione dei mille alloggi vuoti di Itea e il potenziamento delle risorse del fondo affitti sono le altre priorità individuate da Cgil Cisl Uil per le famiglie.
Dunque il tema delle politiche del lavoro. I sindacati sollecitano misure per ridurre la precarietà del lavoro giovanile, per incentivare l’occupazione femminile, per favorire l’incontro tra domanda e offerta e di rafforzare prevenzione e controlli per la sicurezza sul lavoro.
Cgil Cisl Uil insistono anche su politiche industriali più selettive e indirizzate su sostenibilità e transizione ecologica ed interventi urgenti sull’efficientamento energetico del patrimonio pubblico e privato, per contrastare la siccità sbloccando risorse indispensabili per ammodernare e rendere più efficienti le infrastrutture idriche e ridurre il consumo di acqua.
Infine la sanità per cui servirebbe un piano straordinario per il potenziamento della sanità pubblica che dia risposte in termini di organici, territorialità, accesso alle cure e potenziamento dei servizi socio-sanitari e assistenziali.

Trento, 26 aprile 2023

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27 Apr
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La Uil su Dolomiti Energia: un progetto pericolosamente in attesa, con quale futuro?

La Uil su Dolomiti Energia: un progetto pericolosamente in attesa, con quale futuro?

 

Non si ha ancora la benché minima notizia di quelle che dovrebbero essere le linee strategiche che dovranno cercare di dare una svolta gestionale alla sempre più immobile DE. Neppure la campagna elettorale, già iniziata da parte di entrambi i litigiosi schieramenti, e da cui DE rimarrà desolatamente fuori, sembra sarà caratterizzata da argomenti strategici per il Trentino, ma piuttosto dalle solite battaglie ideologiche (la scorsa volta erano stati protagonisti gli stranieri che infestavano le valli, questa volta lo saranno gli orsi).

Sperare solo che piova più dello scorso anno, per poter far alzare il livello dell’acqua nelle dighe e nei torrenti trentini e aumentare la produzione di energia elettrica, sembra più la “strategia dello sciamano” che quella di politici e manager pubblici che dovrebbero interrogarsi sugli errori fatti e sulle azioni da compiere.

Il confronto con le altre aziende energetiche italiane e altoatesine è impietoso. Se il Calcio Trento è riuscito almeno a salvarsi, per DE siamo sempre  in attesa di un nuovo allenatore e di una nuova regia che la faccia uscire dal pantano.

Il margine operativo lordo rapportato al fatturato (quello che i tecnici chiamano EBITDA, indice che esprime la capacità gestionale operativa effettiva), uno dei parametri maggiormente attenzionato dagli investitori (quelli veri, non i soci sempre assetati di dividendi) trova DE ad un valore del 5,86%. Il valore è ben al di sotto del 7,53% di Alperia e lontanissimo dai valori superiori al 10% dei maggiori operatori nazionali (con ACEA al 25,4%).

Se poi confrontiamo il rapporto dei dividendi che saranno distribuiti con il valore di mercato delle azioni (per DE, non essendo ancora quotata, bisogna tenere per buono il valore di 2,35 euro per azione a cui La Finanziaria Trentina ha venduto al fondo Equitix) allora se saranno distribuiti 0,10 euro per ogni azione parliamo di un rendimento del 4,25%. Anche in questo caso DE si piazza ben al di sotto dei concorrenti italiani (A2A, Acea, Iren), la maggior parte dei quali sopra il 6%.

Sembra quasi che la strategia di DE sia quella di avere risultati scarsi, peggiori degli altri competitors sul mercato, per rendersi meno attrattiva verso possibili investitori che invece sarebbero indispensabili per poter avviare quelle politiche di rinnovo e potenziamento degli asset verso un maggior apporto da parte delle energie rinnovabili, che finora non è mai iniziato. Forse in primis gli attuali soci pubblici, sempre bisognosi di milioni di dividendi per far stare in piedi i loro bilanci comunali, non hanno ancora capito che, se non continuassero a guardare solo al breve termine, l’avere nuovi capitali apportati da nuovi soci “più capaci” e cambiando marcia nella gestione, porterebbe anche maggiori utili e dividendi nelle loro casse comunali.

In alternativa, se proprio non si vuole “rischiare” di perdere potere (e careghe) nella gestione di DE, i soci pubblici potrebbero valutare di aumentare il capitale sociale e, di conseguenza gli investimenti sul territorio, o di rivolgersi ai risparmiatori trentini che, anche per amor di patria (ora tornata di moda nel linguaggio popolare), sarebbero disposti ad investire in DE per finanziare quelli investimenti che potrebbero portare ad una diminuzione delle tariffe energetiche per famiglie e imprese. Anche se comunque passasse questa idea, rimarrebbe il problema del management, comunque da rinnovare in fretta.

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27 Apr
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«Multiutility, Dolomiti la meno redditizia»

l’Adige – 26 aprile 2023 (altro…)

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