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17 Dic
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Caro bollette, le nostre proposte per aiutare gli inquilini

Il T – 16 dicembre 2022 (altro…)

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17 Dic
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Cgil e Uil in sciopero: «Per questo Governo i poveri non esistono»

Trentino, Corriere del Trentino, Il T – 15 dicembre 2022 (altro…)

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17 Dic
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Fugatti, il piano per la macroregione «Infrastrutture, energia, autonomia» Il lancio della macroregione. L’estensione territoriale L’obiettivo da perseguire

Corriere del Trentino – 15 dicembre 2022 (altro…)

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17 Dic
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Commercio, accordo sindacale. Arrivano 350 euro a 20mila commessi

Il T – 14 dicembre 2022 (altro…)

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17 Dic
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Sciopero contro la manovra, attenzione ai possibili disagi. La giornata di oggi vede in piazza i sindacati Cgil e Uil

Trentino – 14 dicembre 2022 (altro…)

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17 Dic
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Lavoro. Investire in qualità per recuperare il gap occupazionale di donne e giovani Sindacati: problema noto, ma poche soluzioni messe in campo finora

Lavoro. Investire in qualità per recuperare il gap occupazionale di donne e giovani Sindacati: problema noto, ma poche soluzioni messe in campo finora

Trento si conferma una delle città italiane dove si vive meglio; eppure il contesto sociale e occupazionale non è favorevole alle donne. La classifica del sole24Ore conferma infatti che le donne rappresentano uno dei segmenti deboli del mercato del lavoro. “Il dato non stupisce, ma non per questo può essere trascurato o tenuto in scarsa considerazione visto che la ridotta partecipazione della popolazione femminile al mercato del lavoro non solo incide negativamente in termini di superamento delle diseguaglianze di genere, ma ha riflessi non trascurabili anche sui livelli di produttività del nostro tessuto economico – ammettono Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher -. Il tema è essere disposti ad andare oltre la diagnosi poiché il problema è noto così come sono note le strade che potrebbero favorire una maggiore occupazione femminile. Poco si è investito però per passare dalle enunciazioni di principio ai fatti”.
Per favorire l’occupazione femminile, in primo luogo secondo i sindacati, bisogna investire con maggiore convinzione e più risorse sui servizi di conciliazione. “Aumentare i servizi per la prima infanzia, renderli più flessibili e diffusi capillarmente su tutto il territorio aiuterebbe molte neo mamme a non rinunciare ad un lavoro. Per questa ragione restiamo convinti che tutte le misure a sostegno delle famiglie dovrebbero intrecciarsi con quelle che incentivano occupazione di donne e giovani. Si deve inoltre superare la logica dei bonus per puntare su misure strutturali”.
C’è poi il tema del part time involontario: molte donne subiscono contratti a tempo parziale con ricadute importanti anche sul piano delle retribuzioni.
“Il nodo vero, emerso anche dalle analisi degli stati generali del lavoro, è il tema della qualità dell’occupazione, una questione che accomuna in negativo spesso donne e giovani che trovano occupazioni precarie, pagate in modo inadeguato rispetto alle competenze possedute; tutte condizioni che spingono questi segmenti ai margini del mercato del lavoro. “Per questa ragione continuiamo a chiedere un cambio di paradigma nelle politiche di sostegno pubblico alle imprese per incentivare le realtà che offrono contratti stabili e che siano disposte, con la contrattazione di secondo livello, a migliorare la qualità del lavoro in termini di trattamento economico, ma anche di condizioni organizzative, di flessibilità, di conciliazione. Purtroppo poco si è fatto in questa direzione e le scelte della Provincia sulle misure di sostegno alle imprese vanno nella direzione opposta, senza nessun criterio selettivo. Ci si ferma, dunque, alla constatazione del problema, ma non si fanno passi avanti per costruire soluzioni”, concludono Zabbeni, Pomini e Largher.

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17 Dic
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Gdo, commercio e cooperazione. L’accordo ponte porta 350 euro una tantum. Filcams, Fisascat e Uiltucs firmano un’intesa che segna un passo avanti per i rinnovi contrattuali attesi in Trentino da circa 20mila lavoratrici e lavoratori

Gdo, commercio e cooperazione. L’accordo ponte porta 350 euro una tantum. Filcams, Fisascat e Uiltucs firmano un’intesa che segna un passo avanti per i rinnovi contrattuali attesi in Trentino da circa 20mila lavoratrici e lavoratori

 

Prime risposte per le lavoratrici e i lavoratori del macro-settore terziario, distribuzione moderna organizzata e cooperazione. Ieri a Roma Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno siglato un’intesa con Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e le Associazioni delle cooperative di consumo che fa ripartire i tavoli per i rinnovi contrattuali. Si tratta di un accordo ponte in attesa della firma dei nuovi contratti e che porta una quota una tantum di 350 euro, al quarto livello, in busta paga ed un primo incremento di 30€ della paga base.

L’importo una tantum verrà corrisposto in due soluzioni, 200 euro con la busta paga di gennaio e 150 euro con la retribuzione di marzo.
Da aprile, inoltre, scatterà – sempre per il quarto livello – l’anticipo sui futuri incrementi della paga base di 30 euro.

E’ un’intesa, spiegano le sigle sindacali nazionali che segna “un passaggio in attesa di definire la parte normativa e salariale dei Ccnl di settore, uno step propedeutico al loro rinnovo che contribuisce ad attenuare la caduta del potere di acquisto di oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici del comparto”.

Soddisfazione per il passo in avanti anche in Trentino, dove attendono il rinnovo contrattuale circa 20mila lavoratrici e lavoratori. “Questa intesa è una boccata d’ossigeno per i dipendenti che vedono le loro buste paga erose dall’aumento dei prezzi. L’auspicio è che i tavoli nazionali siano l’occasione per siglare accordi che migliorino le condizioni di lavoro di quanti operano nel settore”, commentano i segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher.
Le trattative per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali riprenderanno a gennaio. Sul tavolo, i sindacati poteranno proposte utili a migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori già previste dalle piattaforme presentate a seguito della scadenza dei Ccnl. “L’obiettivo di arrivare ad un rinnovo compiuto in tempi brevi è adesso la priorità – spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – quanto definito nell’accordo è solo un primo passo assolutamente parziale, già a gennaio i primi incontri per il negoziato”, concludono le segreterie nazionali.

 

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17 Dic
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Le Organizzazioni sindacali Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL del Trentino esprimono viva soddisfazione per la decisione assunta dall’azienda Italcementi, volta a contenere la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori causato dall’aumento dei costi dell’energia.

 Le Organizzazioni sindacali Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL del Trentino esprimono viva soddisfazione per la decisione assunta dall’azienda Italcementi, volta a contenere la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori causato dall’aumento dei costi dell’energia.

Nel merito l’azienda, su proposta delle Organizzazioni sindacali nazionali, riconoscerà a tutti i dipendenti Italcementi, unitamente alla 13° mensilità, un bonus straordinario per contrastare il caro bollette con le seguenti modalità:

  • 1000 euro per i dipendenti con retribuzione annua lorda non superiore a 35.000 euro
  • 800 euro per i dipendenti con retribuzione annua lorda superiore a 35.000 euro e fino a

    50.000

  • 500 euro per i dipendenti con retribuzione annua lorda superiore a 50.000 euro

    Lo stabilimento Italcementi di Sarche di Calavino, che solo pochi anni fa sembrava destinato alla chiusura, è stato oggetto di importanti investimenti da parte del gruppo Heidelberg Italcementi che hanno portato ad un aumento della forza lavoro impiegata. Ad oggi, nel sito produttivo, lavorano quarantaquattro operai, in larga parte assunti a tempo indeterminato.

    L’auspicio delle Organizzazioni sindacali trentine è di proseguire, a livello locale, un positivo dialogo con l’azienda mentre, a livello nazionale, si discute la piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, in un contesto economico che rimane difficile per gli alti costi di produzione legati all’aumento dei costi energetici.

    In tal senso, Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL, auspicano che l’accordo con Italcementi possa essere replicato in tutte le aziende del comparto, edili ed affini, per poter dare un sostegno ulteriore alle famiglie nel contrasto all’inflazione e alla perdita di potere d’acquisto dei salari.

    Per la Feneal Uil del Trentino-Alto Adige Südtirol Matteo Salvetti Per Filca CISL del Trentino Fabrizio Bignotti
    Per Fillea CGIL del Trentino Marco Benati

Scarica il pdf: Italcementi COM 061222

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17 Dic
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MANOVRA DI BILANCIO: ”FLAT TAX STRUMENTO CONTRARIO A TASSAZIONE EQUA E GIUSTA, DANNO A DIPENDENTI E PENSIONATI.”

Comunicato Stampa UIL del Trentino del 7 dicembre 2022

 

MANOVRA DI BILANCIO:” FLAT TAX STRUMENTO CONTRARIO A TASSAZIONE EQUA E GIUSTA, DANNO A DIPENDENTI E PENSIONATI.”

UNO DEI MOTIVI PER CUI LA UIL DEL TRENTINO MANIFESTERA’ IL 14 DICEMBRE A TRENTO DAVANTI AL COMMISSARIATO DEL GOVERNO. VOUCHER, TAGLIO CUNEO FISCALE, DETASSAZIONE REDDITI DA LAVORO, MANCATA FORTE TASSAZIONE EXTRAPROFITTI LE ALTRE MISURE CONTESTATE DALLA UIL.

“La Flat tax è uno strumento contrario ad una tassazione equa e giusta. Prevedere regimi forfettari, a vantaggio di particolari categorie, crea disuguaglianze tra le persone e carica sempre più sulle sole spalle dei dipendenti e pensionati il peso dell’Irpef. Già dalle dichiarazioni 2020 emerge che queste due categorie versano oltre il 96% dell’Irpef netta e ormai rappresentano l’89% dei cittadini che pagano l’Irpef. Un dato che per effetto della Flat tax non potrà che aumentare. L’Irpef, più che un’imposta sui redditi, è una tassa su salari e pensioni”. Ad affermarlo è il segretario della Uil del Trentino Walter Alotti. Nello studio realizzato dal Dipartimento Politiche fiscali, previdenziali e Welfare della Uil si afferma “come la differenza tra autonomi con un fatturato di 85.000 euro e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente può raggiungere, nei casi estremi, oltre  l’800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi. In pratica in questi casi un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27 mila euro di Irpef in meno ogni anno, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. Una differenza enorme che non trova giustificazione. Uno stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione. Serve una vera riforma che diminuisca il carico fiscale per i dipendenti ed i pensionati improntando il sistema ad una piena progressività e allargando la base imponibile dell’imposta sui redditi. Parallelamente si deve investire in una vera forte battaglia all’evasione fiscale, un male endemico del nostro paese, che ogni anno sottrae ai cittadini oltre 100 miliardi di euro, l’equivalente dell’importo speso per 3 leggi di bilancio”. Lo strumento della Flat tax, rileva Alotti , “è l’emblema di una sperequazione che da anni perdura nel nostro Paese e che ha lasciato i soli dipendenti e pensionati a pagare l’imposta Irpef, l’unica realmente progressiva nel nostro sistema fiscale. Secondo i dati del Mef relativi alle dichiarazioni 2020, i dipendenti hanno versato il  61,1% del totale dell’Irpef netta, mentre i pensionati hanno versato il 35,2% dell’imposta netta. In pratica, dipendenti e pensionati, che sono l’89,9% dei soggetti che pagano l’Irpef hanno versato il 96,3% dell’Irpef totale nel 2020”. Un dato emblematico “che mostra in maniera cristallina come i regimi forfettari e la Flat tax abbiano di fatto relegato l’Irpef ad essere l’imposta soltanto del lavoro dipendente e delle pensioni. Nella analisi si dimostra come l’estensione della Flat Tax a 85.000 euro determini una vera e propria ingiustizia fiscale a danno di dipendenti e pensionati”.

 

 

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino      

 

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14 Dic
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Cgil e Uil protestano per cambiare la finanziaria del governo Meloni. “Manovra iniqua che lascia indietro i più fragili e aiuta ricchi ed evasori”. Questa mattina il presidio sotto il commissariato del Governo

IL 14 DICEMBRE LA UIL TRENTINA IN PIAZZA PER UNA LEGGE DI BILANCIO PIÙ GIUSTA

Il 14 dicembre la UIL del Trentino, assieme alla Cgil provinciale, manifesterà davanti al Commissariato del Governo di Corso III Novembre contro la manovra economica nazionale, per una legge di bilancio più equa e giusta.
La UIL del Trentino, a differenza della CGIL, non ha proclamato lo sciopero ma sarà convintamente presente al presidio: decisioni diverse a fronte di una comune valutazione di inadeguatezza della manovra governativa.

Per la UIL si tratta dell’inizio di un percorso che potrebbe anche sfociare, in un secondo tempo, in azione di sciopero e di astensione dal lavoro. In questo momento però, in prossimità delle festività e visti i vincoli alle proclamazioni di sciopero nei servizi pubblici, UIL ritiene più opportuno proporre manifestazioni ed azioni di lotta meno impattanti, pur lasciando alle singole categorie la facoltà di indire autonomamente lo sciopero, come hanno legittimamente deciso di fare UILM/ UILTEC e UILCOM del Trentino, sindacati dell’industria, che hanno proclamato uno sciopero di quattro ore nel proprio settore, differentemente dalle altre nostre  categorie che comunque parteciperanno compatte alla manifestazione di fine mattinata di mercoledì 14 dicembre.

 

Per il momento, abbiamo ritenuto opportuno non ricorrere all’arma più potente del sindacato e dei lavoratori, vale a dire lo sciopero, anche per non alleggerire le tasche dei lavoratori e delle lavoratrici in un momento come questo di emergenza inflattiva, di caro energia e di carrello della spesa pesante. Riserviamo l’astensione dal lavoro ad altre occasioni , magari in condivisione di iniziative di protesta generale nazionale che potrebbero essere prese già nelle prossime settimane.

Ancora una precisazione: la UIL del Trentino e le sue categorie del pubblico impiego hanno chiesto e continuano a chiedere alla Giunta Fugatti lo stanziamento di congrue risorse per i rinnovi dei contratti pubblici 2022-‘24, ma, a  differenza di Cgil del Trentino, non hanno indetto azioni di sciopero a livello locale perché le partite sono tuttora aperte, essendo ancora impegnate nella contrattazione in diversi ambiti provinciali, dalla scuola, in particolare scuola infanzia, professionale e personale ATA, alla sanità e agli enti locali, ravvedendo concrete possibilità di accordo.

 

Una situazione complessa ed articolata quindi, in divenire, che per ora prevede per la UIL  la mobilitazione con manifestazione pubblica mercoledì 14 alle ore 11.00, con richiesta di incontro con il Commissario del Governo, proposta congiuntamente con Cgil, per portare all’attenzione del massimo rappresentante dello Stato nel territorio provinciale, le critiche e le proposte di cambiamento  dei provvedimenti nazionali  in tema di fisco, previdenza, welfare, costo della vita e politiche attive del lavoro che si ritengono dannosi e  inadeguati alle esigenze dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate, delle donne e dei giovani  del nostro Paese.

 

Walter Alotti             Segretario generale        UIL del Trentino

Cgil e Uil protestano per cambiare la finanziaria del governo Meloni. “Manovra iniqua che lascia indietro i più fragili e aiuta ricchi ed evasori”. Questa mattina il presidio sotto il commissariato del Governo

Una finanziaria che non dà risposte alle lavoratrici e ai lavoratori sul caro vita, che lascia indietro i più fragili e sostiene i più ricchi e rischia di favorire gli evasori. Sono queste alcune delle ragioni per cui la manovra del Governo Meloni va cambiata. Lo hanno ribadito Cgil e Uil oggi a Trento aderendo alla mobilitazione indetta a livello nazionale e che si sta svolgendo in tutte le regioni tra il 12 e il 16 dicembre. Le categorie della Cgil e alcune categorie Uil hanno scioperato a sostegno della protesta.

I sindacati chiedono:

·         di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro;

·         di eliminare le forme di lavoro precario e di non tornare indietro sui voucher, che non garantiscono diritti e tutele

·         una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;

·         la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;

·         la rivalutazione delle pensioni;

·         risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;

·         di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

Per Cgil e Uil la legge finanziaria nazionale è sbagliata anche perché:

·         proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo;

·         trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in “contributo di solidarietà straordinario” e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 mld, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 mld;

·         taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione;

·         non da risposte ai più poveri;

 

A questo link le foto del presidio

https://photos.app.goo.gl/yWJfA1xYWkK4KJ8E7

 

 

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