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08 Nov
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Alotti: «Dolomiti Energia azzeri il cda»

Trentino, Il T – 05 novembre 2022 (altro…)

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08 Nov
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Cgil Cisl Uil: le dinamiche del mercato del lavoro, seppur complessivamente positive, sono in rallentamento da mesi. E intanto dilaga la precarietà

Cgil Cisl Uil: le dinamiche del mercato del lavoro, seppur complessivamente positive, sono in rallentamento da mesi. E intanto dilaga la precarietà

Ancora nuvole sul mercato del lavoro trentino. Dopo i segnali di rallentamento registrati tra maggio e luglio, ad agosto si registra un’inversione di tendenza causata però solo da un fenomeno del tutto particolare, l’anticipo delle attività della raccolta della frutta, che anche a causa della terribile siccità di quest’anno, è partita molto presto fin dalle prime settimane di agosto. Lo dimostrano i dati del settore primario che vede un balzo di ben 3.218 posizioni lavorative in più rispetto ai primi otto mesei del 2021, mentre negli altri settori l’andamento delle assunzioni rispetto allo scorso anno è stabile (l’industria registra 21 assunzioni in più rispetto ad agosto 2021) o in peggioramento (nel terziario le assunzioni sono in calo del 2,6%).
I dati sono contenuti nell’ultimo report di Agenzia del Lavoro sul mercato del lavoro.
I sindacati guardano con preoccupazione ai segnali di rallentamento. “La tendenza al calo si sta consolidando e con molta probabilità vedremo un ulteriore ridimensionamento delle assunzioni con i mesi di settembre e ottobre – dicono Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher -. Dopo la pausa estiva le aziende del manifatturiero hanno cominciato a fare i conti con l’aumento dei costi energetici e si stanno siglando accordi sulla cassa integrazione. Anche nel settore dei servizi c’è preoccupazione per l’impatto dei costi energetici e questa situazione di incertezza potrà avere un impatto sulle assunzioni stagionali per il turismo invernale”.
Da qui la richiesta dei sindacati di aprire subito un confronto per mitigare l’impatto del rallentamento economico sull’occupazione e quindi sui redditi delle famiglie già messe a dura prova dall’aumento del costo della vita. Anche perché continuano ad aumentare i contratti termine. “La costante crescita della precarietà è un altro fattore di grande preoccupazione. L’utilizzo dei contratti a termine, tra intermittente, somministrato e tempo determinato, continua a crescere. Nei primi otto mesi di quest’anno le assunzioni precarie hanno stabilito il record dell’87,2% di tutti i contratti attivati. A dimostrazione di questo incremento ci sono i numeri di assunzioni e cessazioni che fino ad agosto sono state rispettivamente 109 mila e 103 mila con un turn over sempre più alto. Tutto questo rischia di deprimere ulteriormente la capacità di spesa di lavoratori e lavoratrici. E’ dunque indispensabile agire subito sia sul piano delle politiche di sostegno al reddito adeguando gli strumenti di welfare provinciale all’inflazione sia agendo sull’integrazione all’assegno Naspi”.
Allo stesso tempo Cgil Cisl Uil rilanciano ancora la necessità di aprire un tavolo provinciale sul caro bollette per individuare soluzioni condivise con le parti sociali. “Ad oggi la Provincia ha messo in campo un bonus inefficace e iniquo. Quello strumento va cambiato perché non sia inutile. Vanno individuati meccanismi che sostengano chi più a bisogno e accanto alle risorse stanziate fino ad oggi vanno programmati subito nuovi interventi sia immediati sia strutturali”, concludono i sindacalisti.

  • Trento, 5 novembre 2022

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08 Nov
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Dolomiti Energia: la UIL chiede un azzeramento del Cda ed un rinnovamento totale della strategia.

Comunicato stampa UIL del Trentino del 4 novembre 2022

Dolomiti Energia: la UIL chiede un azzeramento del Cda ed un rinnovamento totale della strategia.

La situazione venutasi a creare in Dolomiti Energia, con l’avvio da parte dell’Antitrust di un’istruttoria sulle modifiche unilaterali contrattuali proposte ai propri clienti, è la classica “ultima goccia che fa travasare il vaso”. E la UIL, che già aveva chiesto nel giugno scorso le dimissioni degli amministratori e del management della società energetica a controllo pubblico, per la mancata pubblicazione della “semestrale” e dei deludenti investimenti risultanti proprio in innovazione ed energie alternative, ripropone con ancora più urgenza ai soci pubblici la necessità di intervenire con incisività, sia nelle persone scelte come amministratori, sia nel management operativo, per porre termine alla prepotenza dei soci privati che approfittano del “balbettio” dei soci pubblici.

Il sindacato chiede che i soci pubblici indichino nuovi rappresentanti nel CdA e procedano al cambio pure dell’AD e del management per una svolta che sia davvero strategica per la società. E senza andare a ripescare, come si ventila in questi giorni, fra vecchi componenti di consigli di amministrazione passati o dirigenti e manager che per le più diverse ragioni hanno lasciato il gruppo societario in questione. E’ necessaria aria nuova, maggiori competenze, magari da pescare anche fuori provincia, da società che hanno già attraversato il deserto della modernizzazione delle società energetiche pubbliche (alcune arrivate alla quotazione in borsa) e un’indirizzo strategico sociale diverso dal perseguimento di dividendi per gli azionisti privati e pure pubblici (i bilanci dei comuni non possono dipendere dai dividendi fatti sulla pelle di imprese e famiglie trentine).

La “nuova” DE dovrebbe mirare alla costruzione di un sistema energetico più forte e diversificato, capace di smarcare una comunità autonoma come la nostra dalla dipendenza delle energie fossili e dai fornitori esterni delle nostre imprese e famiglie. Già oggi in Provincia di Trento si produce più energia di quella che si consuma, e da fonti pulite (oro bianco); è paradossale che la svendiamo ai concorrenti esterni per poi ricomprarla a caro prezzo.

Questa peculiarità va trasformata in un vantaggio competitivo forte per far avere alle nostre imprese e famiglie energia prodotta in casa a basso prezzo. Il rinnovamento deve inoltre consentire un ridimensionamento dell’indebitamento, una strategia del debito esclusivamente orientata agli investimenti migliorativi, un riposizionamento territoriale e delle alleanze con le altre Multiservizi e appunto avviare un ripensamento della politica di azione e governo di una delle aziende bandiera del nostro territorio.

Walter Alotti Segretario Generale UIL Trentino

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08 Nov
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Natalità. Le lotterie non servono a nulla, le politiche familiari sono un’altra cosa. Cgil Cisl Uil ribadiscono le proprie critiche alla dote per i giovani. “E’ una misura del tutto inefficace. Ne beneficeranno realmente forse 50 coppie all’anno, pari all’1,8% dei nuclei con un figlio appena nato”.

Natalità. Le lotterie non servono a nulla, le politiche familiari sono un’altra cosa. Cgil Cisl Uil ribadiscono le proprie critiche alla dote per i giovani. “E’ una misura del tutto inefficace. Ne beneficeranno realmente forse 50 coppie all’anno, pari all’1,8% dei nuclei con un figlio appena nato”.

“Sostenere l’autonomia dei giovani e promuovere la natalità sono obiettivi pienamente condivisibili. Anzi oggi più che mai sono emergenze sociali vista la dilagante precarietà del lavoro che colpisce gli under 30 e l’inflazione galoppante che erode il potere d’acquisto di salari e stipendi. Ma i nodi non si risolvono con interventi spot o addirittura con una vera e propria lotteria che nulla ha a che vedere con le politiche per la famiglia. Perché la Dote finanziaria per l’indipendenza dei giovani questo è.
Fatti due conti si stima infatti in un massimo di 57 i nuclei che potranno beneficiare del nuovo sostegno provinciale (pari a 30mila euro in caso di nascita di due figli in cinque anni) quando la misura nel 2024 andrà a regime. Peccato però che, facendo due conti, ogni anno sono almeno 3.200 i bambini nati in famiglie composte da under 40. In pratica saranno una netta minoranza – circa 1,8% – le famiglie con figli appena nati a poter beneficiare di questo strumento. Si tratta di una probabilità più bassa di quella di azzeccare un numero alla roulette.
Per fare queste stime basta incrociare alcuni dati. Intanto la dotazione finanziaria della misura voluta dalla Giunta Fugatti, circa 1 milione di euro nel 2023 e 1,2 milioni dal 2024. Calcolando poi che ogni donna in Trentino mette al mondo in media 1,4 figli, significa che il contributo medio a nuova coppia non potrà superare i 21mila euro. Facendo due semplici divisioni si arriva a stimare – sicuramente per eccesso visto che in alcuni casi le coppie purtroppo si lasciano e che non tutte hanno un Icef inferiore a 0,40 – i numeri di cui sopra.
Se la Giunta volesse garantire risorse uguali per i nuclei familiari sotto i 40 anni che mettono al mondo un figlio facendo accedere tutti alla dote giovani, dovrebbe in realtà stanziare a regime ben 67 milioni di euro, molto di più delle risorse che ogni anno trasferisce ai nuclei con figli (circa 55 milioni di euro).
Lo ripetiamo: crediamo che l’indipendenza dei giovani e l’aumento della natalità siano delle vere e proprie emergenze. Servono quindi misure strutturali ed universali in particolare la cancellazione dei tirocini, il disincentivo ai contratti precari e una vera politica dei redditi.
Proprio nel corso degli Stati generali del lavoro abbiamo avanzato proposte specifiche su questi temi, per ridurre la precarietà ed alzare i salari dei giovani e per aiutare le famiglie nella loro ricerca di avere dei figli sostenendo l’occupazione femminile e ampliando i servizi di conciliazione. Poi bisognerebbe avere una vera politica abitativa, ampliando gli alloggi a canone sociale o moderato e agevolando l’acquisto della prima casa, visto il peso dei prezzi delle case sui bilanci familiari. Per questo siamo pronti ad aiutare la Giunta provinciale a definire misure efficaci in questa direzione. Ma bisogna partire da queste priorità. Invece la giunta sceglie la strada inversa
promuovendo lotterie che non hanno nulla a che vedere con le politiche per i giovani, per la natalità e per le famiglie”.

3 novembre 2022

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08 Nov
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Finanziaria Pat. Manovra vuota senza nessuna reale programmazione. I sindacati perplessi per l’assenza di contenuti della nuova legge di stabilità. “Nessuna politica dei redditi né investimenti anticongiunturali mentre la crisi è alle porte. Così si accresce il senso di incertezza che vivono famiglie e imprese. Preoccupazione per i bilanci e i servizi dei comuni”

Finanziaria Pat. Manovra vuota senza nessuna reale programmazione. I sindacati perplessi per l’assenza di contenuti della nuova legge di stabilità. “Nessuna politica dei redditi né investimenti anticongiunturali mentre la crisi è alle porte. Così si accresce il senso di incertezza che vivono famiglie e imprese. Preoccupazione per i bilanci e i servizi dei comuni”

Se i trentini, famiglie e imprese, si attendono risposte all’emergenza carovita e contro il rischio recessione dalla prossima finanziaria provinciale, rischiano di restare delusi. La manovra illustrata stamattina alle parti sociali è sicuramente monca visto che guarda solo fin al prossimo assestamento di bilancio, rimandando ancora una volta a data da destinarsi le scelte strategiche e gli indirizzi di investimento per la crescita di cui la comunità ha bisogno adesso. A margine dell’incontro con il presidente Fugatti è questa la sensazione che resta ai sindacati. “Ad oggi la prossima manovra di bilancio è vuota – commentano i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Nessuna programmazione, nessun investimento su politiche coraggiose di sviluppo, né scelte anticongiunturali che vadano nella direzione di sostenere le famiglie e le imprese alle prese con la crisi dei prezzi. Ormai è un classico di questa giunta: le leggi finanziarie sono vuote, e ogni scelta viene rimandata in fase di assestamento. E’ stato così negli ultimi 4 anni”.
La manovra avrà un valore complessivo di circa 4,7 milioni di euro, al netto di avanzi di amministrazione che per il 2022 hanno portato 300 milioni di risorse aggiuntive. “In un bilancio del tutto simile a quello dell’anno scorso che in fase di previsione pareggiava a circa 4,5 miliardi di euro, la Giunta Fugatti non inserisce nessun provvedimento che possa sostenere la crescita economica e la sua sostenibilità provando a portare il Trentino fuori dalle secche di una crisi che tutti gli indicatori danno per imminente. In un quadro di incertezza come quello che stiamo vivendo il pubblico dovrebbe fare da elemento di stabilizzazione con la propria politica economica. In questo caso si rinuncia del tutto a questo ruolo creando ulteriore incertezza. Gli investimenti in opere pubbliche sono sempre gli stessi; nulla per spingere davvero sulla transizione ecologica e sull’energia da fonti rinnovabili né per tutelare il nostro territorio di fronte al cambiamento climatico. Nessuna misura per le famiglie contro il caro vita né per incentivare le aziende ad aprire i tavoli contrattuali per arrivare ad un aumento delle retribuzioni. Unica eccezione il bonus natalità per le famiglie che concepiranno il terzo figlio. Misura inefficace e inutile perché con la natalità in caduta libera le famiglie non fanno nemmeno il secondo figlio”. Resta dunque la consapevolezza che se non si mettono in atto strategie per innescare la domanda di beni e servizi sara’ inevitabile entrare in recessione.
Piazza Dante non stanzia un euro per il rinnovo dei contratti pubblici del triennio 2022-2024. “Se la Pat, che è il più grande datore di lavoro in Trentino, non intende rinnovare i contratti dei propri dipendenti, è difficile pensare che si possa spingere per l’avvio di tavoli contrattuali nel privato. Intanto tutti i lavoratori faticano, sia nel pubblico sia nel privato a far quadrare il bilancio familiare”.
C’è poi il capitolo enti locali. La scelta di non stanziare subito i 70 milioni di euro che servono ai comuni per chiudere i bilanci si tradurrà in un aumento della pressione tributaria e in un taglio dei servizi come asili nido, assistenza agli anziani e ai soggetti fragili. “E’ l’ennesima manovra ragionieristica. Ci saremmo aspettati maggiore coraggio e visione per l’ultimo bilancio preventivo di questa legislatura”, concludono delusi i tre segretari provinciali.

3 novembre 2022

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04 Nov
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Precipita da dieci metri di altezza, muore un operaio

Trentino, Corriere del Trentino – 04 novembre 2022 (altro…)

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04 Nov
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Bilancio, previsti 1,8 miliardi per le opere pubbliche

Corriere del Trentino – 04 novembre 2022 (altro…)

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03 Nov
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«Fbk, un punto di riferimento. Motore della crescita trentina»

Corriere del Trentino – 03 novembre 2022 (altro…)

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03 Nov
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MANIFESTAZIONE PER LA PACE SABATO 5 NOVEMBRE – promossa Rete Italiana Pace e Disarmo – condivisa anche da CGIL CISL UIL del Trentino – Servizio Pullman

MANIFESTAZIONE PER LA PACE SABATO 5 NOVEMBRE – promossa Rete Italiana Pace e Disarmo – condivisa anche da CGIL CISL UIL del Trentino – Servizio Pullman

andata e ritorno in giornata, con pullman

 

-*partenza ore 05.30 da Trento piazzale Zuffo*

-*partenza ore 06.00 da Rovereto, parcheggio casello Rovereto sud A22*

 

– Il concentramento della manifestazione è fissato per le ore 12.00 presso Piazza della Repubblica e la partenza del corteo è prevista per le ore 13.30.

– Il percorso del corteo è Piazza della Repubblica – Via Terme di Diocleziano – Via Amendola – Via Cavour – Piazza dell’Esquilino – Via Liberiana – Piazza Santa M. Maggiore – Via Merulana – Largo Brancaccio – Via Merulana – Viale Manzoni – Via Emanuele Filiberto –

   Piazza San Giovanni.

-*richiesto contributo alle spese di viaggio di euro 20 per lavoratori e pensionati, euro 10 per studenti e disoccupati*

– ripartenza per rientro max ore 18.00          

Le prenotazioni devono pervenire con la massima urgenza, entro il 3 novembre, al centralino della Cgil del Trentino 0401040111 oppure via mail all’indirizzo:  accoglienza@cgil.tn.it ;

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03 Nov
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Carovita. La crisi non si scarichi sulle lavoratrici e sui lavoratori. Cgil Cisl Uil: c’è spazio per alzare le retribuzioni. Piazza Dante stanzi le risorse per i contratti pubblici e del sociale. Basta aiuti non equi, serve sostenere prima chi ha più bisogno

Carovita. La crisi non si scarichi sulle lavoratrici e sui lavoratori. Cgil Cisl Uil: c’è spazio per alzare le retribuzioni. Piazza Dante stanzi le risorse per i contratti pubblici e del sociale. Basta aiuti non equi, serve sostenere prima chi ha più bisogno

Far ripartire la contrattazione e alzare i salari. Estendere le misure contro il caro vita. Sostenere le famiglie in maggiore difficoltà e rafforzare gli ammortizzatori sociali. Mettere in campo politiche industriali selettive che spingano su innovazione e sostenibilità. Sono queste alcune delle proposte che Cgil Cisl Uil ritengono utili per traghettare il Trentino fuori da una delle crisi economiche più difficili, che con l’inflazione alle stelle e la bassa crescita mina il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati e rischia di avere un impatto gravissimo anche in termini di tenuta sociale. “La situazione è sicuramente difficile e diventerà drammatica nei prossimi mesi quando la recessione si materializzerà in tutta la sua concretezza anche sul mercato del lavoro – ammettono preoccupati i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Non possiamo però pensare che le difficoltà si scarichino solo sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Non potrà essere il mondo del lavoro a pagare lo scotto di questa situazione. Siamo pronti a dialogare e confrontarci sulle proposte. Se troveremo massima indisponibilità siamo pronti anche a mobilitarci”.
Per i sindacati la direzione da imboccare è principalmente una: salvaguardare il potere d’acquisto. E’ indispensabile dunque che, nei settori dove la crisi non morde, ma anzi ci sono margini di redditività importanti come l’edilizia e tutto il comparto delle rinnovabili, si aprano i tavoli contrattuali per aumentare le retribuzioni. “Sappiamo che il clima politico non è favorevole a causa di una Giunta provinciale che invece di sostenere la contrattazione, la indebolisce come con la riforma della legge 6 – incalzano i tre segretari -. Rifiutarsi di vincolare gli incentivi al rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative indebolisce il potere contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori ed espone il nostro territorio ad una china pericolosissima, in cui la competizione si fa tagliando il costo del lavoro”.
C’è poi il fronte dei sostegni pubblici a famiglie e imprese. “Le somme stanziate fino a questo momento dalla Giunta Fugatti con il bonus bollette di 180 euro sono poche e spese male”, tagliano corto Grosselli, Bezzi e Alotti. “Visto che lo stesso presidente ha ammesso che nel 2023 ci saranno ulteriori stanziamenti per il caro energia, sarebbe auspicabile si aprisse subito un confronto con le parti sociali invece di perseverare in una logica che non aiuta le famiglie ed è inefficiente per le casse pubbliche”. Cgil Cisl Uil chiedono invece di ridurre le bollette a famiglie, lavoratori e pensionati con contributi proporzionati alle condizioni economiche, di potenziare gli ammortizzatori sociali e di escludere dai sostegni pubblici per il caro energie le aziende che ricorrono agli ammortizzatori sociali. Il tema contratti tocca anche la pubblica amministrazione come datore di lavoro. Per i sindacati non c’è più tempo da perdere per il rinnovo dei contratti pubblici e del terzo settore.
Infine la partita enti locali. Giorno dopo giorno si susseguono gli allarmi dei comuni trentini in difficoltà a chiudere i bilanci di previsione. “C’è un rischio concreto di aumento delle tariffe e di tagli ai servizi. Se così fosse a pagare sarebbero ancora i cittadini. La Provincia deve aumentare i trasferimenti agli enti locali mettendo le pubbliche amministrazioni trentine nelle condizioni di programmare e agire. Non si faccia il gioco delle tre carte con le risorse pubbliche. Serve un piano straordinario contro il carovita”, concludono.

Trento, 27 ottobre 2022

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