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Sanità, la priorità è la carenza di personale. Cgil Cisl Uil perplessi per la realizzazione del nuovo ospedale a Cavalese: 280 milioni sono un investimento enorme che non trova nemmeno il consenso della comunità locale
“Un investimento di 280 milioni di euro per il nuovo ospedale a Masi di Cavalese rischia di essere uno spreco di risorse pubbliche. Meglio sarebbe, come chiesto a gran voce dalla comunità locale, ristrutturare l’attuale nosocomio, e liberare risorse per rispondere in modo efficace ai problemi che rischiano di mettere in ginocchio la sanità trentina, come la carenza di medici soprattutto nei presidi periferici”. Cgil Cisl Uil non nascondono la loro preoccupazione dopo la valutazione della commissione tecnica. “Non entriamo nel merito del parere del Navip. Resta il tema dell’opportunità politica di procedere in questa direzione. Auspichiamo che la Giunta Fugatti prenda atto delle vere difficoltà della nostra sanità e investa tutte le energie per risolvere il problema dell’assenza di medici e infermieri. Così si rischia di creare una scatola vuota senza dare risposte al territorio. Crediamo, invece, che si possa e si debba, come sollecitato anche dalla comunità locale, ammodernare il vecchio ospedale, rendendolo maggiormente rispondente alle esigenze degli abitanti di Fiemme e dei tanti turisti che sia in inverno sia in estate affollano la valle”.
I sindacati non nascondono le loro perplessità anche per l’impatto ambientale che avrà la nuova struttura con un rilevante consumo di suolo in una valle votata al turismo ed allo sport, evitabile con la ristrutturazione dell’attuale ospedale di valle.
Trento, 25 ottobre 2022

Carovita. La crisi non si scarichi sulle lavoratrici e sui lavoratori.
Cgil Cisl Uil: c’è spazio per alzare le retribuzioni. Piazza Dante stanzi le risorse per i contratti pubblici e del sociale. Basta aiuti non equi, serve sostenere prima chi ha più bisogno
Far ripartire la contrattazione e alzare i salari. Estendere le misure contro il caro vita. Sostenere le famiglie in maggiore difficoltà e rafforzare gli ammortizzatori sociali. Mettere in campo politiche industriali selettive che spingano su innovazione e sostenibilità. Sono queste alcune delle proposte che Cgil Cisl Uil ritengono utili per traghettare il Trentino fuori da una delle crisi economiche più difficili, che con l’inflazione alle stelle e la bassa crescita mina il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati e rischia di avere un impatto gravissimo anche in termini di tenuta sociale. “La situazione è sicuramente difficile e diventerà drammatica nei prossimi mesi quando la recessione si materializzerà in tutta la sua concretezza anche sul mercato del lavoro – ammettono preoccupati i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Non possiamo però pensare che le difficoltà si scarichino solo sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Non potrà essere il mondo del lavoro a pagare lo scotto di questa situazione. Siamo pronti a dialogare e confrontarci sulle proposte. Se troveremo massima indisponibilità siamo pronti anche a mobilitarci”.
Per i sindacati la direzione da imboccare è principalmente una: salvaguardare il potere d’acquisto. E’ indispensabile dunque che, nei settori dove la crisi non morde, ma anzi ci sono margini di redditività importanti come l’edilizia e tutto il comparto delle rinnovabili, si aprano i tavoli contrattuali per aumentare le retribuzioni. “Sappiamo che il clima politico non è favorevole a causa di una Giunta provinciale che invece di sostenere la contrattazione, la indebolisce come con la riforma della legge 6 – incalzano i tre segretari -. Rifiutarsi di vincolare gli incentivi al rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative indebolisce il potere contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori ed espone il nostro territorio ad una china pericolosissima, in cui la competizione si fa tagliando il costo del lavoro”.
C’è poi il fronte dei sostegni pubblici a famiglie e imprese. “Le somme stanziate fino a questo momento dalla Giunta Fugatti con il bonus bollette di 180 euro sono poche e spese male”, tagliano corto Grosselli, Bezzi e Alotti. “Visto che lo stesso presidente ha ammesso che nel 2023 ci saranno ulteriori stanziamenti per il caro energia, sarebbe auspicabile si aprisse subito un confronto con le parti sociali invece di perseverare in una logica che non aiuta le famiglie ed è inefficiente per le casse pubbliche”. Cgil Cisl Uil chiedono invece di ridurre le bollette a famiglie, lavoratori e pensionati con contributi proporzionati alle condizioni economiche, di potenziare gli ammortizzatori sociali e di escludere dai sostegni pubblici per il caro energie le aziende che ricorrono agli ammortizzatori sociali. Il tema contratti tocca anche la pubblica amministrazione come datore di lavoro. Per i sindacati non c’è più tempo da perdere per il rinnovo dei contratti pubblici e del terzo settore.
Infine la partita enti locali. Giorno dopo giorno si susseguono gli allarmi dei comuni trentini in difficoltà a chiudere i bilanci di previsione. “C’è un rischio concreto di aumento delle tariffe e di tagli ai servizi. Se così fosse a pagare sarebbero ancora i cittadini. La Provincia deve aumentare i trasferimenti agli enti locali mettendo le pubbliche amministrazioni trentine nelle condizioni di programmare e agire. Non si faccia il gioco delle tre carte con le risorse pubbliche. Serve un piano straordinario contro il carovita”, concludono.
Trento, 27 ottobre 2022

