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04 Mag
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Primo Maggio 2022. Un patto per la sicurezza Dopo due anni di stop torna la Festa delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Da Rovereto la solidarietà do Cgil Cisl Uil al popolo ucraino In Piazza Leoni l’inaugurazione di una stele dedicata alla storia del lavoro e delle lotte operaie. Dal pomeriggio musica dal vivo al parco del Brione. Chiudono i Punkreas

Primo Maggio 2022. Un patto per la sicurezza Dopo due anni di stop torna la Festa delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Da Rovereto la solidarietà di Cgil Cisl Uil al popolo ucraino. In Piazza Leoni l’inaugurazione di una stele dedicata alla storia del lavoro e delle lotte operaie. Dal pomeriggio musica dal vivo al parco del Brione. Chiudono i Punkreas

Pace e sicurezza sul lavoro. Sono stati questi i due temi del Primo Maggio trentino che quest’anno Cgil Cisl Uil hanno scelto di festeggiare a Rovereto, dopo due anni di manifestazioni sospese. La scelta di Rovereto non è stata casuale: è la città simbolo della Pace in Trentino, ma è stata sede insieme a tutta la Vallagarina di un importante sviluppo industriale nel secondo dopoguerra. Da qui è partita la cerimonia di questa mattina in Piazza Achille Leoni che dal dopo guerra ha ospitato la camera del lavoro, luogo simbolo delle lotte e delle conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori e di un’intera comunità, ma anche sede delle prime sperimentazioni di unità sindacale nella nostra provincia. In ricordo di questo passato e perché ne resti memoria anche alle nuove generazioni il comune di Rovereto ha dedicato una stele con immagini, documenti e fotografie che narrano i fatti più significativi di quegli anni.

Il Follone è un luogo simbolo della nostra città – ha ricordato stamane il sindaco Francesco Valduga – dimostrazione della capacità di riscatto e rigenerazione, luogo di operosità e innovazione, di rivendicazioni e ricomposizioni a cui dovremmo guardare anche oggi come comunità e come Paese per scelte condivise e lungimiranti”.

Sulla storia del Follone e su cosa esso ha rappresentato per le prime sperimentazioni di unità sindacale si è soffermato anche il segretario generane della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli che ha sottolineato l’opportunità di proseguire con sempre maggiore determinazione sulla strada dell’unità sindacale in Trentino “perché le sfide che abbiamo di fronte sono tante e impegnative e richiedono soluzioni innovative anche a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati”. Grosselli dunque si è soffermato sul dramma della guerra in Ucraina, ribadendo la solidarietà del mondo del lavoro trentino ad un “popolo che sta lottando per la propria libertà e per la democrazia, contro un dittatore che non vuole riconoscere la loro scelta di essere parte dell’Europa. “Siamo per la pace e vogliamo la pace. Deve però essere una pace giusta, non alla prepotenza di un dittatore. Per questo dobbiamo sostenere la resistenza degli ucraini, consapevoli che tutto questo imporrà dei costi anche a noi”.

Anche Michele Bezzi, segretario della Cisl trentina, si è unito all’appello per un pace giusta, ma si è soffermato anche sul tema della sicurezza sul lavoro. “Le persone realizzano loro stesse in contesti di pace e democrazia, e in un lavoro dignitoso, dunque rispettoso della vita e sicuro. Ad aprile il Trentino ha pianto due morti sul lavoro. E’ ora di porre fine a queste tragedie con i fatti. Serve un patto condiviso con imprenditori e istituzioni per mettere in campo azioni concrete sulla formazione, sulla prevenzione, incentivi selettivi alle imprese che investono in sicurezza, percorsi sulla sicurezza dentro le scuole. La sicurezza sul lavoro riguarda tutti perché i costi sociali degli infortuni ricadono su tutta la nostra comunità, non solo su chi vive la tragedia in prima persona”.

Infine ha preso la parola Walter Alotti che ha posto l’accento sul tema della precarietà e delle difficoltà con cui lavoratori e pensionati stanno affrontando l’innalzamento dell’inflazione e il caro vita. “Il lavoro deve essere retribuito in maniera giusta. Oggi l’aumento dei prezzi sta impoverendo le famiglie. E’ ora di tornare ai tavoli di contrattazione per adeguare gli stipendi, ma è anche ora di usare la leva fiscale per maggiore equità e redistribuzione. E serve ampliare le misure di sostegno alle famiglie. Sia a livello nazionale sia a livello provinciale ”.

La Festa prosegue nel pomeriggio al parco del Brione con la musica. Stasera chiudono i Punkreas.

Scarica il pdf: ROVERETO 1 maggio

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29 Apr
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Vigilanza privata, 2 maggio sciopero nazionale. Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza, Il 2 maggio in sciopero gli addetti da oltre 6 anni e mezzo senza il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto nel 2015. Stipendi insufficienti, mancanza di personale e la costante violazione delle norme di legge e della sicurezza sul lavoro fanno il paio con la cronica carenza di tutele nel silenzio assordane delle Istituzioni

Vigilanza privata, 2 maggio sciopero nazionale. Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza, Il 2 maggio in sciopero gli addetti da oltre 6 anni e mezzo senza il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto nel 2015. Stipendi insufficienti, mancanza di personale e la costante violazione delle norme di legge e della sicurezza sul lavoro fanno il paio con la cronica carenza di tutele nel silenzio assordane delle Istituzioni

Incroceranno nuovamente le braccia il prossimo 2 maggio gli addetti della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza in attesa da oltre 6 anni e mezzo del rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2015.
La giornata di sciopero nazionale, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sarà supportata da una mobilitazione a Roma.
La mobilitazione, decisa al termine dell’Attivo nazionale unitario delle strutture e dei delegati lo scorso 13 aprile, contro l’atteggiamento dilatorio e inconcludente delle associazioni datoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, che nell’ultimo incontro di trattativa del 18 marzo, anziché presentare una proposta salariale dignitosa, hanno dichiarato di non aver ricevuto mandato dalle aziende associate, trincerandosi dietro la notizia della nascita di una nuova associazione datoriale appresa attraverso un comunicato stampa, di cui al momento non si ha notizia formale.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs denunciano la situazione drammatica in cui versa il settore e lo stato di sofferenza e di profondo disagio dei lavoratori e delle lavoratrici da oltre sei anni senza un aumento salariale, con stipendi insufficienti, di fronte alla costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza e alla cronica carenza di personale e di tutele adeguate rispetto all’evoluzione del settore. Tale atteggiamento ha provocato e provoca una costante fugga da tali settori da parte di lavoratori, peggiora la qualità dei servizi indispensabili per i cittadini e per il buon funzionamento del tessuto economico e mette a rischio la tenuta del settore. Questo è il risultato dell’atteggiamento inaccettabile e dilatatorio delle imprese del settore che fanno profitti sulla pelle dei lavoratori.
Per le tre sigle il mancato adeguamento del salario delle lavoratrici e dei lavoratori costituisce un elemento di estrema gravità, oltre che per il tempo trascorso, soprattutto per l’andamento dell’inflazione che in questo periodo sta comportando una grande penalizzazione del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Un fattore che si inserisce in un contesto già fortemente difficile per un’attività basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate per la tutela della professionalità e dell’occupazione espone migliaia di persone alla mera logica del massimo ribasso.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs denunciano il colpevole “silenzio” delle Istituzioni, a partire dal Ministero dell’Interno, delle Prefetture e del Ministero del Lavoro che, irresponsabilmente, non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata dalle norme vigenti.
Un comportamento ancor più inaccettabile se riferito a lavoratori e lavoratrici che quotidianamente garantiscono la sicurezza privata e pubblica, come ampiamente dimostrato dal lodevole impegno espresso durante l’intera fase emergenziale sanitaria, spesso facendosi carico di compiti impropri in nome dell’interesse generale.

FILCAMS CGIL
Paola Bassetti Luigi Bozzato

FISASCAT CISL
Lamberto Avanzo Alberto Pontalti

UILTUCS TRENTINO ALTO ADIGE
Walter Largher Vassilios Bassios

 

Scarica il pdf: Comunicato unitario Sciopero Vigilanza Privata Servizi Fiduciar di Sicurezza 02 maggio 2022

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29 Apr
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Al Follone la memoria delle lotte operaie. Il primo maggio l’inaugurazione della stele all’ex camera del lavoro

29 aprile 2022 – l’Adige (altro…)

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29 Apr
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Infortuni in aumento: +22,5% Costruzioni e trasporti a rischio. Cgil, Cisl e Uil: bisogna fare qualcosa per invertire la rotta

29 aprile 2022 – Trentino (altro…)

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29 Apr
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Bonus bebè, pronti i ricorsi Opportunità per 100 famiglie

29 aprile 2022 – l’Adige (altro…)

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29 Apr
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Il primo maggio dei sindacati trentini a Rovereto fra lavoro, pace e musica

28 aprile 2022 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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29 Apr
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«Bonus bebè, 10 anni di residenza discriminatori», il tribunale di Rovereto condanna la Provincia

28 aprile 2022 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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29 Apr
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Pompieri permanenti, rientra l’allarme sciopero

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29 Apr
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«Continuità di reddito, gli hotel investano». La polemica. Cgil, Cisl e Uil a Battaiola: si allunghi la stagione o più contributi alla Naspi

28 aprile 2022 – l’Adige (altro…)

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29 Apr
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Assegno di natalità. “Condotta discriminatoria di Fugatti contro i bambini stranieri” Il Tribunale di Rovereto condanna la Pat per il requisito dei 10 anni di residenza e del permesso per soggiornanti di lungo periodo che ora deve modificare il regolamento. “Lo diciamo da ormai due anni: quel requisito viola i trattati europei. Figuraccia per il Trentino del Family Audit”

Assegno di natalità. “Condotta discriminatoria di Fugatti contro i bambini stranieri”

Il Tribunale di Rovereto condanna la Pat per il requisito dei 10 anni di residenza e del permesso per soggiornanti di lungo periodo che ora deve modificare il regolamento. “Lo diciamo da ormai due anni: quel requisito viola i trattati europei. Figuraccia per il Trentino del Family Audit”

 

Dichiarazioni di Andrea Grosselli (CGIL del Trentino), Michele Bezzi (CISL del Trentino), Walter Alotti (UIL del Trentino) e Luca Oliver (Acli Trentine)

“Ancora una volta Fugatti e la sua Giunta si sono macchiati di condotta discriminatoria, questa volta – ed è un’aggravante – verso i bambini nati in Trentino da figli di cittadini stranieri. Lo ha decretato il Tribunale di Rovereto che ha accolto il ricorso di un cittadino pakistano che si era visto respingere la domanda di assegno provinciale di natalità solo perché privo del requisito dei dieci anni di residenza in Italia e del permesso di soggiorno di lungo periodo. Il giudice Michele Cuccaro ha applicato immediatamente la recente sentenza del Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimi vincoli di residenza decennale ma anche il possesso del permesso per lungo soggiornanti concesso da chi vive e lavora in Italia da almeno cinque anni.
La Provincia ora deve eliminare questi requisiti discriminatori 
nel suo regolamento altrimenti dovrà pagare, oltre alle spese legali di oltre 4mila euro, cinquanta euro al giorno di sanzione al ricorrente, in questo caso l’Associazione Asgi, per il mancato rispetto dell’ordinanza. Con questa ordinanza il Tribunale di Rovereto tutti i bambini e le bambine nate in Trentino potranno chiedere l’assegno di natalità a prescindere dalla nazionalità dei loro genitori e anche se hanno solo un permesso di soggiorno biennale.
Si tratta dell’ennesima onta per la Provincia di Trento che ha perseguito politiche discriminatorie come nessuno altro territorio italiano. Né il Veneto, né il Friuli per esempio hanno adottat
o questi criteri, mentre tutto il Parlamento italiano aveva votata a marzo del 2021 il requisito massimo di due anni di residenza per l’accesso al nuovo Assegno unico universale statale.
Avevamo avvertito la Provincia che sarebbe andata così. Sono due anni che facciamo una campagna di sensibilizzazione contro questi provvedimenti discriminatori. Ma Fugatti, nel solco dei suoi riferimenti politici di estrema destra 
e sovranisti a partire da Trump, non ha voluto sentire ragioni. Per fortuna nel nostro Paese vige lo stato di diritto e il tribunale ha riconosciuto la condotta discriminatoria della Provincia perché viola i trattati dell’Unione Europea.
Spiace solo perché questa figuraccia il Trentino poteva risparmiarsela. Il prezioso lavoro fatto dall’Agenzia della Famiglia o dal Family Audit viene spazzato via in un attimo: ora in tutta Italia passeremo per quelli che discriminano i bambini fin dalla culla.
La miopia e l’ottusità della giunta Fugatti su questi temi è pericolosa e controproducente: non mette solo in discussione anni di integrazione come quando ha restituito all’Unione Europea 1,5 milioni di euro utili all’insegnamento della lingua italiana agli stranieri indispensabile per il loro inserimento nel mercato del lavoro, ma rende meno attrattivo il Trentino nel momento in cui le nostre imprese hanno assoluto bisogno di manodopera. Tafazzi non avrebbe saputo fare di meglio”.

Trento, 27 aprile 2022

 

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