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21 Apr
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Alloggi pubblici, positiva la riapertura delle graduatorie per chi non ha dieci anni di residenza

Alloggi pubblici, positiva la riapertura delle graduatorie per chi non ha dieci anni di residenza

Ora però si cambi la legge ed il regolamento sulla casa evitando che questa discriminazione sia reiterata in futuro e si torni ad investire sulla casa

 

“Riaprire le graduatorie per l’alloggio pubblico per gli anni 2019 e 2020 consentendo di fare domanda anche a chi a meno di dieci anni di residenza in Italia è una decisione positiva. Con questa scelta, infatti, la Giunta Fugatti ancora non si adegua alla sentenza del Tribunale di Trento che aveva ordinato alla Provincia di adottare un piano di rimozione della discriminazione attraverso la modifica del regolamento in materia di alloggi pubblici, ma almeno temporaneamente per le annate 2020 e 2021 Fugatti torna sulle proprie decisioni”. 

Per i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino la decisione dell’Esecutivo è quindi un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficiente. Le tre confederazioni auspicano, infatti, un reale cambio di rotta che metta in archivio una legge discriminatoria e ingiusta, che non fa altro che creare differenze tra persone e famiglie che si trovano in un oggettivo stato di bisogno abitativo. Da qui la sollecitazione a cambiare la norma provinciale. “Le politiche della casa non si possono fondare sull’esclusione di qualcuno da tutti i benefici provinciali solo in nome della provenienza – insistono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -, bensì dovrebbero garantire una risposta a tutti coloro che non hanno i mezzi per avere un’abitazione, sulla base della condizione economica oggettiva e a partire dai nuclei familiari più fragili”.

Attualmente a causa  di questa legge, dichiarata discriminatoria e contrastante con il diritto dell’Unione Europea dal Tribunale di Trento, ci sono centinaia di nuclei familiari che non possono accedere ad un alloggio a canone sociale, ma neppure a canone moderato, né agli strumenti di sostegno al canone di affitto.

Quello del vincolo sulla residenza, come hanno sempre sostenuto Cgil Cisl Uil, è solo una “foglia di fico” per coprire il vero problema: la carenza di alloggi pubblici e a canone moderato. Serve invece una vera politica della casa, tornando ad investire sulla realizzazione di alloggi pubblici, rifinanziando il fondo di housing sociale per il canone moderato e rafforzando la capacità di ristrutturazione e affidamento agli inquilini di alloggi di risulta. “Dobbiamo purtroppo constatare, invece, che anche nell’ultima manovra varata dalla Giunta sul tema casa non c’è nulla. A dimostrazione che è più facile fare scelte demagogiche che non creano soluzioni, ma illudono di dare risposte, alimentando le differenze nella nostra comunità”, concludono i tre segretari provinciali.

 

Trento, 20 aprile 2021

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Riparte nel 2021 pure l’inflazione in Trentino

 

E riparte nel 2021 pure l’inflazione in Trentino. Se la spinta dei prezzi è molto moderata a livello Italia (pari a -0,1%), in Trentino la fa sempre da padrone il costo del carrello della spesa, dell’abitazione, dei trasporti e dei pubblici esercizi (seppur questi ultimi “aperti a singhiozzo”): l’indice medio di marzo è infatti dello 0,5%. Domanda debole ed incerta per la crisi sanitaria e la riduzione generalizzata di salari e stipendi.

Un carrello della spesa in Trentino più caro e quindi più leggero. Per cui i consumi stentano a ripartire visto il rimbalzo dei prezzi di alimentari e bevande (+1,5 % marzo ‘21 su marzo ’20), con una sola nota positiva, che il rischio stagnazione resta ridotto.

A questo si somma, nel confronto col marzo 2020, un incremento maggiore dei prezzi rispetto al resto del Paese di 1,4% dell’abitazione, utenze e dell’energia, del 2,5% nei trasporti e del 2,1% nei pubblici esercizi.

Per la UIL del Trentino rimane incomprensibile, anche da questi dati, la scelta della Provincia Autonoma di stanziare risorse locali quasi irrilevanti per i lavoratori e le lavoratrici e le loro famiglie, colpite dai mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato, dalla mancata occupazione per 20.0000 stagionali dal dicembre scorso e dalla cassa integrazione covid, che ha falcidiato del 20-30% al mese i loro redditi mensili. Solo una spinta alla domanda interna potrà sbloccare la situazione e di conseguenza l’occupazione e la ripresa. E finora, su questo versante si è visto purtroppo un intervento provinciale di supporto contributivo, economico e fiscale solo a favore della imprese, nulla o quasi per lavoratori e famiglie.

La Uil confida a questo punto solo in altri aiuti e provvidenze, oltre alla proroga del blocco degli sfratti e della proroga della cassa integrazione, da parte dello Stato nazionale.

Segretario Generale UIL del TRENTINO Walter Alotti

 

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