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LA GIUNTA IRRISPETTOSA DELLE APSP
L’ennesimo fulmine al ciel sereno, l’ennesima uscita di questa Giunta sulle RSA che non tiene conto del sistema e di chi in quel sistema lavora.
L’emendamento proposto, e approvato dalla Commissione competente, dal Presidente Fugatti che stabilisce che i Dirigenti medici ed i coordinatori delle APSP trentine siano direttamente nominati dalla APSS ci trova fortemente contrari. Le motivazioni? Eccole.
- ORDINAMENTO REGIONALE DELLE APSP: la Legge Regionale 7 del 2005 disciplina l’istituzione delle APSP e le proprie competenze, stabilendo che ciascuna APSP ha “autonomia statutaria, regolamentale, patrimoniale, contabile gestionale e tecnica”. Emerge in più parti dell’articolato che le competenze sanitarie, compresa l’assunzione o la collaborazione con il personale medico, sono prerogative degli Enti e che possono essere svolte anche tramite la collaborazione con APSS. Con l’emendamento del Presidente si scardina una delle competenze codificate nell’Ordinamento regionale, e quindi si “invade un terreno” che non è di competenza della Provincia Autonoma di Trento.
- LEGGE PROVINCIALE SULLA SALUTE LP 16 DEL 2010: l’articolo 1 della norma provinciale novella “La Provincia autonoma di Trento, nell’esercizio delle competenze che le sono attribuite ai sensi dello Statuto speciale e in conformità ai principi della normativa statale e comunitaria, garantisce la tutela e la promozione della salute come diritto fondamentale del cittadino e interesse della comunità, assicurando, mediante il servizio sanitario provinciale, i livelli essenziali di assistenza e quelli aggiuntivi definiti in ambito provinciale.” Tutto questo in coerenza con le normative sociali e ambientali provinciali, promuovendo l’integrazione degli interventi socio sanitari del territorio e nel rispetto dell’ambiente naturale per il mantenimento della salute individuale e collettiva. In questo sistema sono ovviamente inserite le RSA trentine come soggetto del sistema sociale: stupisce quindi che un emendamento all’Assestamento di bilancio provinciale intervenga proprio in questa norma che dovrebbe garantire equilibrio al sistema. Questo testo inoltre si inserisce in un articolo della Legge provinciale che si intitola “Enti di gestione e altri soggetti convenzionati” e integra il comma 2 sulle competenze delle RSA (Le residenze sanitarie assistenziali erogano, in ambito distrettuale, prestazioni socio-sanitarie integrate a prevalente valenza sanitaria. Esse rispondono a bisogni, richiedenti trattamenti continui, di anziani non autosufficienti non curabili a domicilio e di persone non autosufficienti o con gravi disabilità fisiche o psichiche) togliendo la possibilità di poter assumere o designare un medico di fiducia del territorio che garantisca continuità ai residenti delle strutture. Inoltre ci chiediamo come possa essere garantita la ”prevalenza sanitaria” se viene tolta la possibilità agli Enti di prevedere il personale, sociale e sanitario, per tale attività.
- DIRETTIVE PROVINCIALI: le direttive provinciali, emanate annualmente dalla Giunta, declinano tra i finanziamenti spettanti alle RSA, e all’interno della cd “quota sanitaria” una parte teorica riferita all’assistenza medica. Difficile quindi scorporare quello che è il “costo” relativo all’assistenza medica da quello comprensivo della parte completamente sanitaria. Un atto azzardato quindi quello della Giunta, che non tiene conto degli strascichi giuridico operativi che tale intervento porta con se.
Infine ci chiediamo il perché di tutta questa fretta: se veramente la Giunta, come dichiarato dall’Assessora Segnana sulla stampa, aveva in programma da tempo di intervenire sulla norma, per quale motivo non ha previsto l’articolato direttamente nel testo ufficiale dell’Assestamento di bilancio? Per quale motivo si è dovuti intervenire con un emendamento, firmato dal Presidente e non dall’Assessora, anziché confrontarsi su un testo più organico? Per quale motivo non è stato istituito un tavolo tecnico con Enti, Organizzazioni sindacali e Assessorato al fine di confrontarsi su un nuovo modello organizzativo?
Non ci piace questa modalità della Giunta di disporre degli Enti pubblici trentini senza nessuna considerazione per chi, in questi Enti, lavora spesso in situazioni critiche e difficili. Chiediamo quindi all’Assessora Segnana di sospendere l’emendamento proposto dal Presidente e convocare subito un tavolo di confronto sulle APSP trentine.
La Segretaria Prov.le
UIL FPL Enti Locali
Marcella Tomasi
Scarica il pdf: 17_07_2020 la giunta irrispettosa delle APSP

Facoltà di medicina. Non risolve il problemi di reclutamento di personale sanitario
Cgil Cisl Uil: per attrarre medici servono il Not, miglioramenti contrattuali, borse di specializzazione ed investimenti su innovazione e telemedicina in ottica almeno regionale.
Se l’avvio formalizzato ieri della Scuola di medicina interuniversitaria tra l’Ateneo di Trento e quello di Verona rappresenta un successo per l’Università trentina perché ne amplia l’offerta formativa, per CGIL CISL e UIL del Trentino non è questa la strada per superare l’ormai cronico deficit di personale sanitario.
“Si tratta di un importante tassello, anche se molto costoso, nella strategia di ulteriore sviluppo dell’offerta formativa della nostra Università, che anche quest’anno si conferma ai vertici della classifica nazionale tra i medi atenei”, commentano i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Resta però sul tavolo e al momento irrisolto il problema della carenza di medici negli ospedali e nelle strutture territoriali della medicina di base e sulla continuità assistenziale. “La Facoltà di medicina non rappresenta la soluzione – insistono i tre segretari -. Per coprire i posti vacanti sul nostro territorio serve istituire un numero maggiore di borse di specializzazione per giovani medici laureati che poi dovrebbero prestare servizio nelle nostre strutture. Solo in questo modo saremo in grado di attrarre giovani medici e dare risposte alla comunità”.
Allo stesso tempo servono garanzie contrattuali e di crescita professionale a tutte le professioni sanitarie all’interno di un sistema sanitario in grado di valorizzare il personale e le competenze. “In questo quadro anche il Not con reparti di alta specializzazione potrà fungere tra attrattore per qualificati professionisti sanitari. Servono poi ingenti investimenti in innovazione e in telemedicina e teleassistenza per mettere a frutto le competenze di specialisti sia nel campo della diagnostica che in quelli della cura. Per fare tutto questo servirebbe un progetto almeno regionale che oggi manca”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.
Trento, 16 luglio 2020

Assestamento di bilancio. La manovra resta senza risposte per famiglie e lavoratori
Cgil Cisl Uil: l’esame in prima Commissione non ha migliorato il testo. Ci attendiamo modifiche significative nel dibattito in Aula. E sulla riorganizzazione delle Rsa chiariscono: “Operazione che non produce alcun vantaggio per anziani e territorio”
Nessun passo avanti sulla manovra di assestamento di bilancio. Per Cgil Cisl Uil del Trentino il testo votato dalla prima Commissione del Consiglio provinciale non contiene alcuna significativa modifica a vantaggio di famiglie e lavoratori e restano senza risposta le molte questioni poste dalle organizzazioni sindacali, dall’ampliamento degli ammortizzatori sociali alla revisione della voucherizzazione dell’assegno unico. Diverse delle priorità poste dai sindacati erano state portate all’attenzione dei consiglieri grazie ad alcuni emendamenti delle forze di minoranza, tutti puntualmente bocciati.
“Non possiamo che ribadire la nostra delusione per una manovra non all’altezza della drammatica crisi economica caduta sulle spalle delle famiglie trentine – fanno notare con amarezza i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ la terza manovra varata dalla Giunta Fugatti in pochi mesi che non contiene risorse adeguate per il lavoro. Con una spregiudicatezza incomprensibile l’Esecutivo ha usato le pochissime risorse aggiuntive non per dare risposte ai nuclei a rischio povertà e quindi rafforzare la domanda come chiede anche la Camera di Commercio”.
Non è stata accolta, inoltre, la proposta dei consiglieri di minoranza per il rifinanziamento del fondo di solidarietà con 15 milioni di euro. “Questo vuol dire che fino a quando il Governo non allungherà la durata della cassa integrazione Covid 19 oltre le 18 settimane previste e ormai in esaurimento, ci saranno moltissimi lavoratori del turismo e dei servizi senza nessuna forma di sostegno. Il Fondo poi non ha più un euro proprio in cassa oggi per gli ammortizzatori ordinari. I nostri appelli a seguire la strada imboccata dalla Provincia di Bolzano sono rimasti lettera morta”, fanno notare Grosselli, Bezzi e Alotti.
Disco rosso anche sul fronte delle risorse per l’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti del pubblico impiego. “Venti milioni di euro che servono a riconoscere quanto questi lavoratori hanno perso in questi anni di assenza di rinnovo del contratto”, spiegano i tre segretari.
Grande assente dal dibattito anche il tema della casa. Nessun passo avanti sulla proposta di istituire un osservatorio per le politiche abitative. Purtroppo l’impegno assunto dall’Esecutivo ancora a dicembre scorso in Consiglio provinciale, è precipitato nel dimenticatoio e adesso si vota in senso opposto a quanto fatto sette mesi fa.
Infine resta lo sconcerto per il metodo con cui la Giunta intende modificare l’organizzazione delle Rsa, spostandone il coordinamento sanitario sull’Azienda sanitaria. “Non è sicuramente quella dell’emendamento la strada giusta per apportare queste modifiche, senza alcun confronto né coinvolgimento delle Apsp – sottolineano i tre segretari -. Entrando a gamba tesa il presidente Fugatti delegittima il ruolo di queste realtà. E resta il dubbio che queste modalità siano pensate ad arte per creare scompiglio distogliendo il dibattito pubblico dal vero nodo, cioè il fatto che non ci sia un solo euro in più né per i medici che operano nelle Rsa, né in generale per il welfare anziani rispetto alla situazione attuale. Non sono infatti sufficienti i 16 dirigenti medici previsti dalla Giunta provinciale al posto di quelli che operano attualmente per le Apsp per garantire un servizio sanitario di qualità agli ospiti delle Rsa al tempo del Covid. Servono maggiori investimenti da Parte della Provincia per ad oggi si tratta di un’operazione che non porta alcun vantaggio alle comunità perché non potenzia il servizio né a favore degli ospiti delle case di riposo, né a favore del territorio. Lo dimostra il fatto che l’operazione è a saldo zero per le casse di piazza Dante”.
La partita sull’assestamento di bilancio, in ogni caso, per Cgil Cisl Uil non è ancora chiusa e i sindacati si attendono sostanziali modifiche al testo durante il dibattito in Aula.
Trento, 16 luglio 2020

Trento 16 Luglio 2020
COMUNICATO STAMPA
Il Segretario Provinciale UIL FPL Sanità Giuseppe Varagone interviene in merito all’indennizzo del premio COVID-19 erogato tramite delibera provinciale DDL 55. Fin dall’inizio come sindacato siamo intervenuti contestando il criterio di assegnazione del premio in quanto escludeva dal beneficio economico il 70% dei Professionisti della Sanità Pubblica e il 100% dei Professionisti della Sanità Privata. Personale che in questi mesi si è messo a completa disposizione per fronteggiare questa emergenza.
Moltissimi Operatori Sanitari (Infermieri, Ostetriche, Tecnici Sanitari, Oss ecc..) che prestano servizio presso Il SOP ( Servizio Ospedaliero Provinciale ) e il Servizio Territoriale dell’APSS sono rimasti amareggiati per non aver ricevuto alcun compenso economico, pur avendo lavorato direttamente ed indirettamente a contatto con i Pazienti COVID, spesso in condizioni critiche, trasferiti d’ urgenza in altre Unità Operative per potenziare dove veniva richiesto e/o sostituire i tanti colleghi che nel frattempo si erano ammalati.
La Provincia inoltre, con il Ddl 55, ha escluso dal beneficio economico Tutti i lavoratori della sanità Privata e che in questi difficili mesi si sono prodigati nel far fronte all’emergenza COVID.
La cosa più ingiusta che abbiamo appreso è quella di molti Operatori Sanitari, che si sono ammalati durante il servizio e sono stati beffati per ben due volte: la prima allorché ad alcuni non è stato riconosciuto l’infortunio sul lavoro, la seconda perché anche esclusi dal premio COVID.
Altra ingiustizia perpetrata dall’Apss verso i propri dipendenti è quella per cui agli operatori è stato negato il congedo covid-19, che prevede dei giorni aggiuntivi per i Lavoratori con minori a casa.
Come UIL FPL Sanità chiediamo al Presidente della P.A.T. Maurizio Fugatti di rimediare immediatamente all’errore commesso stanziando nuove risorse economiche da destinare a chi ingiustamente è stato escluso e considerando anche che il decreto “Rilancia Italia” ha già destinato alla Provincia Autonoma di Trento decine di milioni di euro.
Pertanto, trascorsi 8 giorni dalla presente ed in assenza di un intervento riparatore della Provincia, come Uil Fpl sanità attiveremo lo stato di agitazione di tutto il Personale della Sanità Pubblica e Privata Trentina e ci riserviamo qualsiasi azione che riterremo più opportuno.
Giuseppe Varagone
Segretario Provinciale UIL FPL Sanità
Scarica il pdf: Premio covid UIL FPL Sanità