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PREVIDENZA COMPLEMENTARE – Sostegno della regione
La Regione contribuisce economicamente in favore degli iscritti a fondi pensione
complementare che si trovano in situazioni di difficoltà in seguito a:
– Percezione di indennità previste a livello nazionale, regionale o provinciale collegate alla
perdita di lavoro ( NASPI, MOBILITA’, DISOCCUPAZIONE AGRICOLA, ecc.)
– Percezione di indennità previste a livello nazionale, regionale o provinciale collegate alle
giornate di sospensione totale dal lavoro (CASSA INTEGRAZIONE)
Il contributo viene erogato per un minimo di 4 settimane e un massimo di 208 settimane (4
anni) nell’arco dell’intera vita lavorativa. L’ importo spettante di euro 30,00 a settimana per la
perdita del lavoro (naspi, mobilità..) e 10,00 euro a settimana per la sospensione totale dal
lavoro (cassa integrazione) verrà accreditato direttamente sulla posizione dell’aderente.
Le domande, corredate di marca da bollo, dovranno essere inviate a PENSPLAN CENTRUM
SPA al termine del periodo di difficoltà e comunque non oltre il 30 giugno del secondo anno
successivo a quello in cui la situazione di difficoltà è terminata.
REQUISITI
– Residenza in un comune della regione Trentino Alto Adige da almeno 2 anni alla data di
presentazione della domanda;
– Adesione ad un fondo pensione da almeno 2 anni al momento dell’insorgere della
situazione di difficoltà economica;
– Reddito familiare calcolato ai fini dell’ ICEF inferiore a € 30.000,00 per nuclei con un
componente.
DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
– Carta d’identità
– Estratto Conto Inps
– Dichiarazione Icef di tutti i componenti il nucleo familiare che possiedono reddito e/o
patrimonio
– Marca da bollo del valore di euro 16,00
Per informazioni contattare il Patronato Ital Uil ai numeri:
0461-376180 o 0461-376111
italtrento@uiltn.it
Scarica il pdf: LOCANDINA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Fase 2. La Giunta Fugatti come dottor Jekyll e mister Hyde
Cgil Cisl Uil: “Non si può da una parte offrire collaborazione, e dall’altra alimentare polemiche strumentali al limite dell’intimidazione. La Giunta smentisca Failoni. Noi ci siamo, ma esigiamo chiarezza e rispetto”
“La Giunta provinciale e il presidente Fugatti devono scegliere che atteggiamento assumere una volta per tutte verso le parti sociali. Non si può essere dottor Jekyll e mister Hyde, un minuto essere concilianti e collaborativi e un minuto dopo additare i sindacati come gli affossatori delle imprese e i veri nemici dei lavoratori, alimentando odio e seminando disprezzo. Ma una cosa è certa: noi non ci facciamo certo intimidire”.
I segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, chiedono alla Giunta chiarezza e coerenza. “Stamane il Presidente Fugatti ci ha convocati ad un incontro per parlare della fase 2. Abbiamo partecipato ribadendo le nostre critiche all’esecutivo ma confermando che ai tavoli su salute e sicurezza noi non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza. Il Presidente Fugatti e l’assessore Spinelli hanno, dal canto loro, ribadito la volontà di collaborare. Peccato, però, che chiuso l’incontro, l’assessore Failoni ha pubblicato un post su facebook in cui accusava i sindacati, pubblicando la foto di ciascuno di noi, di fare solo ostruzionismo, di voler affossare le imprese e di fare giochetti politici invece che tutelare i lavoratori. Sono accuse prive di fondamento, ignobili e indegne per chi ricopre una carica pubblica e fa parte dell’esecutivo provinciale. Chiediamo al presidente Fugatti di smentire il suo assessore”.
“Come abbiamo ribadito oggi nell’incontro con Fugatti – chiariscono i tre segretari generali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti –: non è il sindacato che ha bloccato le linee guida provinciali, chi lo afferma dichiara il falso. Soprattutto noi non solo abbiamo sempre collaborato, ma non abbiamo mai messo il veto o fatto ostruzionismo su nulla, prova ne sia che anche senza il nostro consenso, le linee guida provinciali, anche quelle su ristoranti, bar e negozi, sono state approvate dal Comitato salute e sicurezza. Il vero tema è che quelle linee guida le ha smentite l’Inail e adesso, come Failoni sa benissimo, senza il suo avallo o in assenza di una delega del Governo, rischiano di essere del tutto efficaci. Le imprese non hanno alcuna certezza. Ma allora perché prendersela con i sindacati? Forse per nascondere i propri errori? Non siamo stati noi a creare questa situazione di caos, dunque, ma chi ha voluto imporre a tutti i costi una fuga in avanti, non cercando il dialogo”.
L’unica strada è attendere il nuovo Dpcm che chiarirà la situazione, come già avvenuto per la ripartenza degli altri settori: l’edilizia, la silvicoltura e il manifatturiero. “Servono sicurezza per i lavoratori e i cittadini e certezze per le imprese, in attesa che, come tutti auspichiamo, gli esperti certifichino che gli effetti del virus si stanno attenuando. Fino ad allora dobbiamo riaprire con gradualità ed attenzione perché non possiamo permetterci di tornare a due mesi fa. Noi siamo disponibili a dialogare con tutti, ma non possiamo accettare intimidazioni. Ricordiamo che la Giunta è un organo collegiale. Quindi la posizione del Governo provinciale qual è?” concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.
Trento, 13 maggio 2020

Fase 2. Ristoranti e negozi, i pasticci dell’assessore provinciale al turismo e al commercio.
Cgil Cisl Uil: grazie alla gestione Failoni la riapertura per le aziende diventa un caos, senza regole certe. Intanto Inail pubblica le linee guida nazionali per bar e ristoranti.
“Evidentemente l’assessore Failoni, noto anche per essere l’albergatore che ospita il capitano Salvini nelle sue vacanze rendenere, è abituato a gestire altri tipi di tavoli rispetto a quelli provinciali sulla sicurezza. Lo giustifichiamo quindi per non aver capito che il vero problema non sono i sindacati, ma la dichiarata assenza dei rappresentanti dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, l’Inail, che rende zoppa e incerta l’efficacia delle linee guida provinciali sulla riapertura di ristoranti e negozi in Trentino. Ora, anche grazie alla sua gestione confusa, per tanti imprenditori la riapertura rischia di trasformarsi in un enorme caos, senza certezza sulle regole da applicare e dunque delle sanzioni cui si può andare incontro, senza pensare – ed la cosa che più ci preoccupa – al rischio per la salute di dipendenti e clienti. In ogni caso, se la matematica non è un’opinione, le organizzazioni sindacali al tavolo sono 3 su 33 componenti”.
I segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti rispediscono al mittente le polemiche sollevate dall’assessore provinciale al turismo sulla presunta pletora di rappresentanti dei lavoratori ai tavoli provinciali per la definizione delle linee guida di settore per le riaperture.
“Invece di valorizzare l’apporto costruttivo che tutte le parti hanno garantito nelle varie riunioni, anche quando alcuni, come noi, non hanno condiviso le scelte dell’esecutivo – incalzano i segretari generali – l’assessore non rinuncia alle battute demagogiche contro i sindacati. Evidentemente a Failoni la polemica serve a coprire i propri errori. Primo tra tutti quello di non aver neppure provato a riportare al tavolo l’Inail, il soggetto che vigila sulla salute e sicurezza di chi lavora. Per fortuna, a tempo di record, oggi Comitato tecnico-scientifico nazionale e Inail hanno pubblicato le prescrizioni per la tutela della salute nel settore della ristorazione. Ora si può, anzi si deve, armonizzare subito il documento provinciale con quello nazionale altrimenti le aziende non sapranno più che fare. Vedremo se l’assessore coglierà l’occasione per correggersi. Perché come si dice, errare è umano, perseverare diabolico”.
Per i sindacati infatti, il mancato coordinamento tra le disposizioni territoriali e nazionali, oltre a rendere del tutto ingestibile per le imprese la ripresa delle attività economiche di bar e ristoranti, rischia di aprire un contenzioso con lo Stato. “Ricordiamo alla Giunta – chiosano Grosselli, Bezzi e Alotti – che la legge della Provincia autonoma di Bolzano sulle riaperture è stata impugnata dallo Stato anche sulla parte riguardante le regole per la tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Neppure l’art. 30 del disegno di legge provinciale, approvato domenica mattina, permette deroghe ai protocolli e alle linee guida nazionali. Quindi è indispensabile riconvocare immediatamente l’Inail al Comitato di coordinamento salute e sicurezza e rimediare velocemente al caos che si sta creando. Altrimenti a pagarne le conseguenze saranno imprenditori, lavoratori e clienti. Di fronte all’approssimazione della Giunta, ormai non ci resta che confidare nel fatto che davvero il virus perda aggressività nelle prossime settimane ed evitare il rischio di tornare in emergenza sanitaria come due mesi fa”.
Trento, 12 maggio 2020

TUTELA LAVORATORI PER INFORTUNIO CORONAVIRUS
IL CONTAGIO AL CORONAVIRUS E’ CONSIDERATO INFORTUNIO SUL LAVORO ANCHE SE IL LAVORATORE NON PUO’ PROVARE CHE SIA AVVENUTO IN AMBIENTE DI LAVORO O NELL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ O IN ITINERE PER I SEGUENTI LAVORATORI:
- OPERATORI SANITARI
- LAVORATORI CHE OPERANO IN FRONT OFFICE O ALLA CASSA
- ADDETTI ALLE VENDITE
- PERSONALE NON SANITARIO CHE OPERA NEGLI OSPEDALI (MANUTENZIONE TECNICA, PULIZA, TRASPORTO INFERMI.
PER GLI ALTRI LAVORATORI LA SITUAZIONE SARA’ SOTTOPOSTA AD UNA VALUTAZIONE MEDICO LEGALE
SONO TUTELATI TUTTI I LAVORATORI ANCHE SE NON ASSICURATI ALL’INAIL COME AD ESEMPIO I MILITARI, LE FORZE DI POLIZIA O I LIBERI PROFESSIONISTI
IL RICONOSCIMENTO DELL’INFORTUNIO COPRE NON SOLO IL PERIODO DI MALATTIA DERIVANTE DA CONTAGIO MA ANCHE IL PERIODO DI QUARANTENA O IL PERIODO DI PERMANENEZA DOMICILIARE
LA DENUNCIA AVVIENE TRAMITE IL CERTIFICATO DI INFORTUNIO EMESSO DAL MEDICO DI BASE E INVIATO TELEMATICATICAMENTE ALL’INAIL
IL CERTIFICATO DEVE RIPORTARE TUTTI I DATI DEL LAVORATORE, DEL DATORE DI LAVORO, LA DATA DELL’EVENTO E LA DATA DI ASTENSIONE DAL LAVORO
E’ NECESSARIO ACQUISIRE LA PROVA DELL’AVVENUTO CONTAGIO (TAMPONE)
IL DATORE DI LAVORO DEVE EFFETTUARE LA DENUNCIA DI INFORTUNIO ALL’INAIL AL MOMENTO IN CUI CONOSCE L’ESITO POSITIVO DELL’AVVENUTO CONTAGIO. NEL CASO IN CUI IL DATORE DI LAVORO NON PROCEDA ALLA DENUNCIA LA STESSA PUO’ ESSERE DENUNCIATA DAL LAVORATORE TRAMITE PATRONATO
L’INFORTUNIO DECORRE DAL PRIMO GIORNO DI MALATTIA, QUARANTENA RISULTANTE DAL CERTIFICATO MEDICO
PER IL DATORE DI LAVORO QUESTI INFORTUNI NON INCIDERANNO PER IL PAGAMENTO DEL PREMIO DELL’ANNO SUCCESSIVO
PER IL LAVORATORE DIPENDENTE TALE PERIODO NON RIENTRA NEL CONTEGGIO DEL COMPORTO MALATTIA
E’ POSSIBILE CHIEDERE IL RICONOSCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICO PER EVENTUALI POSTUMI DERIVANTI DAL CONTAGIO TALE PRESTAZIONE PREVEDE UN PAGAMENTO SOLO SE LA PERCENTUALE RICONOSCIUTA E’ SUPERIORE AL 6%
NEL CASO DI DECESSO DEL LAVORATORE AI FAMILIARI SUPERSTITI SPETTA UNA PRESTAZIONE ECONOMICA UNA TANTUM PREVISTA DEL FONDO DELLE VITTIME DI GRAVI INFORTUNI SUL LAVORO
Scarica il pdf: INFORTUNIO CORONAVIRUS



