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14 Apr
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Uil Pensionati: “Tamponi sì, tamponi no… E i nostri anziani muoiono!”

Uil Pensionati: “Tamponi sì, tamponi no… E i nostri anziani muoiono!”

Il numero dei contagi da Covid-19 sta finalmente scendendo con ciò dimostrando che le misure messein campo dal Governo e dalla Provincia Autonoma stanno avendo effetto. Tutta l’attenzione è ora rivolta al contenimento delle ultime sacche di emergenza e alla fase 2 che prevederà il ritorno a una cauta ripresa.Per scongiurare una seconda ondata, il passaggio a tale fase deve essere effettuato in modo molto misurato e teso a eliminare gli ultimi focolai dell’epidemia.Fra questi, una necessaria riflessione va rivolta al mondo delle RSA che ospitano al momento sul territorio trentino molti anziani. Questo non sono esonerate dal dibattito e si dividono sulla scelta da attuare.La domanda sorge quindi spontanea: come tutelare la salute e prevenire l’infezione nelle RSA? Alcune residenze hanno abbracciato la scelta di tamponare ogni ospite presente nella casa, altre si sono attrezzate per isolare i Covid- positivi in spazi appositi creati sull’onda dell’emergenza, altre ancora si stanno interrogando sulla possibilità di rendere una RSA capofila nucleo Covid dove spostare tutte gli anziani infetti e fornire loro cure adeguate e personale competente. Bisogna tuttavia ricordare che nelle strutture residenziali lavora personale sanitario come medici, infermieri, operatori socio assistenziali e educatori che sono anch’essi esposti alla possibilità di contrarre il virus e sono soprattutto potenziali veicolatori dello stesso mettendo a rischio la salute propria, delle famiglie e degli ospiti che accudiscono. La strategia del tampone a tappeto non può quindi interessare solo gruppi di persone, ma dovrebbe essere effettuata a tutti in modo tale da individuare i positivi al virus e contenere così la propagazione dell’epidemia e sul personale sanitario e sui dipendenti della struttura. Tamponi sì, tamponi no, la situazione difficile rimane e purtroppo qualche anziano ci rimette la vita. In questa storia, si ammala il più fragile e muore di più la generazione che senza studi ha educato i propri figli, quella che seppur con scarse risorse li ha aiutati nella crisi e ha lavorato duramente nella propria vita, viene colpita la generazione di chi chiede solo di godersi i propri nipoti e tempo nella tranquillità e libertà dell’età anziana. E perché non dare loro ragione? Il tampone potrebbe essere una grande opportunità.

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14 Apr
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Coronavirus, per far ripartire il Trentino servono misure anche oltre l’emergenza

Coronavirus, per far ripartire il Trentino servono misure anche oltre l’emergenza

Primo confronto tra sindacati e la task force provinciali. “Pronti ad un patto di legislatura che rilanci lo sviluppo e l’occupazione”

“Comprendiamo l’urgenza e la necessità di adottare misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza. Queste da sole, però, non bastano per fare ripartire il Trentino. Servono interventi strutturali di medio lungo periodo che sostengano lo sviluppo, che rilancino il lavoro, definiscano le priorità degli investimenti, che riformino la macchina amministrativa e l’assetto istituzionale della Provincia”. Questo hanno detto oggi Cgil Cisl Uil del Trentino al primo incontro con la task force di esperti nominati da Piazza Dante per delineare il dopo pandemia sul nostro territorio. I tre segretari generali, che hanno partecipato al confronto in video conferenza con il gruppo guidato dal professor Zaninotto, hanno inoltre rinnovato la disponibilità del sindacato a fare responsabilmente la propria parte per definire le basi della ripartenza. “Siamo disposti a costruire un patto di legislatura per il Trentino – hanno detto Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -, ma deve essere vera concertazione su tutte le priorità dello sviluppo provinciale. Dobbiamo interrogarci da subito su misure in grado di guardare anche al dopo emergenza. La pandemia ha precipitato il Trentino, come il resto d’Italia e gran parte d’Europa, in una crisi profondissima. La risalita non sarà così rapida né automatica. Per questo dobbiamo essere pronti con scelte innovative e coraggiose, che tutelino tutta la nostra comunità. Dobbiamo puntare ad una crescita economica solida, duratura e ambientalmente sostenibile garantendo la coesione sociale. L’una dimensione non potrà prescindere dall’altra se vogliamo rialzarci”.

Da qui una seria di spunti che il sindacato ha posto all’attenzione degli esperti e che saranno al centro di nuovi confronti già entro la fine del mese. Cgil Cisl Uil hanno sottolineato l’urgenza di rimettere in moto la macchina delle riforme. Vanno rinnovati l’assetto istituzionale della Provincia e la pubblica amministrazione, anche capitalizzando gli effetti positivi dell’accelerazione che il coronavirus ha imposto nella gestione dei rapporti con i cittadini e nell’erogazione di alcuni servizi. E anche in questo senso le tre sigle sottolineano anche la necessità di investimenti nella rete digitale per favorire il lavoro agile, ma anche la formazione a distanza per scuola e università.

Sul piano economico va definito chiaramente il quadro della finanza pubblica. “Dobbiamo sapere – spiegano i sindacalisti – quali sono le disponibilità della finanza pubblica trentina e quali le possibilità di ampliare i margini del bilancio provinciale per sostenere la crescita economica. Su questo fronte la Giunta provinciale deve giocare a carte scoperte per poi definire insieme le priorità degli stanziamenti, fin dal prossimo assestamento di bilancio. Quello che non si può fare è rispondere a chi urla più forte o è più vicino alle stanze del potere. Le risorse pubbliche non vanno sprecate in mille rivoli, ma concentrate laddove è più utile”.

Cgil Cisl Uil hanno infatti sottolineato l’opportunità di ricorrere al debito, ma per sostenere la spesa per investimenti. “Va bene ripartire dai lavori pubblici e in generale qualificare la domanda pubblica di beni e servizi, ma a patto che questo crei sviluppo di qualità sul territorio. Quindi serve un pacchetto di interventi che siano davvero volano per la crescita economica, puntando sulle opere e i servizi che creano più valore aggiunto per il territorio. Il debito va ripagato e per farlo bisogna sostenere la competitività delle imprese, la qualità del lavoro e l’efficienza della pubblica amministrazione  del Trentino”.

Sul lavoro, oltre a favorire l’incontro tra domanda e offerta, rispondendo anche alle difficoltà di reperire manodopera in alcuni comparti, Cgil Cisl Uil hanno chiesto alla task force di individuare gli strumenti più efficaci per sostenere il reddito dei lavoratori. “Senza soldi le famiglie non spenderanno quando le attività economiche riapriranno e se non ripartono i consumi l’economia rischia di restare ferma, cadendo in una spirale recessiva. Interventi di sostegno solo all’offerta sarebbero assolutamente inefficaci”.

Infine i tre segretari sono intervenuti sul ritorno alla normalità. “Serve ripartire, ma bisogna farlo in assoluta sicurezza. Dunque mettendo a disposizione i sistemi di protezione individuale, favorendo modelli organizzativi che tutelino i lavoratori più fragili e mettendo anche a disposizione test specifici che individuino i soggetti positivi. Sarebbe utile inoltre mettere in rete e valorizzare tutte le competenze dei centri di ricerca trentini che stanno lavorando  sui dati epidemiologici per avere modelli di previsione sufficientemente validi per programmare la ripartenza dei vari settori”, concludono.

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14 Apr
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Poli. Protestano per l’assenza di misure di sicurezza e ricevono la trattenuta in busta paga

Poli. Protestano per l’assenza di misure di sicurezza e ricevono la trattenuta in busta paga

E’ successo ai lavoratori di un Poli di Rovereto. Sindacati: “Assurdo. I dipendenti hanno chiesto il rispetto delle norme. Questa scelta, illegittima, è una ritorsione”.

Pasqua un po’ più amara per i dipendenti del punto vendita Poli di via Craffonara a Rovereto. Nell’ultima busta paga l’azienda ha deciso di trattenere l’equivalente economico per 15 minuti di sciopero. Il 13 marzo scorso, infatti, i lavoratori erano usciti dal supermercato perché non venivano rispettate le misure di contingentamento e sicurezza imposte dalle norme per evitare il contagio per l’emergenza Coronavirus. Erano intervenute subito le forze dell’ordine imponendo il rispetto delle ordinanze sulle distanze e sul contingentamento. “Una scelta illegittima, incomprensibile e lesiva del diritto alla sicurezza  – tuonano Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs -. Nei casi in cui non siano rispettate le condizioni di sicurezza la legge prevede che il lavoratore possa astenersi dal proseguire l’attività e non deve subire alcuna penalizzazione economica. Non solo il Poli era inadempiente, ha scelto anche di umiliare i propri dipendenti. E’ inaccettabile di fronte a chi lavora rischiando la propria salute”.
A pesare non è tanto il valore della trattenuta economica, nella maggior parte dei casi minima, ma la scelta di procedere in questo modo. “Con questa scelta il Poli ha definito un ordine di priorità che mette al primo posto il proprio fatturato e l’immagine e all’ultimo la salute di chi lavora per il gruppo, anche in questi tempi difficili. Siamo sconcertati – insistono Bassetti, Avanzo e Largher -. La tutela della salute dei lavoratori deve essere al primo posto, non ci sono ragioni di business che tengano. Anche per questa ragione chiediamo fin da ora che dopo Pasqua vengano confermate le chiusure domenicali e festive”.

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14 Apr
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Lavoro. Assegno di disoccupazione integrato per i dipendenti sospesi anche per il Coronavirus

Lavoro. Assegno di disoccupazione integrato per i dipendenti sospesi anche per il Coronavirus

E’ una misura prevista nel Piano di Politiche del Lavoro. Ne ha diritto chi fa almeno 300 ore di cassa in sei mesi

 

In tempi di redditi tirati all’osso a causa dello stop imposto a quasi tutte le attività economiche dall’emergenza coronavirus, i lavoratori e le lavoratrici trentine possono contare su un piccolo aiuto aggiuntivo. Il Piano provinciale delle Politiche del Lavoro prevede infatti per tutti i dipendenti sospesi, quindi in cassa integrazione, un’indennità aggiuntiva di 1,5 euro per ogni ora di disoccupazione per chi ha una retribuzione lorda mensile fino a 2.158 euro. L’indennità cala a 1 euro l’ora per retribuzioni sopra quel limite.

“Crediamo che questa misura oggi possa essere particolarmente significativa per chi si trova a dover far quadrare i bilanci con entrate mensili ridotte – dicono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ chiaro che si tratta di una goccia nel mare. I redditi dei lavoratori hanno bisogno di essere sostenuti con interventi ben più incisivi. Per questa ragione continuiamo a chiedere alla Giunta provinciale di varare un piano di misure straordinarie per il lavoro, con risorse importanti che sostengano i lavoratori più fragili e meno tutelati, ma anche che tutelino il potere d’acquisto delle famiglie. Senza un sostegno alla domanda non ci potrà essere ripresa”.

L’indennità aggiuntiva va a tutti i lavoratori e le lavoratrici sospese, ad eccezione di quelli dell’edilizia a casa per eventi metereologici, che hanno almeno 300 ore di cassa integrazione nel semestre. E’ necessario che i lavoratori operino per aziende con sede legale in Trentino.

Perché i dipendenti vedano riconosciute questi sostegno al reddito è sufficiente che il datore di lavoro comunichi ad Agenzia il numero di ore di cassa integrazione usufruite dal singolo lavoratore.

 

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