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18 Gen
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Lease-back Arcese, ancora da pagare 17,5 milioni Il contratto scade nel 2027. Confederali: più trasparenza. La società: l’occupazione non si tocca.

18 gennaio 2018 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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18 Gen
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Arcese, serve massima trasparenza. Cgil Cisl Uil del Trentino: fondamentale la tutela dell’occupazione. L’azienda che ha avuto molto, le scelte non possono non tenere conto della responsabilità verso la comunità.

Arcese, serve massima trasparenza

Cgil Cisl Uil del Trentino: fondamentale la tutela dell’occupazione. L’azienda che ha avuto molto, le scelte non possono non tenere conto della responsabilità verso la comunità.

 

“Su Arcese stiamo assistendo ad un gioco pericoloso. Pur consapevoli che ogni imprenditore ha la piena libertà di gestire la propria azienda come meglio ritiene restiamo convinti che sia l’esito della recente sentenza del giudice del lavoro e sia la questione del nuovo compendio siano condizioni non determinanti per motivare la possibile decisione di spostare sede e attività fuori provincia”. Lo dicono i tre segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino che insieme alle categorie che seguono l’azienda non nascondono la preoccupazione per l’incertezza sul futuro della storica ditta di logistica. “E’ stato già detto ma è opportuno ribadire che Arcese è una realtà che ha dato molto al nostro territorio, ma che ha anche ottenuto molto. I conti dunque si fanno con tutte le variabili in campo e le scelte, pur nel rispetto dei diritti dell’imprenditore, non possono essere scisse dalle responsabilità che un’impresa ha verso il territorio e la comunità – aggiungono Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Abbiamo ragionevole certezza per credere che se si creeranno le condizioni ci sarà anche la possibilità di avere gli spazi di cui l’azienda ha bisogno. Mantenere l’azienda sul territorio è un valore, vanno però spiegati ancora diversi aspetti, a cominciare dall’effettivo pagamento di lease back che oggi è ancora poco chiaro. Per questa ragione auspichiamo che la situazione venga gestita responsabilmente e con la massima trasparenza da parte di tutti. Da parte nostra l’attenzione è massima per tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici. Non è ammissibile perdere 200 posti di lavoro ed è evidente che lo spostamento fuori provincia imporrebbe un costo elevatissimo, che bisogna evitare”.

 

Trento, 17 gennaio 2018

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16 Gen
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Più attenzione alla risorsa acqua…per ambiente, energia, autonomia.

Comunicato stampa 15 gennaio 2018

 

Più attenzione alla risorsa acqua…per ambiente, energia, autonomia.

 

Sono davvero interessanti e allo stesso tempo preoccupanti i dati relativi allo stato di salute della rete idrica trentina emersi da un approfondimento svolto dal Corriere del Trentino giovedì scorso e accompagnato dal commento pragmatico, assolutamente obiettivo e responsabile, del dirigente generale dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, Fabio Berlanda. Certo, sapere che nel virtuoso trentino gli 850 acquedotti pubblici trentini perdano in media il 30 per cento della risorsa acqua, con punte che arrivano fino al 60 per cento, dovrebbe far sobbalzare sulle poltrone del Consiglio provinciale i nostri rappresentanti politici senza distinzione di casacca. Non è invece così: probabilmente, in questo momento sono troppo impegnati a seguire le imminenti campagne elettorali (nazionale e provinciale). Dal rubinetto delle loro case continua inoltre a sgorgare acqua potabile senza problemi, così come dai cannoni esce la preziosa neve a uso turistico e nelle centrali—finalmente di proprietà esclusiva trentina—si produce l’energia elettrica necessaria a ridurre la bolletta energetica provinciale. Una situazione in definitiva tranquilla, almeno in apparenza. Sarà allora la Uil—un sindacato confederale—a concentrarsi su simili dati chiedendo alle forze politiche, all’amministrazione provinciale, all’assessore Mauro Gilmozzi, sempre che non sia anch’egli impegnato in qualche campagna elettorale, quali siano i provvedimenti messi in atto per tutelare un settore industriale strategico come quello legato al servizio idrico integrato lungo l’intero ciclo della risorsa acqua. Un servizio possibilmente di massima qualità, a tariffe eque per tutti, con una forte programmazione, regolazione e controllo pubblico, che dovrebbe appunto prevedere il reinvestimento degli utili nello sviluppo delle strutture e nella manutenzione dello stesso sistema idrico provinciale. Un sistema che in Trentino è lasciato nelle mani di duecento gestori diversi—in gran parte Comuni—i quali in proprio, oppure affidandosi a municipalizzate locali o a società per azioni pubblico-private, gestiscono un simile patrimonio che nella nostra provincia significa anche ambiente, turismo, energia, agricoltura, allevamento. Sappiamo bene che è ancora in alto mare il destino sia dell’acquedotto di Trento sia di quello di Rovereto e dell’asta dell’Adige; sappiamo altrettanto bene, poi, che adesso inizieranno i valzer per capitalizzare e valorizzare le concessioni delle centrali elettriche (l’ultima finanziaria ha passato la gestione del comparto a Trento e Bolzano). Non possiamo tacere inoltre i silenzi o la sottovalutazione dell’Appa riguardo allo stato ecologico non propriamente irreprensibile in cui si trovano alcuni corsi d’acqua della val di Non per via dei fitofarmaci, o delle Giudicarie per l’invasività della zootecnia; per non parlare delle manovre relative alla costruzione di decine di bacini dedicati all’innevamento artificiale (finanziati con soldi pubblici), lasciando che oltre il 30 per cento della risorsa acqua vada sprecata per la scarsa inefficiente manutenzione e gestione di sorgenti, tubazioni e sistemi idraulici. Nell’ultima legge di bilancio di tali investimenti necessari non vi è traccia. Si parla di infrastrutture, tuttavia poco viene destinato alla primaria attività di rinnovo e sistemazione della rete idrica provinciale. Si è preferito continuare a elargire agevolazioni e contributi a chi, per fini turistico-agricoli e profitto privato, utilizzerà poi quella preziosa risorsa (l’acqua) piuttosto di sfruttare i finanziamenti pubblici per sistemare la rete di un bene comune per eccellenza. È ora di voltare pagina: per rispetto dell’ambiente e dei contribuenti, ma pure per evidenti ragioni culturali, politiche, economiche e di responsabilità nell’esercizio dell’autonomia del nostro Trentino.

Walter Alotti

Segretario Generale

CSR UIL DI TRENTO

Scarica il pdf: acqua-COM150118

 

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16 Gen
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Gestione del bene acqua, molte ombre.

16 gennaio 2018 – Corriere del Trentino (altro…)

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15 Gen
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COMUNICATO UNITARIO DI VENERDÍ 12 GENNAIO 2018 INNOVAZIONE SOCIALE E POLITICHE DEL LAVORO: PIÙ SPAZIO AI LAVORATORI NELLE AZIENDE

COMUNICATO UNITARIO DI VENERDÍ 12 GENNAIO 2018

 

INNOVAZIONE SOCIALE E POLITICHE DEL LAVORO:

PIÙ SPAZIO AI LAVORATORI NELLE AZIENDE

 

 

Torna spesso la definizione di Trentino come laboratorio di sperimentazione, in campo politico e amministrativo, in campo sociale e delle politiche del lavoro. L’intervento del vicepresidente Alessandro Olivi sull’Adige offre lo spunto per soffermarsi su quest’ultima dimensione, quella del lavoro, che, dal nostro punto di vista è uno degli ambiti che dà sostanza alla definizione. E’ inconfutabile che la nostra provincia in questi anni ha compiuto importanti passi avanti sul piano delle politiche del lavoro, spingendosi a delineare soluzioni innovative che non hanno eguali nel resto del Paese. E ciò è stato possibile anche grazie ad un solido e costruttivo dialogo sociale in cui il sindacato confederale ha giocato un ruolo attivo: sono state costruite risposte ai bisogni delle persone, a chi è in cerca di un’occupazione, a chi ha perso il lavoro e rischia di scivolare in condizione di marginalità sociale, a chi si è ritrovato nell’impossibilità di rispondere alle necessità sue e della sua famiglia. Il nuovo assegno unico provinciale, il reddito di attivazione, il fondo di solidarietà territoriale ne sono la prova tangibile. Pur non volendo, però, mettersi nei panni di chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto non possiamo limitarci a vedere il buono che è stato fatto senza guardare avanti. Al di là degli indicatori economici e dei numeri di un mercato del lavoro in crescita, per molte famiglie la crisi è ancora una realtà con cui misurarsi tutti i giorni. Per questa ragione è importante interrogarci su cosa dobbiamo ancora fare. Ce lo impongono il risentimento sociale diffuso anche nella nostra comunità, le situazioni di incertezza in cui vivono molte famiglie, la frustrazione di molti giovani che non trovano un’occupazione o devono accontentarsi solo di lavoretti.

Per questo è necessario continuare ad investire in innovazione sociale e politiche del lavoro, e allo stesso tempo avere il coraggio di valutare l’efficacia degli strumenti messi in campo. Non dobbiamo avere paura di cambiare se in ballo c’è l’efficacia delle politiche adottate. A cominciare dal Fondo di solidarietà territoriale che rappresenta uno strumento dalle grandi potenzialità nelle mani delle parti sociali, considerato che si può occupare di formazione continua e riqualificazione professionale, oltreché di integrazione del reddito, e che per questo va messo in grado, dopo un anno di rodaggio, di essere pienamente operativo in tutti i propri ambiti, utilizzando al meglio le risorse di cui è dotato per sostenere imprese e lavoratori in una fase di grande trasformazione dei sistemi produttivi e dell’organizzazione del lavoro.

C’è poi il nuovo reddito di attivazione (Real) e il pacchetto di incentivi alle assunzioni stabili. Il primo strumento, che rappresenta una sperimentazione da monitorare in maniera seria, punta ad incentivare l’attivazione dei disoccupati con più di 40 anni che possono accedere ad un beneficio economico nel momento in cui assumono impieghi anche a termine. Il secondo vuole favorire l’inserimento nel mercato del lavoro di giovani, donne e disoccupati con più di 50 anni, sostenendo economicamente le imprese che puntano a garantire un’occupazione stabile ai propri neoassunti. Anche su questo fronte è necessario verificare gli effetti di questi interventi adattandoli al mutato quadro degli incentivi statali.

L’assegno unico provinciale poi va ancora rafforzato sia nella sua dimensione di strumento di inclusione sociale, sia di sostegno alle famiglie anche nell’ottica di sostenere la natalità.

C’è il grande tema della qualità del lavoro che ci ricorda come accanto alle politiche pubbliche è necessario siano centrali anche le relazioni industriali, dimensione che la contrattazione adattiva di questi anni di crisi ha fatto scivolare in secondo piano. In questo senso un importante stimolo arriva da LaReS-Laboratorio delle Relazioni di lavoro e sindacali quale luogo concreto in cui si concorre, insieme, a far crescere cultura. E’ anche ripartendo da questo luogo di confronto che si deve riaprire il dibattito sulla qualità del lavoro, tema che non può essere scisso dalla partecipazione dei lavoratori nelle imprese. Creare le condizioni per fare partecipare i lavoratori alla gestione dell’azienda aumenta la qualità del lavoro e dunque la soddisfazione di chi lavora, ma anche la competitività delle imprese. La politica può individuare, ed in parte lo ha fatto, strumenti per spingere in questa direzione, ma è ruolo delle parti sociali muoversi con determinazione su questo terreno. Fino ad oggi sono mancati coraggio e volontà, ma è anche facendo cultura delle relazioni industriali che si possono aprire spazi per innovare in questo campo.

 

Franco Ianeselli

segretario generale Cgil del Trentino

 

Lorenzo Pomini

segretario generale Cisl del Trentino

 

Walter Alotti

segretario generale Uil del Trentino

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15 Gen
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Arcese, spunta il caso Trentino Sviluppo Secondo i sindacati ad avvelenare i rapporti ci sarebbe la mancata intesa sui nuovi uffici. Petrolli (Uil): «Azienda snobbata»

14 gennaio 2018 – Corriere del Trentino (altro…)

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10 Gen
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La Uiltrasporti chiede più verificatori : «c’è penuria di verificatori negli autobus».

10 gennaio 2018 –  Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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09 Gen
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Bigliettazione e controlli a bordo. La provincia metta gli autisti nelle condizioni di svolgere agevolmente il proprio lavoro.

Bigliettazione e controlli a bordo. La provincia metta gli autisti nelle condizioni di svolgere agevolmente il proprio lavoro.

Comunicato Stampa Uil Trasporti del Trentino del 09 Gennaio 2018

 

Negli ultimi anni, i piani di contrasto ai cosiddetti “portoghesi” nella nostra provincia hanno visto, oltre ad una ridefinizione del ruolo del conducente (ora impegnato a erogare titoli di viaggio e a esercitare funzioni di controllo), un incremento dei verificatori, indispensabili in questo tipo di sistema coattivo. Recentemente, però, a fronte del pensionamento di alcuni di questi, nonché dei diversi trasferimenti legati alle numerose aggressioni subite (e puntualmente denunciate dalla nostra organizzazione), come Uiltrasporti del Trentino ci vediamo costretti a evidenziare la necessità di un immediato ripristino delle ormai falcidiate squadre di verificatori nonché di un eventuale incremento di queste figure professionali.

Se si è voluto instaurare una ferrea strategia coercitiva contro chi non è munito di regolari titoli di viaggio – con tutte le controversie che ciò può comportare – non si può far sì che ciò gravi quasi esclusivamente sui conducenti, già molto impegnati a svolgere la loro funzione principe e sostanzialmente lasciati a sé stessi in precarie condizioni di sicurezza (considerando, appunto, anche le sempre crescenti aggressioni verbali e fisiche inevitabilmente esasperate dalla repressione dell’evasione).

Se non si prenderanno immediati provvedimenti in merito, ci sentiremo autorizzati a rimettere in discussione gli accordi scaturiti dalla contrattazione aziendale.

 

Il segretario generale Uiltrasporti

Nicola Petrolli

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09 Gen
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Alotti e il fisco: «Attenzione all’evasione».

9 gennaio 2018 – Corriere del Trentino (altro…)

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08 Gen
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Evasione imprese trentine: la Uil del Trentino chiede maggior attenzione nel contrasto all’economia sommersa, contro l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva. Bort sottovaluta il fenomeno, le imprese trentine, pur a rischio più contenuto, evadono più di quelle lombarde e sudtirolesi.

        Comunicato stampa 8/1/2018

Evasione imprese trentine: la Uil del Trentino   chiede maggior attenzione nel contrasto all’economia sommersa, contro l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva. Bort sottovaluta il fenomeno, le imprese trentine, pur a rischio più contenuto, evadono più di quelle lombarde e sudtirolesi.  

I dati locali di irregolarità fiscale del Trentino non sono allarmanti tanto quanto quelli di altre regioni italiane, ma da quanto pubblicato sia da CGIA che da Istat, esistono comunque anche sul nostro territorio settori e realtà, in cui il fenomeno dell’evasione, ma ancor più dell’elusione fiscale è presente e comporta sicuramente una riduzione di gettito fiscale statale che si ripercuote poi anche sulla riduzione delle entrate fiscali della nostra autonomia.

E fisco, lavoro, giovani e previdenza sono i principali capitoli su cui si concentrerà l’azione sindacale della Uil nel 2018: tanto più nell’imminenza della competizione elettorale. In particolare questo dovrà essere l’anno di una grande vertenza fiscale da condurre insieme a Cgil e Cisl: non più rinviabile la riduzione del cuneo fiscale, per un fisco più leggero e salari e pensioni più pesanti. Pagare tutti, per pagare meno, tenendo sempre conto che lavoratori dipendenti e pensionati, soggetti a ritenuta d’acconto, difficilmente   sfuggono ai controlli del Fisco.

L’analisi del dato locale, sottovalutato  dal Presidente della Camera di Commercio trentina Gianni Bort, fa il paro con la minor incidenza, (indicazioni Cgia 2017) a livello nazionale,  delle imposte per le aziende locali e con le importanti agevolazioni fiscali e la rilevanza dei contributi pubblici alle attività imprenditoriali, turismo ed agricoltura su tutte, messi in campo dalla Provincia Autonoma di Trento. Un’ulteriore riduzione di gettito, un’evasione di 13,5 euro ogni 100 euro di gettito incassato nel 2015, quella delle imprese e dei lavoratori autonomi, che va a pesare sugli altri contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati, virtuosi certo non per vocazione, ma per il meccanismo, che solo loro riguarda, della ritenuta d’acconto.

 

Il Segretario Generale

UIL del Trentino

Walter Alotti

Scarica il pdf: evasionefiscale-COM080118

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