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12 Feb
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Case di riposo, la Uil propone di graduare le rette con l’Isee

l’Adige – 10 febbraio 2024

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12 Feb
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Industria. Ora gli stabilimenti Fedrigoni sono tutti a “stelle e strisce”

l’Adige – 09 febbraio 2024

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12 Feb
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Itea: «Sfratti, palla a Comuni e Comunità»

l’Adige – 06 febbraio 2024

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05 Feb
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«Fermare subito gli sfratti di Itea»

l’Adige – 05 febbraio 2024

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05 Feb
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Bloccano il bus per mezzora

Il T – 04 febbraio 2024

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05 Feb
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Energia. Alotti (Uil): «Azionariato popolare per il 40% di Hde»

Il T – 03 febbraio 2024

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05 Feb
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La questione giovanile è una priorità del Paese

l’Adige – 03 febbraio 2024

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05 Feb
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HDE eserciti il diritto di prelazione per acquisire la cessione delle quote di Macquarie e ricorra anche all’azionariato diffuso, creando una specifica public company.

HDE eserciti il diritto di prelazione per acquisire la cessione delle quote di Macquarie e ricorra anche all’azionariato diffuso, creando una specifica public company.

Dichiarazione stampa Walter Alotti Segretario UIL Trentino del 2.2. 2024

Molto interessante il lancio da parte di Dolomiti Energia Holding di una raccolta fondi (crowdfunding) fra i consumatori ed i residenti in Trentino per finanziare la costruzione di una nuova centrale idroelettrica in Val di Fiemme. Anche per i piccoli investitori è previsto un rendimento interessante (dell’8%) e bonus sulle bollette.

È sostanzialmente la proposta che la UIL fa da anni, ma come riorganizzazione della proprietà dell’intero sistema dell’energia idroelettrica trentina, il cui controllo è sempre a rischio per l’aleatorietà delle partecipazioni private in HDE e il ricorrente esame e riassegnazione delle concessioni alle scadenze obbligate.

Dalla stampa apprendiamo che oltre a tre fondi internazionali si possa affiancare ora una cordata di soggetti privati, anche trentini, che hanno perlomeno manifestato interesse a rilevare tutta o parte della quota del 40% di HDE in rilascio dalla banca d’investimento Macquarie. Se denota il positivo risveglio verso gli investimenti territoriali degli imprenditori trentini, è purtroppo una notizia che conferma la volontà politica di escludere il modello altoatesino di Alperia, pubblico al 100%, per la società idroelettrica trentina HDE.

Il rischio che correremo è quello che forti soci/azionisti, anche trentini non pubblici, possano puntare, legittimamente peraltro, più ai dividendi ed ai profitti, piuttosto che fare investimenti anche nelle altre energie rinnovabili e minimizzare il costo energia per le aziende e cittadini trentini.

All’orizzonte non si vedono quotazioni in borsa o matrimoni importanti, quindi la Uil rilancia l’idea, per ridurre il costo per la PAT della rilevazione delle quote di HDE oggi in possesso di mani private, di far intervenire direttamente i risparmiatori trentini sul mercato per la raccolta delle risorse necessarie, non a mezzo del crownfunding come in Val di Fiemme, ma organizzando un azionariato diffuso, magari con una public company creata appositamente, per puntare ad un controllo esclusivamente pubblico con una caratterizzazione (azioni prive di diritto di voto) delle azioni detenute dai cittadini che permetterebbe di mantenere il 100% del controllo di HDE nelle mani pubbliche ed evitare la messa sul mercato delle concessioni.

In subordine si potrebbe anche, pur di mantenere in Trentino, comunque, almeno il controllo della società di produzione idroelettrica, raccogliere una quota locale di risorse a partecipazione collettiva, anch’esse prive di diritto di voto, sufficiente a superare le offerte dei fondi internazionali competitor, per l’acquisizione del 40% in cessione dal fondo Macquarie.

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

 

Scarica il pdf: Cordate privati per rilevazione 40% HDE rev 01

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02 Feb
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Tavolo produttività. Si cambi sugli incentivi alle imprese e si punti sull’industria. Cgil Cisl Uil: scarsa propensione ad investire e piccole dimensioni frenano crescita e salari. Per ripartire vanno eliminati gli sgravi fiscali a pioggia per sostenere gli investimenti realmente produttivi

Tavolo produttività. Si cambi sugli incentivi alle imprese e si punti sull’industria. Cgil Cisl Uil: scarsa propensione ad investire e piccole dimensioni frenano crescita e salari. Per ripartire vanno eliminati gli sgravi fiscali a pioggia per sostenere gli investimenti realmente produttivi

 

Ridotta dimensione delle aziende e bassa propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo sono tra i nodi che frenano la crescita della produttività in Trentino. Il quadro è emerso nell’ambito dell’incontro del tavolo provinciale in cui siedono Ocse, Fbk, Università di Trento, Ispat, Camera di commercio e Agenzia del lavoro, oltre ai sindacati confederali e alle associazioni imprenditoriali.
“In Trentino la produttività cresce meno rispetto alle aree geografiche europee simili per dimensioni e composizione economica. Questo rallentamento riguarda in particolare l’industria – sottolineano i segretari di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Osvaldo Angiolini-. E’ chiaro che scontiamo la debolezza del nostro tessuto imprenditoriale, che non solo incide sulla bassa produttività, ma anche sui bassi salari dal momento che anche in quei comparti, come i servizi, dove l’incremento è stato in linea con le regioni europee di riferimento, le retribuzioni restano comunque più basse. In Trentino, dunque, esiste anche un problema di redistribuzione della ricchezza sulla forza lavoro”.
Per questa ragione, secondo i sindacati, è necessario spingere sul recupero di produttività stimolando le aziende ad investire. “Oggi le imprese investono troppo poco, nonostante liquidità e due anni di forte rimbalzo. In questo senso l’industria deve restare centrale nelle traiettorie di sviluppo del Trentino. Poi alcune politiche di sostegno pubbliche non funzionano come dovrebbero perché non fanno da moltiplicatore. In questi anni gli sgravi Irap indifferenziati, per esempio, non hanno prodotto più Pil, non hanno spinto la produttività né gli investimenti. Queste scelte vanno riviste. Serve sostenere chi investe in innovazione, in formazione e transizione ecologica”. Anche per questa ragione le tre confederazioni hanno rinnovato l’appello alla Giunta provinciale per avviare uno studio complessivo su tutto il sistema provinciale dei contributi alle imprese. “Una richiesta che abbiamo avanzato nell’ambito della revisione della Legge 6 e che oggi appare non più procrastinabile. E’ ora di adeguare gli interventi pubblici a contesti economici mutati rispetto a 25 anni fa”.
Cgil Cisl Uil hanno colto l’occasione di oggi per sottolineare anche la validità del lavoro di ricerca svolto e per chiedere di approfondire e ampliare ulteriormente l’analisi, estendendo lo studio ai territori vicini e maggiormente simili al Trentino, cioè Alto Adige e Tirolo, coprendo così l’area Euregio. Allo stesso tempo hanno sollecitato l’importanza di affiancare all’analisi della produttività anche uno studio sulla contrattazione per aprire una riflessione più ampia sul tema salariale.

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01 Feb
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Dolore per Roberto Conci In lutto un’intera comunità. Sindacati: «Amarezza per questa morte Questione sicurezza sottovalutata»

l’Adige – 01 febbraio 2024

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