Corriere del Trentino – 29 marzo 2023

Carriera docenti, riforma a luci e ombre. Motter (Uil) sottolinea le criticità: mobilità e criteri dubbi

TRENTO «Come ci è stata prospettata questa riforma sulla meritocrazia ha degli aspetti molto critici». Insegnante di Scuola secondaria di primo grado, nonché componente della segreteria regionale della Uil Scuola, Monica Motter mette in fila i punti dubbi del disegno di legge dell’assessore Mirko Bisesti approvato ieri dalla giunta in seduta straordinaria a partire dal ruolo organizzativo che rischia di prevalere sulla didattica. Poi c’è il tema della mobilità e quello del precariato. «Il tempo indeterminato è uno dei requisiti per accedere ai concorsi, ciò significa — sottolinea Motter — escludere un numero davvero importante di docenti. I precari sono moltissimi». Ma il tema della didattica è quello che sta più a cuore agli insegnanti: «Così come ci è stata presentata questa riforma riconosce ruoli che sono già assegnati nella scuola, le figure indicate nel disegno di legge sono altamente organizzative e sembra che abbiano ben poco a che fare con la didattica». Motter ritiene la riforma anche «pericolosa» perché «rischia di snaturare la figura dell’insegnante che ha come compito principale quello di far crescere un pensiero critico negli alunni. Deve essere riconosciuto il lavoro del docente in classe che significa approfondire e formarsi».
Il dubbio? «Gli insegnanti che non vogliono compiti organizzativi e di coordinamento, ma che desiderano solo il bene degli studenti e della scuola non avranno mai un riconoscimento», spiega ancora Motter. Meglio sarebbe, secondo la professoressa, puntare su incarichi a progetto (con una durata definita) che mantengano i docenti nello stesso ruolo senza modificarlo. Preoccupano anche i criteri di valutazione. «Non sono stati chiariti è tutto ancora molto nebuloso», continua la sindacalista. L’idea che vengano stabiliti con una delibera di giunta piace poco agli insegnanti. «Dovevano essere oggetto di un confronto tra organi competenti».
Altro tema sono le prove concorsuali: «Non si comprende come verranno fatte e con quali commissioni. Temo — riflette ancora Motter — che, come è già stato fatto in passato ci siano delle strategie che vengono sposate a priori, ci sarà Iprase che organizzerà i corsi. Temo pesanti ingerenze su quali corsi e metodologie si dovranno seguire e che chi deciderà di restare fuori da questi percorsi non troverà spazio per una prospettiva di carriera».
Poi c’è il tema della mobilità sia da e verso il Trentino, questa riforma è solo trentina, non ha esempi analoghi nel resto d’Italia, inoltre il docente «graduato» — si chiede ancora Monica Motter — se deciderà di cambiare istituto scolastico, magari per avvicinarsi a casa, sarà costretto a essere «degradato» a docente ordinario.
La riforma non convince e «ho l’impressione — continua la rappresentante della Uil — che possa essere semplicemente un contentino per tutte quelle persone che pensano che gli insegnanti non lavorino. Questa riforma sembra andare nella direzione opposta a quella che dovrebbe essere l’effettiva valorizzazione dei docenti».

 

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