Il T – 29 marzo 2023

Conbipel, allarme sui negozi

Più di 1.400 lavoratori e lavoratrici dei negozi Conbipel in tutta Italia, 15 in Trentino, sono nell’incertezza di occupazione e reddito dopo il passaggio della catena di abbigliamento che era finita in amministrazione straordinaria alle società acquirenti Btx Italian Retail and Brands, che rileva il 93% della forza lavoro, e Jd Sport Fashion, a cui passa il resto degli addetti. Chiusura di alcuni negozi, incertezza su altri, problemi sugli arretrati, clausole contrattuali svantaggiose: sono le denunce dei sindacati. In provincia lo scorso luglio ha chiuso il negozio del centro, in via San Pietro, con quattro posti di lavoro persi e due commesse ricollocate. Il punto vendita del Top Center con i suoi 10 addetti è passato a Btx e sembra non essere toccato dalle chiusure. Il negozio di Pergine è invece in capo a Jd, è chiuso per ristrutturazione e dovrebbe riaprire con la nuova insegna il 24 giugno. Delle 5 commesse, una si è dimessa, le altre 4 stanno usufruendo delle ferie.
Il commercio al dettaglio è l’unico settore dell’economia trentina che risulta in contrazione alla fine del 2022. Secondo l’indagine congiunturale della Camera di commercio, il fatturato è in calo dell’1,1%, le ore lavorate scendono del 2,4%, l’occupazione diminuisce dello 0,6%. Gli addetti complessivi sono circa 14mila, di cui il 60% donne. Sta crescendo non solo il ricorso al lavoro precario e a chiamata, ma anche il part time, soprattutto per le lavoratrici: le donne a tempo parziale sono 4.600, circa 500 in più del 2014, ma il sindacato di categoria della Uil denuncia: sono contratti sempre più al ribasso che mettono in difficoltà le madri lavoratrici.
Sul versante Conbipel, i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato a livello nazionale lo stato di agitazione dei lavoratori, lunedì c’è stato uno sciopero e un presidio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma. «Pensavamo di aver concluso la vertenza – spiega Giuseppe Zimmari della Uiltucs nazionale – ma negli ultimi mesi c’è stato un ridimensionamento del perimetro dei negozi che passano a Btx, con 14 punti vendita in chiusura, mentre il passaggio a Jd non avviene secondo le norme: l’azienda propone condizioni capestro, peggiori rispetto ai contratti attuali». I sindacati hanno chiesto al Ministero di ricostituire il tavolo di crisi:
«Sarà convocato il 27 aprile. Intanto faremo assemblee territoriali e nei posti di lavoro». «A Trento il punto vendita in centro è stato chiuso – dice Annalisa Santin della Uiltucs – Il negozio al Top Center è passato a Btx, hanno assunto tutti e rimane aperto. A Pergine, che passa a Jd, c’è la chiusura temporanea per ristrutturazione. Le dipendenti rimangono, ora sono in ferie ma il negozio dovrebbe riaprire il 24 giugno. Ci sono però i problemi nazionali sugli arretrati e i contratti da applicare».
Santin ricorda che c’è un problema di condizioni di lavoro in tutto il settore: «Soprattutto sulla conciliazione vita-lavoro delle madri lavoratrici, a cui vengono proposti part time sempre più al ribasso».

 

Scarica il pdf: IL T Conbipel ART 290323