l’Adige – 30 marzo 2023

Produttività, questione da non ignorare

C’è una questione “produttività” da sempre misconosciuta nel
nostro paese. La politica parla d’altro. Eppure, da anni ormai, è un’emergenza tutta italiana che oggi riguarda anche il Trentino. Come sindacati abbiamo chiesto per primi alla Provincia di affrontare il tema. Per farlo davvero, invece di guardare la pagliuzza, è tempo di osservare la trave.
Nel giugno del 2020 Bankitalia, nel suo rapporto annuale sulle economie di Trento eBolzano,lanciaval’allarme:diversamente dall’Alto Adige, la produttività del lavoro in Trentino, nel decennio 2007-2017, era diminuita, addirittura più della media nazionale, producendo tassi di crescita zero che sarebbero rimasti negativi senza la ripresa registrata negli anni immediatamente precedenti la pandemia. Per questo, di fronte alla crisi del Covid-19, come Cgil Cisl Uil lanciammo la proposta di un patto per lo sviluppo, il lavoro e la sostenibilità che la Giunta provinciale e le associazioni imprenditoriali purtroppo non vollero accogliere. Al centro c’era anche il tema della produttività. Tra l’altro una raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 2016 prevede l’attivazione di comitati nazionali su questo tema, oggi presenti in gran parte dei Paesi dell’area euro, ma guarda caso non in Italia. E allora, ci dicemmo, perché non colmare questo vuoto con un comitato provinciale sulla produttività? La nostra proposta divenne un emendamento delle minoranze in consiglio provinciale approvato con la legge di stabilità per il 2022.
Da qui nasce il coordinamento provinciale per la produttività e la competitività che verrà insediato stamattina in Provincia. Avrà un compito arduo, ma anche molto importante. Per noi per prima cosa dovrà distinguere tra la pagliuzza e la trave del motto evangelico. Perché, come sentenzia Bankitalia, le diverse traiettorie di Trento e Bolzano fino alla vigilia della pandemia, sono dipese dal fatto che, da Salorno in su, le dinamiche della produttività totale dei fattori e degli investimenti delle imprese e del sistema pubblico, hanno garantito un aumento, seppur non ottimale, della produttività del lavoro. Questa è la trave nel nostro occhio che non vogliamo mai vedere: l’asfittica dinamica degli investimenti privati in Trentino.
Troppo spesso ancora, quando si parla di produttività del lavoro, ci si concentra solo
sulla pagliuzza nell’occhio altrui, ossia gli assetti contrattuali e il costo del lavoro. Eppure dovrebbe essere ormai chiaro che neppure la moderazione salariale avviata negli anni ’90 e il più recente patto del 2012, hanno garantito reali incrementi di produttività, mentre le retribuzioni negli ultimi trent’anni hanno visto addirittura una riduzione del potere d’acquisto contro aumenti tra il 25 e il 33% in Paesi come Germania, Francia, Belgio e Austria che hanno un cuneo fiscale più alto di quello italiano. Non è quindi il contenimento del costo del lavoro lo strumento per far crescere la produttività, né i reiterati tentativi di scaricare per via contrattuale il rischio di impresa sui lavoratori, in assenza per di più di reali meccanismi di partecipazione.
Soprattutto non esiste un’unica politica per raggiungere quest’obiettivo, ma tutte le politiche devono convergere a migliorare i livelli di produttività, dalla qualificazione della domanda pubblica di beni e servizi ai sussidialleimpresedarendererealmente selettivi, passando per l’aumento della dotazione di capitale fisso nelle aziende private, una migliore organizzazione del lavoro in tutti i settori e lungimiranti investimenti pubblici nella transizione digitale ed ecologica così centrali per sostenere l’innovazione in Trentino.
Ecco che il Pnrr diventa la sfida decisiva anche per la nostra terra. E non è certo con progetti come i 20 milioni di euro stanziati per il recupero del borgo di Palù del Fersina, in val dei Mocheni, che il Trentino può candidarsi a vincerla. Con scelte come questa anzi si rischia di veder fallire l’occasione storica rappresentata dal Next Generation EU. A riprova che troppo spesso anche la politica provinciale, quando parla di produttività, guarda ancora la pagliuzza nell’occhio altrui e non la trave nel proprio.

Andrea Grosselli
Segretario generale Cgil

Michele Bezzi
Segretario generale Cisl

Walter Alotti
Segretario generale Uil

Scarica il pdf: ADIGE produttivita ART 300323