Il T – Giovedì 20 Febbraio 2025
Con Fugatti sanità in affanno
I sindacati | Cgil, Cisl e Uil accusano la giunta di aver raddoppiato la spesa per i privati
«Se 13mila famiglie trentine rinunciano a curarsi abbiamo di fronte l’ennesima dimostrazione che la sanità pubblica nella nostra provincia è in grave affanno. Chi non si cura lo fa perché non trova spazio nelle strutture pubbliche e non ha risorse per accedere a quelle private. Oltre ad essere molto preoccupante tutto ciò dovrebbe imporre una presa d’atto della criticità della situazione e scelte conseguenti per rimettere al centro il servizio sanitario provinciale. Il che vuol dire maggiori risorse per garantire il diritto alla cura a tutti i cittadini, per fronteggiare la drammatica carenza di organici e attrarre nuovo personale, per valorizzare concretamente chi oggi lavora nella sanità pubblica ma è in condizione di profonda frustrazione e stanchezza, ed è tentato di lasciare il proprio lavoro, come ha recentemente messo in luce anche un’indagine dell’Ordine delle professioni infermieristiche». Lo hanno detto i segretari di Cgil, Andrea Grosselli, di Cisl, Michele Bezzi, e della Uil del Trentino, Walter Largher.
«A fronte di bisogni di cura in crescita, di un progressivo invecchiamento della popolazione e anche ad una fragilità crescente, il nostro sistema è profondamente in difficoltà – hanno aggiunto i sindacalisti – Serve una svolta, che punti alla reale presa in carico delle necessità dei cittadini, ma che investa anche in un rafforzamento importante della prevenzione per gestire nel modo migliore i bisogni di salute del prossimo futuro».
«Fino ad oggi ci si è limitati a soluzioni tampone e si è pericolosamente sbilanciato il sistema a vantaggio della componente privata. La giunta Fugatti dal 2018 ad oggi ha quasi raddoppiato le risorse alla sanità privata accreditata, passando da 42,1 a 72,6 milioni di euro dell’anno scorso. Queste scelte depauperano la sanità pubblica, la rendono meno attrattiva per i professionisti sanitari e, di conseguenza, restringono la possibilità di cura dei cittadini, soprattutto quelli più fragili che devono fare i conti con liste d’attesa lunghissime», hanno aggiunto i segretari confederali.
«Ci auguriamo già dal prossimo assestamento di bilancio di vedere un cambio di passo – hanno aggiunto i sindacati – Domani saranno cinque anni dall’esplosione della pandemia. Il Covid avrebbe dovuto insegnarci l’importanza di rafforzare la sanità pubblica, la centralità delle cure territoriali, la prevenzione. Di quel tempo restano i proclami, languono le scelte concrete».
Scarica il pdf: IL T ART sanita 200225
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