Trentino, Il T – 25 febbraio 2023
Famiglie cooperative, disdetto l’integrativo: «Troppo caro»
TRENTO. Non ci sono più le Famiglie Cooperative di una volta: lavoro meno appetibile, addio al contratto integrativo. I sindacati sono già sul piede di guerra, ma in via Segantini si cerca di salvare il salvabile.
«Per continuare a mantenere attivo il servizio nei 360 punti vendita capillarmente diffusi in tutto il territorio trentino, il sistema delle Famiglie Cooperative ha la necessità di trovare una formula di contratto integrativo provinciale sostenibile nel tempo e in particolare in questo tempo, caratterizzato dall’exploit dei costi energetici e dell’inflazione che ha conseguenze rilevanti sul bilancio di molte imprese» si legge in una nota. «Siamo costretti a chiedere una rivisitazione complessiva del contratto integrativo che vada nella direzione di riconoscere un premio di risultato provinciale variabile, che dipenda cioè dai risultati raggiunti dalla Famiglia Cooperativa cui anche i lavoratori e le lavoratrici contribuiscono con il proprio impegno e operato» dice Italo Monfredini, vicepresidente vicario della Federazione. In una lettera inviata alle organizzazioni dei lavoratori la vicepresidente Paola Dal Sasso scrive: «Il ritorno di un costo aggiuntivo del 9% rispetto al contratto nazionale è improponibile per molte Famiglie Cooperative. Occorre ripartire e costruire qualcosa di innovativo (…) Se non fosse possibile chiudere positivamente l’accordo sindacale, e solo in questo caso, dal prossimo luglio le Famiglie Cooperative saranno costrette a disapplicare il contratto integrativo. Ciò significa che fino al 30 giugno lavoratori e lavoratrici continueranno a percepire il medesimo plus economico previsto dall’integrativo (oltre alla sanità integrativa e alle formule conciliative) nella speranza che sia un lasso di tempo sufficiente per ridiscutere il contenuto complessivo del contratto e trovare una mediazione, senza arrivare a scadenza e quindi alla sua disapplicazione. Per incentivare le parti sindacali a mettersi al tavolo, la delegazione della Cooperazione ha anche deciso di eliminare le due deroghe al contratto nazionale inserite attraverso la contrattazione provinciale, concedendo cioè 60 ore di permesso (e non più le 32 concordate nell’integrativo) e riavviando il conteggio degli scatti di anzianità (sospesi nell’integrativo)».
Non l’hanno presa bene i sindacati ma si vedrà nei prossimi giorni se e come reagiranno i lavoratori delle coop che rappresentano la spina dorsale del sistema. In un comunicato congiunto i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil del Trentino -Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher -hanno risposto così alla comunicazione della Federazione di bocciare la formula dell’attuale integrativo: «Abbiamo appreso con sconcerto della decisione di Federcoop di dare formale disdetta del contratto provinciale di lavoro per i dipendenti delle imprese della distribuzione cooperativa. Valuteremo quali azioni anche legali mettere in atto contro questa grave decisione. Anche per questo la settimana prossima si terrà un confronto con le delegate e i delegati del settore a livello provinciale».
Scarica il pdf: TRENTINO, IL T commercio ART 250223
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