Trentino, Corriere del Trentino – 25 febbraio 2023

Trentino, circolazione«anomala» di banconote da 200 e 500 euro

TRENTO L’ombra delle mafie si allunga anche sull’agricoltura del Trentino e gli imprenditori non vogliono essere colti impreparati. «Serve un lavoro di squadra», ragiona Gianluca Barbacovi. Il presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige non tenta di minimizzare l’alert lanciato nella relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, pubblicata nei giorni scorsi, e riflette in prospettiva partendo da una premessa: «Allo stato non ci sono situazioni per le quali ci si debba allarmare, ma è necessario monitorare, sappiamo che il rischio di infiltrazioni mafiose c’è ed è pericoloso, le forze dell’ordine stanno tenendo la situazione sotto controllo».
Secondo Barbacovi serve «un lavoro di squadra con le forze dell’ordine. È chiaro — spiega — che dove ci sono interessi la criminalità tende a infiltrarsi. Le nostre associazioni di categoria si sono già mosse e sono state date alcune indicazioni». La prima arma per Coldiretti resta la denuncia. «L’indicazione che abbiamo dato è quella di denunciare subito a fronte di sospetti o problematiche che possano far pensare a speculazioni. Conosciamo bene le vicende legate ai pascoli d’oro in Abruzzo e quindi l’attenzione è alta». La crisi economica post pandemia secondo Barbacovi non ha determinato il pericolo di infiltrazioni, ma evidentemente può aumentare i rischi. «Le aziende agricole dal punto di vista economico stanno tenendo, anche se i costi del packaging e aziendali sono alti, poi c’è l’iinflazione. Siamo molto preoccupati anche per la siccità».
Nel documento dell’antimafia viene posto l’accento anche sull’allevamento e sulle malghe che la spinta verso la modernità, l’avanzamento tecnologico e la modifica delle regole sugli affidamenti hanno reso più fragili ed esposte alla minaccia di speculatori provenienti da fuori provincia. Un fenomeno che richiama alla memoria quello della «mafia dei pascoli» che, come ha osservato la professoressa Lina Calandra , geografa dell’università dell’Aquila, nell’audizione davanti alla commissione antimafia può nascondere casi di riciclaggio di denaro. «Non possiamo abbassare la guardia», spiega l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli che ricorda l’operazione del corpo forestale mirata al contrasto delle speculazioni da parte di aziende agricole, spesso fittizie, che ha permesso di recuperare in tre anni 730mila euro. «Quello della speculazione è una minaccia molto diffusa e non riguarda solo il nostro territorio — spiega, snocciolando le azioni che la Provincia sta mettendo in campo per contrastare il fenomeno — sono stati intensificati i controlli del corpo forestale, dell’Agenzia provinciale per i pagamenti (Appag) e dei servizi veterinari.Tra gli obiettivi che ci siamo posti, al di là del controllo pascolo, c’è quello di intensificare i controlli del bestiame a valle, prima che venga portato all’alpeggio per verificare il benessere dell’animale». Zanotelli ricorda poi che la Provincia ha posto dei limiti temporali al pascolamento, che deve avvenire nel periodo compreso tra giugno e settembre, e contemporaneamente ha ridotto i parametri di conversione degli asini in unità bovina adulta al fine di evitare forzature da parte di chi guarda ai pascoli come strumento per ottenere i pagamenti diretti previsti dalla Pac mediante il minimo impegno dell’attività di alpeggio. «Ma — osserva l’assessora — serve un ragionamento un po’ più ampio e più controlli a monte dei premi incassati dall’Europa». Per quanto riguarda le malghe, invece, Zanotelli spiega che è stato fatto un disciplinare «per una gestione sostenibile e multifunzionale dei pascoli, è utile per mettere le basi per le procedure di affido. Non possiamo ritenerci esenti dal rischio delle speculazioni, per questo — aggiunge — è necessario anche sensibilizzare i gestori delle malghe».
«L’attenzione è alta», assicura anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che a margine della conferenza stampa post giunta a Nogaredo ha ricordato l’accordo con la Procura. «Le iniziative che abbiamo messo in campo vanno in questa direzione, abbiamo sottoscritto un protocollo con la Procura e il Commissariato del governo che dà la giusta attenzione a questo rischio che affronteremo anche con questo strumento innovativo. Ha un valore più ampio rispetto all’Osservatorio proposto dal consigliere Alex Marini».
Il rischio di infiltrazioni preoccupa anche il mondo sindacale che invita il «Trentino a mantenere alta la guardia». Preoccupa anche la poca consapevolezza dei cittadini. «La relazione ha messo in luce una grave sottovalutazione nella nostra comunità della possibilità che gli interessi criminali trovino occasioni di business anche nella nostra provincia — sottolineano i segretari provinciali di Cgil Cisl uil del Trentino —. L’inchiesta Perfido, ma anche le diverse operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato nel tempo alla luce sistemi di sfruttamento e lavoro nero in agricoltura e non solo, dimostrano esattamente il contrario. Per questa ragione è importantissima la massima attenzione nell’azione di prevenzione e controllo, ma è altrettanto fondamentale la reazione come comunità. Tutti gli attori economici e sociali sono chiamati a fare la loro parte, non solo sottoscrivendo protocolli e intese, seppur importanti, ma agendo in tutti i contesti in cui l’illegalità può essere contrastata».

 

Scarica il pdf: TRENTINO, CORRIERE mafia ART 250223