27 maggio 2020 – Trentino

Fugatti: «Nidi e materne riaperti dall’8 giugno». I sindacati frenano

 

Scuola. L’assessore Bisesti e la giunta vogliono accorciare i tempi e riprendere l’attività tenendola aperta fino alla fine di luglio
ma i rappresentanti dei sindacati spiegano: «Non ci sono ancora tutte le condizioni. Va garantita la sicurezza dei bambini e degli insegnanti»

TRENTO. Avanti tutta, anche a costo di far infuriare sindacati, insegnanti delle materne ed educatrici dei nidi. L’assessore Mirko Bisesti ha annunciato ieri mattina, durante una videoconferenza con le rappresentanze dei lavoratori, la volontà di riaprire i nidi e le scuole materne dal 15 giugno o anche prima, se possibile, visto che i dati sul contagio vengono considerati confortanti. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, ieri pomeriggio facendo il punto in conferenza stampa, ha addirittura anticipato i tempi dicendo che la giunta provinciale vuole riaprire nidi e materne l‘8 giugno, forse per mettere pressione a tutte le parti in gioco. Le sue parole sono state chiare: «La nostra volontà è di riaprire nidi e materne il prima possibile ora che ci sono le condizioni medico-sanitarie. Pensiamo dall’8 giugno e fino alle fine di luglio. I protocolli di sicurezza sono in dirittura d’arrivo e si tratta solo di metterli a punto». Alle perplessità dei sindacati, che sostengono che non ci sono le condizioni per riaprire, Fugatti ha risposto rilanciando la palla nel loro campo: «Se ci fosse la ripresa del contagio, vedremo. Ma ora siamo di fronte alla stabilizzazione dei dati e dobbiamo muoverci nell’interesse delle famiglie che hanno bisogno dei servizi. Auspichiamo che ci sia condivisione su questo tema. I genitori hanno necessità di mandare i figli al nido o alla materna perché devono tornare a lavorare altrimenti non sanno come andare avanti e non sanno a chi lasciarli. Se potessero farne a meno, lo farebbero volentieri, ma se sono in tanti a chiedere di riaprire nidi e materne vuol dire che non sanno come fare e noi dobbiamo dare una risposta, ora che dal punto di vista sanitario si può. Questi sono i problemi veri delle persone. Se qualcuno non è d’accordo, lo dirà. Noi crediamo che nidi e materne servono». L’assessore Bisesti poi ha spiegato che l’obiettivo di tornare all’attività vale per tutte le materne e tutti i nidi, ovvero per 13 mila bambini delle scuole per l’infanzia e circa 4 mila bambini dei nidi: «La riapertura riguarda tutte le scuole per l’infanzia e tutti i nidi. La parte medico-sanitaria ci ha detto che ci sono le condizioni di sicurezza necessarie ora gli enti gestori di nidi e materne dovranno adottare tutti gli accorgimenti per mettere in pratica i protocolli che sono stati presentati già ai sindacati. Ricordo che quello delle materne è stato illustrato la scorsa settimana e quello per i nidi nei giorni scorsi. Ora in tre settimane tutte le misure possono essere adottate». L’assessora alle politiche sociali ha anche annunciato: «Abbiamo riaperto i termini per i buoni di servizio per aiutare le famiglie che vogliono mandare i bambini ai centri estivi».
E dire che l’incontro della mattinata tra Bisesti, i dirigenti Roberto Ceccato e Emanuela Maino e i sindacati si era concluso con un nulla di fatto. Anzi, peggio. I buoni propositi dell’assessore sono naufragati contro gli scogli del realismo dei rappresentanti dei lavoratori. Alla richiesta di riaprire le materne e i nidi i sindacati hanno risposto con un no secco spiegando che ancora manca il protocollo di sicurezza approvato dalla giunta e non si può preparare tutto in meno di venti giorni. I sindacati hanno detto al massimo si può parlare di centri estivi da organizzare all’interno delle materne con il personale disponibile. Hanno anche fatto presente che riaprire per tutto il mese di luglio non si può anche a causa di problemi contrattuali, visto che a molti precari delle materne scade il contratto a fine giugno come spiega Marcella Tomasi della Uil: «Non ci sono le condizioni e che non siamo d’accordo nel riaprire. Non ci hanno detto quanto personale servirà, quante scuole vogliono riaprire e per quanti bambini. L’assessore ha anche detto che il servizio potrà anche non essere garantito a tutti i bambini. Tra l’altro i piani educativi stanno scadendo e molti insegnanti di materne ed educatori di nidi hanno il contratto in scadenza. Non si sa neanche se sono disponibili a restare al lavoro anche a luglio. E non si sa neanche se ci sono le strutture necessarie. L’assessore deve ancora incontrare i sindaci per sapere quante saranno quelle messe a disposizione dai Comuni. Per non parlare delle misure di sicurezza. Il protocollo non è stato ancora approvato. Così non ci sono garanzie per i bambini e per gli insegnanti». Cinzia Mazzacca della Cgil ci va giù dura: «La scuola è una cosa seria. Non si può improvvisare. Abbiamo fatto presente che si possono riaprire i centri estivi, che si possono usare le strutture delle materne per l’attività dei centri e, se disponibili, anche gli insegnanti. Siamo disposti a parlare di questo, ma non di riaprire la scuola. Del resto siamo gli unici che pensano questo. Tutte le altre regioni pensano ai centri estivi. E devo die che non è colpa dei sindacati. Noi ci siamo sempre stati, ma non si può arrivare a meno di tre settimane e dire: riapriamo la scuola per l’infanzia. Non c’è neanche il protocollo di sicurezza che non è stato nemmeno approvato in giunta».

Scarica il pdf: materne ART 270520