29 maggio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

I sindacati: «In 10 giorni non si può riaprire asili nido e materne»

TRENTO. Sindacati sul piede di guerra per la riapertura di nidi e materne, fissata al momento dalla Provincia per l’8 giugno. Ieri si è svolto un incontro in videoconferenza con Cgil, Cisl e Uil, l’assessore Mirko Bisesti, Roberto Ceccato, dirigente del dipartimento, e la responsabile del servizio Emanuela Maino.
Nel corso della riunione sono stati ribaditi i criteri con i quali si intende procedere per l’ammissione alle strutture. Avranno precedenza i dipendenti del settore privato, i bambini con bisogni educativi speciali e quelli che hanno almeno un genitore che lavora in ambito sanitario. In ultimo, precedenza alle famiglie numerose e al figlio più grande per ogni categoria di servizio. Durante l’incontro è stato inoltre detto che per chi non ce la farà a partire l’8 si prevede un eventuale rinvio al 15 e che, in ogni caso, con questi criteri si riuscirà ad accogliere circa il 50% dei bimbi normalmente seguiti. Con la prossima settimana, inoltre, partiranno le informative per le famiglie, al fine di verificare quanti siano effettivamente interessati a sfruttare l’opportunità, mentre per gli aspetti inerenti la sicurezza è stato convocato per oggi il tavolo apposito che si occupa di stilare linee guida e protocolli. Dall’interesse manifestato da parte delle famiglie si capirà poi quanti insegnanti riconvocare.
«Siamo rimasti delusi: rileviamo che da parte dell’assessorato non c’è la volontà di un percorso condiviso. Inoltre segnaliamo che la scuola deve essere inclusiva, ma i criteri elencatici, sui quali nutriamo diverse perplessità, sembrano più che altro volti a escludere», spiega Marcella Tomasi, segretaria della Funzione pubblica della Uil. «Non ci sembra che in 10 giorni si possa riapre in queste condizioni, con parametri escludenti e senza sapere ad oggi quante scuole effettivamente ce la faranno a ripartire. Oltretutto anche le bozze inviateci in questi giorni sulle linee guida presentano diversi punti critici. Le strutture sottodimensionate, con molto verde, forse ce la faranno ma poi ci sono le scuole di città e Trento, così come Rovereto e Pergine saranno in notevole difficoltà. Ragioniamo per riaprire in sicurezza le strutture, ma non per riaprirle per forza».

 

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