Il T – Mercoledì 5 Febbraio 2025

«Il turismo non può rovinare la società»

 

Emergenza casa, la posizione netta di Largher (Uil): «La politica intervenga»

ARCO «Non possiamo permettere che il turismo diventi la causa dello svuotamento delle nostre città». Questa la presa di posizione netta del segretario generale della Uil del Trentino, Walter Largher, che ha commentato la situazione relativa all’emergenza abitativa. «Lanciamo un allarme urgente sulla crescente crisi che sta colpendo i lavoratori residenti nelle aree a forte vocazione turistica come la zona dell’Alto Garda – spiega Largher, facendo riferimento al costante aumento dei prezzi delle abitazioni in virtù della domanda del mercato turistico. Un aumento che, come riportato più volte su queste pagine, sta rendendo sempre più difficile la possibilità di accedere ad un alloggio, sia per i residenti che per coloro che vogliono raggiungere la zona per lavorare.

«L’espansione degli affitti brevi e delle seconde case destinate ai turisti – prosegue il segretario del sindacato – ha portato a una vera e propria bolla immobiliare ed i lavoratori residenti, impossibilitati a sostenere costi abitativi sempre più alti, sono spesso costretti a trasferirsi in zone periferiche o in comuni limitrofi, lontani dai loro posti di lavoro». Un’affermazione che viene confermata dai dati demografici di Arco e Riva del Garda al primo gennaio 2025, che hanno messo in luce come diverse famiglie abbiano deciso di abbandonare le due cittadine per trasferirsi in Comuni dove il costo delle case è decisamente inferiore, come ad esempio quello di Mori. Un esodo forzato che – sottolinea Largher – «sta erodendo il tessuto sociale delle comunità locali. La diminuzione dei residenti permanenti indebolisce i legami sociali, riduce le opportunità di aggregazione e mette in crisi l’associazionismo locale. Molti eventi culturali, sportivi e sociali, che rappresentano l’anima del territorio, dipendono dal contributo imprescindibile dei volontari locali, che sono per la maggior parte residenti stabili, e la loro riduzione lenta ma inesorabile mette a rischio la continuità di manifestazioni e iniziative ormai storiche e consolidate». Pericoli che per essere evitati – aggiunge – necessitano dell’intervento della politica e delle parti sociali: «Chiediamo alle istituzioni locali interventi urgenti per politiche abitative che tutelino i residenti, regolamentando l’uso degli affitti brevi e incentivi per la costruzione di alloggi a prezzi accessibili destinati ai lavoratori».

Non solo, secondo Largher servono anche «piani di mobilità sostenibile per ridurre i costi e i tempi di spostamento». Diverse proposte, quindi, che secondo il segretario del sindacato potrebbero aiutare a risolvere quello che ad oggi rappresenta il principale problema dell’Alto Garda: «Non possiamo permettere che il turismo, risorsa importante per il territorio, diventi la causa dello svuotamento delle nostre città e della difficoltà di vivere per chi qui lavora e contribuisce alla crescita economica e sociale. È necessario un equilibrio che permetta di valorizzare il turismo senza compromettere la qualità della vita dei residenti. Solo così – conclude – potremmo garantire comunità vive, coese e prospere, ma questo passa attraverso scelte politiche anche forti».

Una presa di posizione netta, quindi, che arriva a seguito delle importanti considerazioni espresse nel merito dell’emergenza casa dall’antropologa Marta Villa nell’edizione de il T di ieri. L’esperta, infatti, ha sottolineato come ad oggi siano in pericolo – a causa dello spopolamento – le attività che animano lo spazio pubblico, l’associazionismo e il volontariato. Di conseguenza – ha spiegato – «può insorgere un certo isolazionismo di chi vive nel territorio». Temi, questi, che saranno approfonditi questa sera al Cantiere 26 dove a partire dalle 20.30 si terrà «Giovani e abitare in Alto Garda», un evento dedicato all’emergenza casa riflessa sulle nuove generazioni.

 

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