15 novembre 2019 – Trentino

L’allarme delle coop sociali «Siamo a rischio fallimento»

Welfare e appalti. Ieri l’incontro fra rappresentanti del terzo settore e quarta commissione Timori per gli affidamenti e per le risorse. L’assessora Segnana: «Le abbiamo previste in bilancio»

TRENTO. «Le cooperative sociali in Trentino rischiano il fallimento». L’allarme è stato lanciato ieri dalla Consulta provinciale per le politiche sociali, in un’audizione a Trento con la Quarta commissione del Consiglio provinciale. La colpa, hanno detto, «è delle linee guida per l’affidamento dei servizi sociali».
Nuovi criteri, effetto della riforma del welfare, che rischiano di far privilegiare la logica delle gare d’appalto rispetto alla formula della co-progettazione. La preoccupazione è stata poi condivisa anche dai sindacati confederali e dai rappresentanti delle cooperative di servizio alla persona.
Ieri all’incontro era presente anche l’assessora Stefania Segnana. Quella di ieri era un’audizione e la discussione vera e propria come ha chiarito il presidente Claudio Cia si terrà in un’altra occasione. Ma in serata l’assessora ha inviato una nota per rassicurare: «La giunta ha espressamente previsto nel prossimo bilancio la spesa per i rinnovi contrattuali. Nello specifico, verrà erogato alle comunità con aumento dei fondi a loro destinati per il finanziamento dei servizi socio assistenziali».
Ma la Consulta fa comunque una previsione: «Il rischio è che dal 2021 in poi solo cinque delle 400 cooperative sociali del Trentino sopravviveranno».
Rischio fallimento
Il riferimento al 2021 non è casuale, dato che è la scadenza fissata dalla giunta per la definizione dei nuovi criteri per l’affidamento dei servizi. La prima richiesta del terzo settore è di far slittare la scadenza, «per permettere approfondimenti e chiarimenti sul previsto cambiamento delle regole».
Massimo Occello, presidente della Consulta, sottolinea che questa richiesta è molto diffusa e nasce da un confronto con 107 rappresentanti di più di 70 realtà del terzo settore, esponenti delle Comunità di valle e assessori locali.
Il problema maggiore ha spiegato Occello è la «sostenibilità economica del sistema per l’impresa cooperativa». Per mantenere la stessa qualità, le nuove regole richiederebbero spese maggiori. Con un rischio molto concreto: «delle oltre 400 cooperative e associazioni del Trentino, quelle che riusciranno a resistere in queste condizioni si contano sulle dita di una mano». «Il rischio dice Occello è che salti il sistema trentino della cooperazione sociale. Per evitare questo pericolo servono risorse che sostengano il sistema pubblico degli affidamenti».
Al di là dei tecnicismi, la questione si può tradurre in numeri. Prendendo proprio la cooperativa di Occello come esempio. «L’utile netto è di 90 mila euro su un bilancio di quasi quattro milioni di euro. Proiettato nel 2021, la cooperativa andrà a perdere 150 mila euro e dovrà dichiarare lo stato di crisi».
Le possibili soluzioni? Per la Consulta, bisogna spingere sulla co-progettazione e non sugli appalti. Inoltre, la riforma del welfare dovrebbe essere scaglionata nel tempo. Ma soprattutto: serviranno più risorse per mantenere la qualità del servizio garantito dalle cooperative sociali: «Non è un tema da maggioranza o da opposizione. Riguarda tutto il Trentino», sostiene Occello.
«Mancano le risorse»
La questione allarma anche i sindacati: «Nel bilancio del 2020 mancano risorse per rispondere ai bisogni della cittadinanza e coprire i costi di gestione. Il protocollo di finanza locale lo conferma: rispetto all’anno passato la manovra finanziaria targata Lega non stanzia neppure un euro in più di trasferimenti alle Comunità di Valle che hanno competenza diretta nelle politiche sociali», denunciano Cgil, Cisl e Uil.
Preoccupazioni condivise anche da Anffas e da Appm, a partire dai rischi di gare d’appalto che premiano, semplicemente, chi offre i ribassi maggiori. Secondo il presidente Luciano Enderle, «il rischio è di scardinare i principi base di un sistema welfare collaudato come quello Trentino».

 

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