06 agosto 2021 –  l’Adige

Lavoro agile, obiettivo 30% nel 2023. Piano per lo smart working nel pubblico e nel privato

Sarà approvato oggi dalla giunta provinciale, in via preliminare, il piano strategico per la promozione del lavoro agile (o smart working) in Trentino, che entro agosto sarà adottato nella sua versione definitiva.
L’obiettivo dichiarato dal piano è quello di riuscire, nel triennio 2021-2023, a trasformare tra il 18% al 30% dei rapporti di lavoro in rapporto agile, per gli attualmente occupati in Trentino nel settore pubblico e in quello privato.
In valore assoluto si tratta di circa 70.000 lavoratori, nello scenario migliore del raggiungimento del 30% di smartworker (42.000 se si arriverà al 18%), che rientrano soprattutto nei ruoli di concetto (dirigente, quadro, impiegato) e tra i liberi professionisti.
Benefici per lavoratori e cittadini.
Per i lavoratori, la Provincia ritiene che il lavoro a distanza possa migliorare gli aspetti relativi al benessere lavorativo, la salubrità dell’ambiente di lavoro, l’equilibrio tra vita privata e lavorativa determinando innovazioni nell’organizzazione del lavoro.
La conseguenza di questa nuova modalità di lavorare si ritiene possa portare a un beneficio per gli utenti dei servizi pubblici, i clienti delle aziende private e più in generale i cittadini e la collettività, ma anche all’ambiente (per la ridu-
zione degli spostamenti e quindi del traffico).
Sostenibilità ambientale.
Il piano dedica un capitolo alla maggiore sostenibilità ambientale data dal ridimensionamento dei volumi di traffico legati allo spostamento casa lavoro. Dall’analisi dei dati emerge infatti che solo per quanto riguarda i dipendenti della Provincia, su un totale di 4.022 (personale di ruolo) sono ben 3.207 i dipendenti che gravitano su Trento e solo 815 lavorano in sedi periferiche. Ma sui 3.207 dipendenti solo 1.504 risiedono a Trento e dintorni, gli altri vengono da tutto il Trentino, in particolare Vallagarina (510) e Alta Valsugana (443).
Rapporto di lavoro.
Nel piano si indica come modalità «standard minimo» l’attivazione del lavoro agile basata su un accordo individuale volontario tra datore di lavoro e lavoratore, e come «standard ideale» un accordo aziendale o territoriale o un accordo individuale che recepisce i contenuti delle linee guida ovvero le indicazioni dei contratti collettivi secondo le indicazioni fornite dalle linee guida. Questo dell’accordo aziendale e non individuale è il punto più delicato del piano strategico della Provincia, che ha già sollevato le osservazioni di Cgil, Cisl e Uil in fase di consultazione preliminare, I sindacati avevano infatti chiesto alla Provincia di dare priorità alla contrattazione per l’impelmentazione dello smart working, ma nel piano non si vede nessuno strumento che incentivi la contrattazione. Per Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) è grave che si esproprino i lavoratori della possibilità di contrattare l’articolazione del proprio orario di lavoro e dei comportamenti passibili di sanzioni disciplinari che non possono in alcun modo essere fissati unilaterlamente.
Contributi ai privati.
Si prevedono finanziamenti alle imprese private attraverso gli strumenti vigenti per gli investimenti per l’acquisto di strumenti applicativi per il lavoro agile e per investimenti anti-Covid. Possibile una integrazione di fondi. Non si legano gli aiuti alla contrattazione aziendale.
Progetti pilota e cantieri.
La Provincia, come ente gestore del piano, inizierà con il progetto pilota per la formazione del «lavoratore multimodale» e la revisione degli uffici e ambienti di lavoro comprese le aree ristoro.

Scarica il pdf: ADIGE lavoro agile ART 060821