l’Adige – 12 gennaio 2023

Scuola. I prof: «Stop a gite, incontri e attività»

Insegnanti di serie B? E allora «da ora e fino a quando il nostro trattamento contrattuale non sarà equiparato a quello dei colleghi delle scuole statali non realizzeremo più attività di potenziamento didattico ed educativo, con uscite e viaggi sospesi. Non organizzeremo più incontri con esperti esterni, non parteciperemo a manifestazioni ed eventi anche istituzionali sul territorio, parteciperemo in maniera passiva alle attività collegiali, ritireremo la disponibilità a lavorare nelle commissioni e nei gruppi di lavoro, non redigeremo le prove d’esame, i piani di studio, le relazioni e i documenti non indispensabili. E, dal prossimo anno, ritireremo la disponibilità a ricoprire il ruolo di coordinatore di classe e di referente di dipartimento disciplinare e non indicheremo la preferenza di impiego delle ore aggiuntive obbligatorie con alunni».
A scrivere è un folto gruppo di insegnanti della formazione professionale provinciale. Docenti, che si dicono «delusi e sconcertati per l’esito delle trattative sul loro contratto», e che hanno preso carta e penna e inviato una accorata lettera al presidente Maurizio Fugatti, all’assessore Mirko Bisesti e al dirigente Roberto Ceccato, inviando poi l’email anche al consiglio provinciale e naturalmente anche all’Adige. E nelle giornata di ieri sono state decine e decine i professori che hanno sottoscritto e inviato la lettera. «Svolgiamo un lavoro, lo vogliamo ricordare, che in nessun aspetto può essere considerato meno impegnativo rispetto a quello dei docenti della scuola provinciale a carattere statale. Si tratta, infatti, dello stesso lavoro. Eppure il nostro contratto non è quello del personale docente e prevede un trattamento stipendiale inferiore e svantaggioso: niente ricostruzione di carriera e progressioni (scatti di anzianità) di fatto bloccate. Nei nostri Istituti di formazione professionale provinciale ci sono colleghi che dopo 18 anni di servizio sono collocati ancora nella prima posizione retributiva. Se lavorassero nella scuola “normale”, a parità di servizio prestato, si troverebbero in terza posizione, con differenze stipendiali nell’ordine delle centinaia di euro. Chiediamo a questo punto una spiegazione chiara rispetto alle motivazioni di questo trattamento stipendiale e giuridico di sfavore. Sottolineiamo che lo stipendio degli insegnanti della scuola provinciale a carattere statale è già tra i più bassi d’Europa. Il nostro è ancora inferiore. Ci dicano, amministratori e politici, se ritengono le nostre alunne e i nostri alunni indegni di avere insegnanti motivati e qualificati. Un trattamento economico così sfavorevole, infatti, disincentiva l’investimento in una carriera nella formazione professionale e crea le condizioni per un alto turn-over. Nella formazione professionale si fermeranno, e per il minor tempo possibile, gli insegnanti in attesa delle chiamate dalle altre scuole. Chi potrà essere motivato a intraprendere questa carriera di serie B?».
Come detto la clamorosa protesta è nata e cresciuta tra i docenti stessi, che si sono confrontati e hanno deciso di far sentire la loro voce. I sindacati, naturalmente, sono stati informati ma non si tratta di un’azione partita da loro.
«La protesta -spiega Pietro Di Fiore della Uil -è condivisibile. A scrivere la lettera sono i circa 200 docenti che lavorano nella formazione professionale provinciale Pertini e gli Alberghieri di Levico e Rovereto -, ma poi ci sono anche le “Fp” equiparate, ovvero Enaip, Canossiane, Artigianelli, Upt. Noi sappiamo bene la questione e riteniamo che con un minimo di buona volontà da parte della Provincia si possa arrivare a un accordo entro fine mese».
Il sindacalista spiega i perché dei docenti: «Sono così arrabbiati perché da più di due anni ci sarebbe un ordine del giorno approvato con l’impegno di Bisesti ad armonizzare il loro contratto con quello statale. Invece non è stato fatto nulla. E non esistono gli scatti di anzianità. Tra l’altro alcune misure avrebbero dei conti, ma molte altre no: si tratterebbe di prendere i mano i due contratti diversi e iniziare un percorso di armonizzazione». Il caso è naturalmente anche politico. Ricorda il consigliere Filippo Degasperi (Onda): «Era il 17 dicembre 2020 e in aula veniva approvato un mio ordine del giorno. Il testo era semplicissimo: si impegna la Giunta provinciale “ad avviare un percorso che miri ad uniformare le condizioni contrattuali dei docenti della formazione professionale provinciale a quelle del personale docente della scuola provinciale statale”. Tutti dissero sì. Ma poi la giunta non ha fatto nulla».

Scarica il pdf: ADIGE scuola ART 120123