18 maggio 2020 – Trentino

«Scuola: la Provincia investa»

L’appello. I sindacati chiedono alla giunta di assumere personale per nidi e scuole materne per permettere il ritorno all’attività didattica in piena sicurezza: «Finora hanno tagliato 12,5 milioni e siamo molto preoccupati. Ora devono stanziare fondi consistenti per i bambini»

TRENTO. «Invece di togliere 12,5 milioni dal capitolo scuola, la giunta investa sul futuro dei nostri figli e assuma educatori di nido e insegnanti di scuola materna che ce n’è un gran bisogno». Marcella Tomasi della Uil Funzione pubblica commenta così l’allarme dell’assessora all’istruzione del comune di Trento Chiara Maule secondo la quale senza assunzioni si dovranno tagliare la metà dei posti negli asili nido per mancanza di educatori. Secondo i nuovi protocolli di sicurezza che sono allo studio, infatti i gruppi nei nidi del Trentino saranno di 3 bambini per educatore. Se si pensa che attualmente i gruppi sono di 6 bambini per ciascun educatore, si comprende come le nuove regole potrebbero creare immediatamente un fabbisogno di almeno il doppio del personale. Considerando, poi, che a Trento i bambini iscritti ai nidi sono 1300, appare evidente come 650 piccoli potrebbero restare esclusi alla ripartenza se non si dovesse fare niente. La soluzione è soprattutto una: assumere. Lo hanno chiesto l’assessore Maule ma anche le sue colleghe di Rovereto e Pergine e ora anche i sindacati. Marcella Tomasi spiega che il rapporto numerico va definito al più presto e che si deve investire: «Attualmente molti educatori di nidi gestiti dalle cooperative sono in fondo di solidarietà e altre lavorano tenendo i contatti con bambini e famiglie. Sappiamo che le famiglie chiedono che l’attività riprenda e che si deve passare per un protocollo che definisca il rapporto numerico tra educatori e bambini. Ancora al tavolo della sicurezza non è arrivato nessun protocollo. Da quello dipenderà il numero di educatori necessari. Certo se, come appare ormai certo, i gruppi dovranno essere più piccoli di adesso, sarà necessario altro personale sia alle materne che all’asilo nido». Secondo i sindacati non bastano le stabilizzazioni e anche gli aumenti degli orari per i precari che attualmente fanno scampoli part time di poche ore a settimana: «Per quanto riguarda le materne, si parla di 300 stabilizzazioni. Ma quello è tutto personale che già lavora e quindi non è in più. La stabilizzazione non porterebbe a un aumento di personale per permettere di formare nuovi gruppi -spiega Marcella Tomasi -per l’asilo nido si è parlato di aumentare l’orario di chi fa poche ore, ma anche questo non porterà molto beneficio. Qui si deve assumere personale nuovo. Per quanto riguarda i nidi, poi, sarebbe più facile visto che gli enti gestori sono per la maggior parte cooperative private che possono assumere senza concorso, mentre per le materne i tempi sarebbero un po’ più lunghi. Ma non vediamo alternative all’assunzione».
Il problema sono i soldi, visto che assumere costa: «L’assessore Bisesti nell’ultimo incontro che abbiamo avuto ha detto che nell’assestamento di bilancio di luglio ci saranno risorse per poter assumere nuovo personale. Ma per fare un’operazione in grado di rispondere alle rinnovate esigenze di sicurezza ci vogliono milioni di euro e soprattutto è necessario che la giunta rimetta la scuola al centro della propria azione di governo. Ma non mi pare proprio che siamo su questa strada. Invece di aggiungere risorse, la giunta per il momento le tolte. Nell’ultima legge appena approvata dal Consiglio provinciale sono stati tagliati 12,5 milioni di euro. Soldi che sarebbero serviti ad assumere insegnanti ed educatori. Invece sono stati dirottati sulle imprese. È una scelta che mostra quanto si tenga in considerazione la scuola».
Anche Beppe Pallanch, della funzione pubblica della Cisl, fa notare come nel settore scuola, anche per quanto riguarda il personale tecnico e ausiliario si debba tornare a investire: «Con la ripresa delle attività, ci sarà bisogno di sanificazioni continue e anche di regole per il personale di cucina. Ci vorrà più personale e la Provincia lo deve capire, noi chiediamo che si investa per permettere a tutti di lavorare in sicurezza».

Scarica il pdf: scuola ART 180520