Corriere del Trentino – Giovedì 13 Febbraio 2025
Terzo mandato: «Soini sia il nostro garante»
Procedura d’urgenza: l’appello delle minoranze che temono i lavori dell’aula contingentati
TRENTO – Oggi è il giorno in cui si decide il futuro del provvedimento presentato dalla Lega che punta a introdurre il terzo mandato. Ma il voto potrebbe causare anche un precedente che andrebbe poi a ripercuotersi sull’iter legislativo dell’intera Provincia. Le opposizioni, infatti, hanno paura che, mediante una «forzatura» del regolamento da parte del presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, vengano contingentati i tempi anche del dibattito in aula. Se questo dovesse avvenire non sarebbe possibile per la minoranza proporre ordini del giorno o, semplicemente, attuare una strategia ostruzionistica come fatto sul ddl Valdastico.
Ma andiamo con ordine. Martedì scorso, con un atto a sorpresa, il centrodestra (escluso Fratelli d’Italia) ha chiesto la procedura d’urgenza per il disegno di legge che modifica la legge elettorale del 2003 per introdurre il terzo mandato per il presidente della Provincia. Oggi, da dopo mezzogiorno, è atteso il voto del Consiglio per decidere se accettare o meno la richiesta della procedura d’urgenza. Interverranno un consigliere a favore e uno contrario. Poi il voto sarà per alzata di mano e basterà la maggioranza dei votanti per far passare la procedura. In quel caso si partirà con un iter accelerato che porterà la discussione del ddl in aula ad aprile.
E proprio sulla discussione in aula si sono soffermate le lamentele delle minoranze: «C’è un articolo che dice che, quando fai l’ordine del giorno del Consiglio, con tre capigruppo ti puoi opporre al contingentamento dei tempi — ha spiegato Manica —. Non c’è nessuna norma che dica che se c’è una procedura d’urgenza non si può applicare questa regola». Le minoranze chiedono quindi a Soini di non associare le due questioni in quanto si creerebbe un precedente pericoloso. «Soini potrebbe forzare come fece Walter Kaswalder durante il Covid. Siccome siamo di fronte alla norma elettorale, il presidente deve avere lo spessore per capire che su questa cosa non si gioca». Il rischio è che «l’urgenza» diventi un grimaldello della maggioranza per forzare il voto su ogni norma. Un po’ come il voto di fiducia al Parlamento.
«Questa è una questione che non è di oggi — ha detto il consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi —, purtroppo c’è sempre un’interpretazione a favore della maggioranza. Il regolamento parla solo dell’urgenza sui tempi dell’istruttoria non dell’aula. Il presidente deve garantire le minoranze perché la maggioranza si garantisce da sola». E ha aggiunto: «Soini dovrebbe rimanere fuori dal contenzioso altrimenti sposa una posizione». Sulla questione il presidente Soini non si espone e ha dichiarato che ne parlerà solamente durante la riunione dei capigruppo.
Sul tema dell’urgenza si sono espressi anche i sindacati, i quali sono voluti entrare solo nel metodo della questione: «È del tutto inaccettabile chiedere una procedura d’urgenza visto che la legislatura scade tra tre anni — hanno detto i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher —. Le emergenze di cui deve occuparsi il Consiglio provinciale sono altre e molto più impattanti sulla vita dei cittadini: dalla casa all’industria, dalla sanità al lavoro povero, dal caro bollette fino al contrasto dei cambiamenti climatici. Dopo la vicenda degli aumenti a tre cifre delle indennità dei consiglieri regionali e il ritorno dei vitalizi, ecco riemergere l’autoreferenzialità della politica. Ci auguriamo che il Consiglio provinciale recuperi raziocinio e ridefinisca le priorità di discussione alla luce dei bisogni reali delle cittadine e dei cittadini, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. In caso contrario siamo pronti a far sentire la nostra voce».
Oggi l’incognita per il voto sarà Fratelli d’Italia. Il partito è da sempre contrario al terzo mandato e deve valutare se votare contro o astenersi alla richiesta della procedura d’urgenza. In caso di astensione la proposta dovrebbe passare. «Vogliamo giustamente ascoltare le motivazioni dei proponenti, che sono tra l’altro consiglieri di maggioranza, per comprendere quale sia la motivazione della richiesta d’urgenza, ascoltando quella poi valuteremo naturalmente il voto da dare in aula», ha detto il consigliere Christian Girardi.
Ma al voto finale il ddl avrà bisogno dei «Sì» di FdI per passare. Il vero tema sul tavolo è l’eventuale possibilità che Maurizio Fugatti, senza un terzo mandato, possa decidere di candidarsi alle elezioni nazionali 2027 lasciando la Provincia un anno prima e costringendo i cittadini ad andare al voto due volte in un anno (per mantenere la contestualità con il voto di Bolzano). «Questa possibilità comporterebbe comunque un disallineamento con la provincia autonoma di Bolzano perché sul primo voto ci potrebbero essere maggioranze diverse a livello regionale e quindi con una giunta da rifare soltanto per un anno. Le conseguenze sarebbero a cascata anche sulla Regione e inevitabilmente anche sulla provincia di Bolzano», ha detto la vicepresidente in quota FdI Francesca Gerosa.
La quale ha poi aggiunto: «Quando abbiamo fatto le elezioni un anno fa si sapeva che non c’era il terzo mandato e si sapeva che ci sarebbero state le elezioni politiche nel mezzo. Voglio pensare che il presidente continui a fare il presidente fino alle elezioni del 2028. Poi le decisioni sono personali e in ogni caso noi dobbiamo lavorare per non portare i trentini a votare due volte nello stesso anno».
Una delle soluzioni sul tavolo potrebbe essere quella di allungare il mandato del vicepresidente.
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