Corriere del Trentino – Mercoledì 26 Febbraio 2025
Uscita ai pasti durante il Ramadan. L’imam: «Una soluzione pratica»
L’opportunità agli alunni dell’Istituto comprensivo «Trento 5». Uil: «Buonsenso»
TRENTO
«In occasione della ricorrenza del Ramadan, si comunica ai genitori/responsabili degli studenti e delle studentesse che si atterranno al precetto del digiuno, che il tempo dell’intermensa non può subire modifiche di tipo organizzativo». Comincia così una comunicazione dell’Istituto comprensivo «Trento 5» (le tre scuole primarie Sanzio, Crispi e Gorfer e la secondaria Bresadola), che probabilmente non vuole lasciare gli studenti che osservano il Ramadan di fronte a un piatto durante l’orario dei pasti a scuola. Per questo, la dirigenza scolastica offre ai ragazzi interessati l’opportunità di «avvalersi dell’uscita anticipata da scuola, da giustificare sul libretto personale, specificando che l’uscita è in autonomia».
Una decisione che ha sollevato alcuni dubbi tra chi chiede invece l’organizzazione di attività alternative, perché i minori non finiscano a girare per le strade. Ma a spegnere ogni polemica è intervenuto proprio un rappresentante della comunità islamica trentina: «La troviamo una soluzione pratica. Rispetta infatti la volontà degli studenti che non vorrebbero abbandonare una pratica profondamente sentita — spiega Aboulkheir Breigheche, imam e presidente dell’associazione del Centro islamico culturale di Gardolo —. Noi non vogliamo che questi alunni, per partecipare volentieri ad una pratica religiosa, perdano parte del programma scolastico e restino indietro rispetto ai loro compagni. In questo modo, uscendo e rientrando, non abbandonano la scuola: escono durante l’orario di pranzo e rientrano in classe regolarmente, come i loro compagni».
Una soluzione condivisa anche dalle categorie sindacali: «Trattandosi di minori, nel momento in cui escono da scuola il dirigente scolastico deve accertarsi che ci siano i genitori, perché i ragazzi devono rientrare a scuola per il pomeriggio — spiega Pietro Di Fiore, segretario di Uil Scuola Trentino —. La dirigente scolastica si è presa una responsabilità non da poco. Ma ha fatto bene, questa è la misura più di buonsenso per andare incontro alle necessità religiose di studenti e famiglie. Rispetto, ovviamente, alle risorse di personale limitate che abbiamo». Di responsabilità ha parlato anche Breigheche: «I genitori degli alunni sono responsabili, questa soluzione è stata probabilmente presa con il consenso loro e del Consiglio d’istituto. Abbiamo la massima fiducia nei dirigenti scolastici — spiega Breigheche —. Prevedo che molti alunni, come succede durante l’ora di religione, abitando lontano rimarranno a scuola durante l’orario della mensa: non c’è niente di male, passeranno il tempo a studiare».
Poi chiarisce: «Come comunità islamica non abbiamo fatto nessuna richiesta. Non serve organizzare attività apposite, quello del Ramadan è un mese che passa presto — conclude —. Le scuole si organizzino come ritengono opportuno per gli alunni. Le famiglie che possono ritirare i figli sono contente».
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