26 aprile 2017 – Trentino

Whirlpool, occupato il 61,5% degli operai

I dati forniti da Olivi in risposta a un’interrogazione di Bezzi: solo sul fronte dei lavoratori spesi oltre 3 milioni di euro

Una montagna di soldi spesi invano (come sospetta il consigliere provinciale Giacomo Bezzi) oppure un progetto di ricollocamento dei lavoratori senza precedenti che ha dato buoni risultati e ha superato il vaglio dell’Unione Europea, come replica l’assessore all’industria Alessandro Olivi? I numeri del caso Whirlpool (di questo si tratta) si prestano a sostenere entrambe le risposte: le cifre in gioco sono ingenti (oltre 3 milioni di euro solo per l’intervento rivolto agli operai) ma oltre la metà dei lavoratori sta lavorando (il 61,5%). I dati sono contenuti nella risposta che Olivi ha fornito all’interrogazione presentata a fine novembre da Bezzi in seguito alle proteste degli operai ex Whirlpool ( per lo meno quelli che non hanno ancora trovato un altro impiego) in consiglio provinciale.

Dice Olivi che “ai lavoratori ex Whirlpool è stato assicurato il più significativo supporto in termini di politiche del lavoro attive e passive da decenni a questa parte. L’accordo sottoscritto nel luglio 2014 tra azienda, Provincia e sindacati ha consentito agli operai di beneficiare di un primo anno di cassa integrazione guadagni straordinaria a cui si è aggiunto un secondo anno autorizzato dal ministero e infine da uno a tre anni di mobilità (a seconda dell’età del lavoratore interessato). L’indennità di mobilità si legge ancora nella risposta di Olivi è stata integrata rispetto ai parametri nazionali fino a raggiungere il 100 per cento dell’ultimo salario acquisito in azienda”. Non solo, secondo l’assessore tutti i lavoratori hanno beneficiato di un incentivo all’esodo aziendale variabile tra i 20 mila e i 50 mila euro.

Ma ecco il capitolo delle spese sostenute per l’attività di ricollocamento dei lavoratori, anche attraverso l’arrivo della nuova azienda Vetri Speciali che ha preso il posto della multinazionale degli elettrodomestici. L’accordo con Whirlpool prevedeva 3 milioni (a favore della Provincia) per la contribuire al progetto di reindustrializzazione del sito e per il ricollocamento degli operai. Di queste risorse, 800 mila euro sono stati indirizzati da Whirlpool a una società di scouting (Sofit) per la ricerca di attività industriali sostitutive. Quindi i restanti 2,2 milioni sono entrati nella convenzione fra azienda e Provincia suddivisi in questo modo: 1,2 milioni per gli interventi a favore dei lavoratori e 1 milioni per cofinanziare gli interventi di Trentino Sviluppo a sostegno delle imprese subentranti (Vetri Speciali).

E quindi c’è il capitolo aperto dalla Provincia che con i fondi di Whirlpool (1,2 milioni appunto), con Fondi europei (1,8 milioni) e con l’intervento di Inps (60 mila euro) ha avviato un programma di accompagnamento professionale che ha visto coinvolti circa 500 lavoratori su circa 600 aventi diritto (454 lavoratori ex Whirlpool collocati in cassa integrazione e altri 154 lavoratori dell’indotto).

Al 4 aprile risultavano rioccupati 339 lavoratori (61,5%) e 213 disoccupati (38,5%). Nella risposta all’interrogazione non viene specificato il contratto di lavoro dei rioccupati, ma viene chiarito che i parametri utilizzati per misurare il successo (o meno) di questa iniziativa secondo l’Unione europea è del 50 per cento degli espulsi rioccupati a distanza di 12 mesi dalla perdita del lavoro. Olivi ha infine sottolineato che l’operazione della Provincia con le risorse europee rappresenta l’unico caso italiano.

Scarica il pdf: WHIRLPOOL ART 250417