25 settembre 2016 – Trentino

Buona scuola in Trentino – Clil, Montessori…esempi di Autonomia scolastica

Le schede UIL Scuola

Prosegue a cura della UIL Scuola l’analisi delle novità più importanti introdotte dalla legge provinciale 10/16, la cosiddetta “buona Scuola in salsa trentina”. Una legge che, per paradosso, non sembra raggiungere in alcun modo i due obiettivi cardine dell’iniziativa: autonomia scolastica e merito.

Sul fronte dell’autonomia scolastica è necessario ricordare come sia stata introdotta, tra il 1997 e il 1999, al fine di implementare la qualità dell’offerta formativa delle singole scuole, nel rispetto però di Indicazioni nazionali e di Piani di Studio Provinciali.

L’autonomia delle singole Istituzioni scolastiche è lo strumento potente che ha permesso di superare antinomie storiche del mondo scolastico: le ragioni del centro con quelle delle periferie, le ragioni dell’allievo con quelle delle discipline, le ragioni della scuola con quelle del fuori-scuola. Per questa via attraverso l’autonomia scolastica non si sono sostituiti i programmi scolastici, ma è stato possibile curvarli, adattarli alle specificità di ogni Scuola. Dalle rigide prescrizioni nazionali eguali dal nord al sud del nostro Paese, si è passati a Indicazioni nazionali e provinciali al fine di costruire piani di studio e quindi progetti d’istituto adattati alle singole esigenze del territorio.

La legge 10, invece, è costellata di rimandi sistematici alla facoltà della Giunta provinciale (al potere politico pro tempore) di intervenire, di imporre progetti, iniziative, metodologie. Siamo franchi, le modifiche di norma approvate non rafforzano l’autonomia scolastica, anzi: rafforzano il disegno della provincializzazione inteso come asservimento della scuola all’Autonomia politica.

La girandola delle assegnazioni degli insegnanti alle scuole, attraverso priorità e criteri fissati dai Dirigenti scolastici sulla scorta delle volontà della giunta provinciale, non implementerà la qualità dell’offerta formativa, ma il pedissequo inseguimento di mode, di obiettivi politici, magari strategici deliberati nei conchiusi di piazza Dante.

Se la vera volontà fosse quella di adempiere all’autonomia, come protetta financo della Costituzione Italiana all’articolo 117, basterebbe confermare quella (già prevista) parsimoniosa flessibilità nell’assegnazione di docenti su organico legato a quella parte progettuale specifica di ogni Istituto. Al di là delle discipline, delle materie che tutti i nostri ragazzi debbono svolgere. Chi parla di girandola di insegnanti per colpa di graduatorie e di diritti alla mobilità all’interno del nostro Paese, non vuole vedere invece che se girandola vi è stata e continua ad esserci è per volontà politica di non stabilizzare docenti precari, reiteratamente utilizzati con contratto a tempo per motivi esclusivamente economici.

 Clil, Montessori…esempi di Autonomia scolastica

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Scarica il pdf: clil-montessori-esempi-di-autonomia-scolastica-art-25916

 

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