25 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Protonterapia, Lea senza tariffe

«Pazienti, dovete aspettare» Alotti (Uil): caso tutt’altro che chiuso. Amichetti: attendiamo una soluzione

«Abbiamo sentito che la protonterapia ora rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Possiamo venire a curarci?». Dopo tre annunci in pompa magna del ministro Lorenzin (l’ultimo sabato scorso, data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale), molti pazienti da fuori regione questa settimana hanno telefonato al centro di protonterapia a colpo sicuro. Ma la risposta a cui sono stati costretti i sanitari trentini è stata «Aspettate».

«La vicenda — come denuncia Walter Alotti, segretario provinciale della Uil — è tutt’altro che chiusa». La burocrazia romana ha infatti prodotto un decreto senza tariffe e la Provincia, per non perdere altri mesi e mesi, sta già correndo ai ripari: approverà un proprio tariffario con cui scavalcare l’ennesimo ostacolo, spuntato quando la linea del traguardo sembrava già superata.

La storia

A sollevare il caso e ricostruire la vicenda è proprio Alotti. «Nel decreto Gentiloni del 12 gennaio c’era un esplicito riferimento al fatto che i Lea sarebbero stati operativi il giorno dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale».

Una settimana fa, però, sulla gazzetta ufficiale sono spuntate anche le norme transitorie secondo cui, come sintetizza Alotti, «le disposizioni in materia di assistenza specialistica ambulatoriale (tra cui anche la protonterapia, ndr) entrano in vigore dalla data di pubblicazione di un futuro decreto».

Si tratta, oltretutto, di un decreto particolarmente laborioso: secondo le norme transitorie dev’essere emanato «dal decreto del Ministro della salute di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano» e deve servire a definire «le tariffe massime delle prestazioni previste dalle medesime disposizioni».

Il problema

La conclusione, per Alotti, è che «ad oggi i Lea non sono di fatto applicabili e il centro di Protonterapia resta a piedi, con il rischio che anche le minime agibilità conquistate nel 2015/16 nel sistema pubblico sanitario nazionale grazie agli accordi con altre regioni possano entrare in crisi».

La raccomandazione è secca: «Per questo — continua Alotti — è assolutamente necessario che l’assessore Zeni, il quale ha seguito responsabilmente la questione e che purtroppo spesso si deve confrontare con il Ministero romano anche per le altre vicende della sanità trentina, approfondisca l’imbarazzante risultato dei decreti attuativi sui Lea e prestazioni collegate. L’assessore e il nutrito staff di dirigenti amministrativi dell’Azienda sanitaria devono intervenire sia per risolvere le problematiche scaturite da questa norma a doppio taglio, sia per promuovere l’accesso di pazienti stranieri al centro trentino all’interno di un “mercato” in espansione che però al momento non privilegia il centro trentino».

I medici

«Il diritto di essere curati è stato sancito attraverso il decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale», spiega Maurizio Amichetti, responsabile del centro di protonterapia.

«Dal punto di vista pratico, però, il tariffario non è ancora disponibile — continua Amichetti — e abbiamo chiesto alla Provincia di risolvere il problema almeno in via provvisoria. Ecco perché ai pazienti che non provengono dalle regioni con cui il Trentino ha già stretto un accordo abbiamo chiesto di aspettare che la situazione si chiarisca. Noi riceviamo comunque le loro cartelle cliniche e studiamo i loro casi: dal punto di vista sanitario, dunque, le attività procedono. Dal punto di vista amministrativo speriamo che le cose si risolvano al più presto».

Scarica il pdf: Protonterapia ART 250317