Corriere del Trentino – 29 febbraio 2024

Assegno unico, cresce il numero dei beneficiari. Sindacati-Fugatti, primo confronto: «Ora più dialogo»

I dati sono contenuti nella risposta della vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa a una interrogazione firmata dalla consigliera del Pd Lucia Mastri sulle politiche per la famiglia del nuovo esecutivo. E fissano il trend — in crescita — dal 2020 al 2023 dei beneficiari dell’assegno unico provinciale. Nel dettaglio, se nel 2020 i beneficiari della quota B (per la cura, educazione e mantenimento dei figli) erano stati 31.665, per un importo liquidato di 44,8 milioni, lo scorso anno la cifra dei beneficiari è salita a 34.476. Con un importo erogato di 43,6 milioni (in calo). A questi, sempre nel 2023, si sono aggiunti gli 8,2 milioni erogati per la quota C dell’assegno unico (legato all’assegno di natalità), per un totale di 9.277 beneficiari. E i 3,1 milioni della dote finanziaria per l’indipendenza dei giovani, assegnata a 209 soggetti (l’anno precedente i beneficiari erano stati solo 19, per un totale di 285mila euro). Ancora, sono stati 2,2 i milioni erogati per il bonus da 5mila euro per il terzo figlio (agevolazione introdotta lo scorso anno), per un totale di 437 beneficiari, mentre altri 865mila euro sono stati assegnati a 2.135 famiglie (già beneficiarie della quota B dell’assegno unico) nell’ambito dell’intervento straordinario per il sostegno ai costi energetici delle famiglie con figli introdotto a seguito della pandemia. Una cifra, quest’ultima, in forte riduzione rispetto all’anno precedente: nel 2022 le famiglie beneficiarie erano state ben 28.709, per un importo totale di 13,6 milioni. «Le misure economiche — scrive Gerosa — affiancate ai servizi a prezzi calmierati offerti alle famiglie con figli sul territorio provinciale, pur non avendo invertito la rotta sul calo demografico, hanno contribuito a mantenere il tasso di natalità più elevato che nel resto d’Italia». E le prospettive della nuova giunta per il futuro? «È in fase di elaborazione — anticipa la vicepresidente — lo studio delle politiche di welfare dei Paesi del Nord Europa, per acquisire una serie di buone pratiche guidate da una riflessività relazionale orientata alla costruzione di “contesti familiari” che permettano nuove attività e progettualità. Investire in politiche per la famiglia è una condizione fondamentale per poter contrastare la denatalità».
E di welfare e denatalità, ma non solo, si è discusso ieri anche nel confronto tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil, il governatore Maurizio Fugatti e l’assessore provinciale Achille Spinelli. «Come nei giorni scorsi abbiamo visto con le categorie imprenditoriali, analoga attenzione è rivolta alle organizzazioni dei lavoratori che partecipano al dibattito per la costruzione del futuro del Trentino» ha spiegato a fine incontro Fugatti. Con Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che hanno salutato con favore «il cambio di passo nel rapporto tra la giunta e le parti sociali». «Abbiamo apprezzato — hanno spiegato i tre segretari — la volontà di avviare un dialogo sociale anche con le parti sindacali. Ora ci aspettiamo un coinvolgimento concreto a partire dalla piattaforma unitaria, lanciata a settembre». A Fugatti e Spinelli i sindacati hanno chiesto interventi in primo luogo per l’occupazione «di qualità». Soffermandosi in particolare su giovani e donne. «Sappiamo come tanto lavoro povero riguardi proprio la componente femminile del mercato del lavoro e gli under 35. Su questi temi bisogna ripartire dagli Stati generali del lavoro per attuare gli interventi proposti nel documento finale». Occhi puntati anche sui salari: «Il sistema pubblico — hanno detto i segretari — deve fare la propria parte nello stanziare le risorse necessarie per garantire il recupero del potere d’acquisto sia delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici sia degli addetti degli appalti». Quindi il nodo della sanità pubblica e delle politiche abitative. «È indispensabile — hanno rilanciato Grosselli, Bezzi e Alotti — investire sulla medicina territoriale e sull’attrattività del sistema sanitario pubblico trentino per garantire a tutti i cittadini livelli di cura adeguati». Per quanto riguarda le politiche abitative, invece, i sindacati hanno riconosciuto il buon avvio del confronto con l’assessore Simone Marchiori: «Ma ora attendiamo proposte concrete in particolare per le famiglie deboli e i più giovani».

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