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Casa. Inaccettabili le parole dalla maggioranza e dei vertici Itea dopo 5 anni di immobilismo
Dichiarazioni di Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti di Cgil Cisl Uil
“Sul blocco degli sfratti e sul fondo per la morosità incolpevole le parole degli esponenti della maggioranza e della presidente Itea, Francesca Gerosa, sono inaccettabili. Questa Giunta e i partiti che governano la Provincia da cinque anni hanno affrontato il tema abitativo solo con misure demagogiche, permettendo che l’emergenza crescesse o comunque non facendo nulla per arginarla. E adesso si vuole far credere che l’istituzione del fondo per la morosità incolpevole sia una sorta di “libera tutti” per consentire agli affittuari di non pagare. E’ assolutamente falso. Il fondo, peraltro già attivato in tutto il resto d’Italia, è una garanzia sia per il proprietario dell’immobile che per l’inquilino, che può accedervi solo se si trova in situazioni di difficoltà impreviste, documentabili e da documentare. Sempre sulla base di precisi paletti. Non c’è nessun implicito messaggio a non pagare i canoni d’affitto. E ci mancherebbe che non fosse così.
Per quanto riguarda la moratoria sugli sfratti delle persone che occupano alloggi di emergenza, ribadiamo che è una richiesta che avanziamo dal 2020 insieme ad altri soggetti e restiamo convinti sia una misura di civiltà. Se oggi ci sono famiglie che stanno dentro gli alloggi di emergenza oltre il termine del regolamento non è perché così vogliono “dribblare” le graduatorie Itea, ma perché, pur in possesso dei requisiti per un alloggio popolare, non lo ottengono perché le graduatorie sono sostanzialmente bloccate: Itea ha più di mille alloggi sfitti che non è in grado di ristrutturare e immettere sul mercato e la Provincia non mette in atto nessuna politica abitativa per aumentare il numero di case popolari a fronte di un bisogno sempre crescente.
Sarebbe opportuno chiedersi, inoltre, quali sono le ragioni per cui i nuclei non escono dalla situazione di bisogno. Sicuramente c’è un problema di mercato immobiliare privato che ha costi ormai del tutto inaccessibili per molte famiglie trentine. Una situazione che si acuisce nel caso di lavoro precario, retribuzioni basse e contratti di breve durata. Situazioni economiche di fragilità rese ancor più evidenti post pandemia.
Ribadiamo dunque l’auspicio che gli emendamenti votati dalla Prima commissione siano sostenuti in Aula da Giunta e maggioranza”.
Trento, 14 luglio 2023

Rischio calore. Sopra i 35° si ferma il cantiere. Fillea e Feneal: Temperature elevate aumentano i rischi di infortuni e malori. L’azienda può ridurre o sospendere l’attività attingendo alla cassa integrazione ordinaria
L’edilizia è tra i comparti più esposti a rischio calore. E l’innalzamento delle temperature previste in questi giorni mette in allerta i sindacati delle costruzioni. Fillea Cgil e Feneal Uil ricordano che anche a fronte di temperature percepite sopra i 35° l’attività può essere ridotta o sospesa facendo ricorso alla cassa integrazione ordinaria per eventi meteo estremi. “Lavorare nei cantieri stradali, sui ponteggi, sotto il sole cocente è un rischio enorme per la salute e la sicurezza degli operai – sottolineano i segretari provinciali delle due sigle Giampaolo Mastrogiuseppe e Matteo Salvetti -. Con le alte temperature infatti aumenta il rischio di farsi male, anche a seguito di malori. Per questa ragione ricordiamo che con temperature sopra i 35° le aziende possono ricorrere alla cassa integrazione, facendone richiesta all’Inps. In queste giornate stiamo svolgendo azioni di informazione sui cantieri e a brevissimo verrà diffusa anche una circolari di Centrofor perché tutti gli operai siano consapevoli dei rischi che corrono, quali sono le buone pratiche da mettere in atto e anche quali sono i loro diritti”.
Fillea e Feneal ricordano che la soglia dei 35° è considerata da Inps non solo per le temperature reali, ma anche percepite, nel caso di particolari lavorazioni. Tra queste “i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”.
La sospensione dell’attività è chiaramente l’azione più incisiva, ma ci sono un insieme di buone pratiche da mettere in campo durante tutti i mesi estivi per evitare di incorrere nel colpo di calore, come il cambio dei turni, spostando la lavorazione la mattina presto e nelle ore pre-serali, quando possibile, l’aumento delle pause. E’ fondamentale anche che ci sia a disposizione dei lavoratori acqua e una zona d’ombra. E’ opportuno, infine, evitare lavori isolati perché in caso di malore il lavoratore non riceva aiuto in modo tempestivo.
Trento, 17 luglio 2023
NOTA UIL SU INCONTRO MINISTERO DEL LAVORO E PARTI SOCIALI SUL TEMA “EMERGENZA CALDO”
La montagna ha partorito il topolino.
Si è tenuto questa mattina l’incontro con il Ministero del Lavoro sul tema “Emergenza caldo”.
Al tavolo erano presenti le Parti sociali insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, l’Inail, l’Inps e i rappresentanti delle regioni, dei comuni e delle province autonome.
All’ordine del giorno la valutazione sulla realizzazione di un eventuale Protocollo condiviso sull’Emergenza caldo, la cui bozza ci è stata inviata, però, solo nella tarda serata di ieri, “alcune” ore dopo essere stata gentilmente inviata alle Associazioni dei datori di lavoro.
Alla resa dei conti, nessuno stop alle attività lavorative svolte con temperature sopra i 32/33 gradi centigradi, ovviamente, nel caso in cui non venissero realizzati specifici accordi di rimodulazione orari o riorganizzazione del lavoro, e questo, con lavoratori e lavoratrici, soprattutto nei settori gravemente esposti, che continuano a rischiare la loro vita in nome del profitto ad ogni costo.
La discussione di oggi, insomma, come avevamo previsto, è stata una perdita di tempo.
Nessuna vera decisione è stata presa.
Bene, certo, la promessa che la CIGO per il settore edile stia fuori dal computo delle 52 giornate. Bene la anche che la CISOA venga garantita ad ore per i tempi indeterminati in agricoltura, ma serve una copertura anche per gli stagionali che al momento ne sono esclusi.
Devono essere anche individuate misure atte a salvaguardare adeguatamente anche i lavoratori autonomi, i “rider”, le partite iva e tutti quei lavoratori “precari” ad oggi già purtroppo poco tutelati, sia per la salute che per il reddito.
La app WORKLIMATE, utilissima per la prevenzione, secondo noi, deve essere applicata obbligatoriamente.
Ma se volessimo tirare le somme ecco cosa sembra essere emerso oggi.
Dalla discussione su un Protocollo per le alte temperature siamo finiti a parlare di un Protocollo quadro sui cambiamenti climatici da declinare, poi, nei vari settori, chiesto dalle Associazioni datoriali per evitare di veder individuate responsabilità e obblighi di azione ben definiti.
Ma l’urgenza di protegger la vita delle lavoratrici ed i lavoratori la sentiamo solo noi?
Complessivamente, a valle dell’incontro, ci riteniamo insoddisfatti, poiché l’urgenza della situazione climatica critica richiederebbe azioni immediate che, al momento, ancora non vediamo.
Questo ci fa perdere tempo e non coglie l’urgenza del momento.
Ci attiveremo, comunque, con tutte le nostre strutture per monitorare la situazione in ogni luogo di lavoro per la tutela di tutte le persone lavoratrici.
Scarica il pdf: NOTA UIL_Incontro Ministero del Lavoro e Parti Sociali sul tema Emergenza Caldo
Scarica il pdf: Bozza Protocollo temperature elevate




