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Hde: Dichiarazione stampa Walter Alotti Segretario UIL Trentino del 6.7. 2023
In riferimento alle notizie di stampa circa la possibile aggregazione di una cordata di soggetti privati che hanno manifestato interesse a rilevare tutta o parte della quota del 40% di HDE in rilascio dalla banca d’investimento Macquarie, la UIL esprime forte preoccupazione e ripropone il modello altoatesino pubblico al 100% per la società idroelettrica trentina HDE.
Il rischio è quello che forti soci/azionisti trentini non pubblici, che peraltro rappresentano interessi legittimi, possano puntare più ai dividendi ed ai profitti, piuttosto che minimizzare il costo energia per le aziende e cittadini trentini.
La Uil rilancia inoltre l’idea, per ridurre il costo per la PAT della rilevazione delle quote di HDE oggi in possesso di mani private, di far intervenire direttamente i risparmiatori trentini sul mercato per la raccolta delle risorse necessarie, organizzando un azionariato diffuso, magari con una public company creata appositamente.
Walter Alotti
Segretario Generale
Uil del Trentino
Scarica il pdf: Dichiarazione Stampa UIL su cordata privati per rilevazione 40% HDE

Magazzino Sait. Il Tribunale revoca la procedura di licenziamento
Accolto il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs per condotta antisindacale. Tutti i 53 lavoratori dovranno essere reintegrati. Soddisfazione dei sindacati
Sait dovrà reintegrare tutti i magazzinieri licenziati a settembre 2022. Lo prevede il decreto del giudice Giuseppina Passarelli del Tribunale di Trento che ha accolto il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs per condotta antisindacale, revocando così la procedura di licenziamento collettivo.
Le tre organizzazioni sindacali seguite dagli avvocati Alberto Ghidoni, Laura Bianchi, Giordano Stella, Alessio Giovanazzi e Federico Fior nel loro ricorso avevano contestato, tra le altre questioni, il fatto che il Consorzio si fosse sempre opposto al confronto con le tre sigle, non permettendo a queste dunque di svolgere a pieno il loro ruolo a tutela dei lavoratori, ma anche la tempistica proposta di cessione del contratto a Movitrento e la genericità e incompletezza delle informazioni sulla procedura.
Il giudice accogliendo il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs accerta il comportamento antisindacale di Sait “consistita nell’aver impedito al sindacato di interloquire, come sarebbe stato suo diritto, nella delicata fase di formazione della decisione di procedere al licenziamento collettivo, non prospettando fin da subito la possibilità di ricorre a strumenti alternativi”. In buona sostanza i sindacati sono stati messi da Sait di fronte ad una decisione già assunta e definita, senza poter di fatto in alcun modo confrontarsi su strade alternative al licenziamento. “Ai sindacati – scrive il giudice – non è stato permesso di adempiere alla propria funzione istituzionale”. Sait, inoltre, non ha reso una comunicazione sufficiente per l’individuazione della platea di lavoratori interessati alla procedura di licenziamento.
Il giudice contesta anche la tempistica, eccessivamente ridotta, relativa alla proposta ad ogni singolo magazziniere di cessione del proprio contratto a Movitrento, “lesiva delle prerogative sindacali”. Erano disponibili appena 15 giorni, infatti, tra la data di comunicazione di avvio della procedura di licenziamento, e il termine ultimo entro il quale i magazzinieri dovevano accettare la cessione del contratto alla ditta appaltatrice. Una scelta che allora i sindacati avevano definito un inaccettabile “prendere o lasciare”.
Il decreto revoca la comunicazione di licenziamento e obbliga il Consorzio a reintegrare tutti i lavoratori licenziati.
I segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti, esprimono soddisfazione per la decisione del Tribunale “che conferma la correttezza della nostra tesi e di fatto ribadisce che quei licenziamenti sono stati messi in atto in modo scorretto, limitando attraverso la condotta antisindacale, i diritti dei lavoratori. E’ un pronunciamento importante anche perché dal nostro punto di vista ribadisce che i dipendenti non sono semplici numeri di cui disfarsi velocemente quando si ritiene non siano più utili. Esistono diritti che vanno rispettati e regole da seguire che devono valere per tutti”.
Trento, 3 luglio 2023
Scarica il pdf: decreto 28 Filcams + 2 – Sait

BANDI D’APPALTO SUL DOMICILIARE TRENTINO DESERTI – PAT E FEDERAZIONE DELLE COOPERATIVE “APRANO GLI OCCHI”
TRENTO: “L’assistenza domiciliare in Trentino, erogata dalle Cooperative del terzo settore, sta “navigando a vista… senza vento”, in criticità rimarcata dati gli ultimi bandi d’appalto andati deserti in Giudicarie e Vallagarina. Lavoratrici e lavoratori non smettono di chiamarci per un’incognita sul loro futuro, che mai si è rappresentato così nero, dipingendoci una dura realtà professionale e personale che, in assenza di incrementi economici, li sta trasformando nei “nuovi poveri”, così dichiarano Andrea Bassetti e Manuel Cescatti, rispettivamente Segretario UIL FPL EE.LL e Responsabile del settore Cooperative Sociali.
L’impatto del costo della vita, con inflazione al 16,1%, deve essere campanello d’allarme sociale, che può trovare risposte solo in stanziamenti urgenti di risorse Provinciali, vincolando le nuove Cooperative, a garanzia di standard qualitativi Trentini e non concorrendo al ribasso, per un settore già messo a dura prova data l’attuale fuga delle professioni socio-sanitarie-assistenziali.
Ci rifiutiamo come UIL FPL EE.LL. di assistere all’indifferenza continua ed assordante da parte dell’Assessorato Provinciale di riferimento e Federazione delle Cooperative Trentine.
Il settore in sofferenza da anni, per completo abbandono d’attenzione e mancate risposte ai solleciti, ha necessità urgente “d’ossigeno”, per revisione economica dell’Accordo di secondo livello Provinciale datato 2006 e non più in linea con l’attuale “sopravvivenza” del personale.
Leggiamo con favore che esponenti politici e direttamente il Presidente della Consulta Provinciale per le Politiche Sociali, facciano eco a quanto negli anni da noi sempre richiesto, ad un Assessorato richiamato ad interazioni con la Federazione delle Cooperative, in un crescendo di disattenzione e mancanza di rispetto verso chi opera tutti i giorni, a garanzia dell’assistenza domiciliare sul territorio, erogando nonostante tutto servizi essenziali verso chi ha ancora la possibilità e volontà di permanere presso il proprio domicilio.
Ricordiamo che la mancata lungimiranza politica e tecnica, cronica negli ultimi anni, l’assenza d’investimenti sul personale e continuo silenzio, di chi ad oggi chiamato a prendere decisioni, sono il risultato dell’ennesimo terremoto sociale, che il Trentino sta subendo, con conseguenze dirompenti su lavoratrici e lavoratori, tenendo conto anche della ricaduta finale sui soggetti più fragili.
“Urgente ed immediata convocazione, da parte dell’Assessorato, per un tavolo tecnico in sinergia con Federazione delle Cooperative Trentine ed Organizzazioni Sindacali, nell’incessante disponibilità della UIL FPL EE.LL. di ricercare soluzioni, a patto che ne esista concreta volontà da parte del nostro interlocutore principale”, concludono Bassetti e Cescatti.
Per la UIL FPL EE.LL. Andrea Bassetti – Manuel Cescatti

CRITICITÀ PERSONALE RSA L’ASSESSORATO ALLA SALUTE PASSI DALLE PAROLE AI FATTI – IMMEDIATA CONVOCAZIONE PER IL TAVOLO TECNICO
TRENTO. La carenza di operatori con i concorsi che rischiano di non rispondere ai fabbisogni degli ospedali e che contemporaneamente potrebbero svuotare le Rsa di personale preziosissimo, i posti letti ormai saturi nelle case di riposo trentine e il cambio delle regole sulla fornitura di farmaci e di dispositivi medici di uso corrente e materiale di medicazione e l’acquisto di armadietti oggi non più utili. La sanità e l’assistenza è in fortissima sofferenza per “l’incapacità della Provincia di ascoltare e di dare risposte”, spiegano Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Andrea Bassetti (Uil Fpl). “Sono stati 5 anni di un assessorato assente e che ha prestato poco o nulla attenzione agli allarmi lanciati da sindacati Confederali in rappresentanza di lavoratrici e lavoratori”.
La carenza di personale si fa sentire tanto nelle strutture del sistema sanitario pubblico quanto in quelle del privato. L’Azienda sanitaria, viene spiegato in una nota della Provincia, ha da poco concluso un concorso per reclutare questa figura professionale negli ospedali del Trentino, in seguito al quale ci sono una settantina di posizioni che provengono dall’ambito delle Apsp: “Al fine di non intaccare il prezioso patrimonio di personale delle Rsa abbiamo deciso di chiamare a tempo determinato gli infermieri della nostra graduatoria, inoltre valuteremo insieme agli enti gestori delle strutture, con i quali vi è sempre stato un confronto e una collaborazione costante in particolare nel periodo pandemico, un passaggio graduale che non vada ad incidere sull’attività”.
I vasi sono comunicanti, come più volte evidenziano dai sindacati. “Il concorso poi è stato bandito a tempo indeterminato – proseguono Diaspro, Pallanch e Bassetti – ma si sono accorti, tardivamente, che questo avrebbe avuto delle ripercussioni durissime sulle RSA pubbliche e private. Oggi parlano di contratto a tempo determinato ma non si possono cambiare le regole così in corsa con tanta facilità e superficialità. Abbiamo fin da subito sottolineato gli errori e i problemi di quella decisione, non siamo stati ascoltati e adesso i nodi vengono al pettine. E’ grave e una mancanza di rispetto verso gli tutti gli operatori”.
L’Apss e la Provincia sono intervenute anche per spiegare che le criticità che interessano le Rsa e la mancanza di personale “non mettono a rischio i posti letto nelle Apsp trentine”. Affermazione che, però, non convince le parti sociali. “In valle dell’Adige tra Trento e Rovereto non ci sono spazi e si rischia la bomba sociale – spiegano Diaspro, Pallanch e Bassetti – perché questa dinamica è generalizzata in grandissima parte del Trentino. La situazione è complessa e il tempo delle facili rassicurazioni è finito. I problemi sono stati sottovalutati e sarebbe ancora più grave se le autorità credono davvero che non ci siano criticità da affrontare in modo urgente”.
Capitolo somministrazione della terapia. “Non rinnovare l’accordo con le farmacie è un errore”, continuano Diaspro, Pallanch e Bassetti. “A pagare le conseguenze di queste scelte senza strategia e visioni saranno gli ospiti delle RSA. Siamo preoccupati per queste decisioni prese senza coinvolgere e consultare gli attori del settore”. Una criticità da non sottovalutare per i sindacati quelli degli armadietti farmaceutici. “Sono stati annunciati con grande clamore da piazza Dante nel 2019, sono stati finanziati e pagati e oggi si torna indietro facendo finta di nulla. Un cambio di programma che ci lascia perplessi per non dire peggio”.
Sono tanti i nodi nella sanità trentina, anche sulla pianificazione futura. “La Provincia si ostina a non togliere il numero chiuso sul polo universitario per le professioni sanitarie. Ma Verona lavora per Verona mentre il Trentino resta a guardare, passivo e senza entrare nei processi. Stesso discorso per i corsi Oss, la Fondazione Demarchi non è stata più coinvolta dall’allora assessora Borgonovo Re ma, nonostante le richieste avanzate in questi anni, non sono più stati ripristinati e si è perso tempo prezioso”.
E’ urgente convocare un tavolo tecnico. “Finalmente si decide di affrontare il problema ma l’assessora Stefania Segnana deve ascoltare realmente le criticità, rilevate da tutti gli attori del settore e non solo come mossa per la campagna elettorale, per cercare di recuperare qualche voto da chi opera e lasciato in balia degli eventi, senza una guida per 5 anni”, concludono Pallanch, Diaspro e Bassetti.
Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl EE.LL.
L. Diaspro – B. Pallanch – A. Bassetti
Scarica il pdf: COMUNICATO OO.SS. – CRITICITA’ PERSONALE RSA – IMMEDIATA CONVOCAZIONE PER IL TAVOLO TECNICO – 1.07.2023