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14 Feb
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Regione, l’ente va rafforzato nella logica dell’Euregio. La giunta lavori a costruire sinergie con Bolzano e Innsbruck. Così si rafforza l’Autonomia

Regione, l’ente va rafforzato nella logica dell’Euregio. La giunta lavori a costruire sinergie con Bolzano e Innsbruck. Così si rafforza l’Autonomia

“L’Autonomia non è un fortino né una rendita di posizione. E’ una dimensione dinamica che va continuamente rafforzata e rinnovata. In questo quadro la Regione può e deve avere un ruolo importante”. Intervengono così i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino sul dibattito relativo al futuro dell’ente regionale. “Non si può ridurre la Regione ad una scatola vuota – dicono Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E non crediamo che l’Autonomia delle due Province sia alternativa all’ente regionale. Al contrario è rinnovando il ruolo della Regione che si rafforzano Trentino e Alto Adige”.

Un tema che secondo le tre sigle va tradotto in concreto all’interno di un ragionamento più ampio che deve coinvolgere anche il Tirolo per dare gambe all’Euregio e che non può non muoversi all’interno di una cornice di riferimento più ampia che è l’Unione Europea. “Su molte partite strategiche, dallo sviluppo economico al welfare, dall’istruzione al lavoro, dall’energia alla tutela dell’ambiente, alla salute Trento e Bolzano devono imparare a dialogare e collaborare tra loro. Al contrario si assiste sempre più frequentemente a scelte portate avanti in solitaria, come la recente questione della facoltà di medicina o il tema dell’AutostrAda del Brennero— ricordano i tre segretari -. E’ assurdo chiudersi in una logica di autosufficienza, o peggio, come sembra di voler fare la giunta Fugatti, di sudditanza rispetto alle vicine regioni Veneto e Lombardia, accomunate al Trentino esclusivamente per il colore della maggioranza politica che le governa. In questo senso crediamo che chi siede al vertice della Provincia di Trento abbia la responsabilità di continuare ad alimentare le prerogative di Autonomia della nostra terra, non sottoponendosi a logiche di temporanea convenienza politica”.

Trento, 13 febbraio 2020

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13 Feb
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Conciliazione vertenza trasporti: nulla di fatto

13 febbraio 2020 – Trentino

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13 Feb
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Bonus gas. Ecco i Caf convenzionati

13 febbraio 2020 – Trentino

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13 Feb
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Scuola. Nel contratto attenzione ai diritti

13 febbraio 2020 – Corriere del Trentino

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12 Feb
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Comunità di Valle. I sindacati: «La riforma dev’essere condivisa»

12 febbraio 2020 – Trentino

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12 Feb
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Assistenza, il settore occupa 9 mila addetti e vale 90 milioni I sindacati: «Vengano garantiti servizi di qualità»

12 febbraio 2020 – Corriere del Trentino

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12 Feb
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Comunità di Valle, la riforma deve essere condivisa

Comunità di Valle, la riforma deve essere condivisa

Cgil Cisl Uil: al di là delle promesse elettorali non si sa nulla delle intenzioni della giunta. Non si può riformare l’assetto istituzionale senza coinvolgere territori e parti sociali

 

Riforma delle Comunità di Valle, questa sconosciuta. Verrebbe da pensare così se non fosse per le informazioni che in modo estemporaneo e del tutto disorganico l’assessore Gottardi dà di tanto in tanto. Apprendiamo oggi che la riforma dovrebbe essere conclusa alla fine di quest’anno e ad oggi non è stato avviato nessun dialogo con le parti sociali né con i territori”. Cgil Cisl Uil non nascondono il loro stupore di fronte all’ipotesi che da maggio prossimo fino al completamento della riforma le comunità di Valle siano rette da commissari. “Ridefinire l’assetto istituzionale del Trentino, i rapporti tra Provincia, comuni ed enti intermedi, è una questione di importanza fondamentale, che ha ricadute significative anche sull’economia e sui lavoratori che operano nelle amministrazioni ai vari livelli – sottolineano con rammarico i segretari Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Pensare di farlo senza aver aperto, almeno fino a questo momento, alcun dialogo con i territori e le parti sociali è inconcepibile. Non si può disegnare una riforma di questa entità senza un percorso condiviso”.

Perplessità, quelle delle tre confederazioni, che in realtà non sono un’eccezione. Lo stesso Consorzio dei Comuni ha criticato recentemente l’ipotesi di riforma, puntando il dito proprio sulla scarsità di informazioni e l’assenza di coinvolgimento. L’unica certezza, quasi un mantra ripetuto dalla campagna elettorale, è che si vogliono superare le Comunità di Valle. Come ciò dovrà avvenire e in quale quadro verranno definiti i rapporti tra Provincia, amministrazioni comunali e comunità resta un rebus.

E anche sulle ipotesi di affidare la guida delle Comunità a dei commissari dopo le elezioni amministrative stupisce i sindacati. “Le Comunità di Valle hanno importanti compiti politici. Si pensi solo alle competenze in ambito socio-assistenziale. Da qui a giugno dell’anno prossimo dovranno essere affidati servizi per 90 milioni euro. Come si procederà se non c’è un organismo politico che assume le decisioni? I commissari si faranno carico di questa responsabilità?”, incalzano i tre segretari.

Per queste ragioni Cgil Cisl Uil invitano la giunta provinciale ad aprire nel più breve tempo possibile un tavolo di confronto con i territori e le parti sociali.

 

Trento, 11 febbraio 2020

Scarica il pdf: 20200211_comunità di valle

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12 Feb
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Assistenza. CGIL CISL UIL: “Appalti residuali, si punti su innovazione e tutele per gli operatori sociali”

Assistenza. CGIL CISL UIL: “Appalti residuali, si punti su innovazione e tutele per gli operatori sociali”

Via libera della Giunta a linee guida sugli affidamenti e nuovo catalogo dei servizi. “Garantire le prestazioni a minori, anziani, adulti e disabili senza ridurre gli attuali livelli di qualità e competenza”.

 

La Giunta provinciale, nella seduta di venerdì 7 febbraio, ha approvato il nuovo catalogo dei servizi socio-assistenziali e le linee guida per gli affidamenti degli stessi servizi agli enti del terzo settore. “Si tratta di due atti attesi da tempo – ricordano CGIL CISL UIL per bocca dei segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Marcella Tomasi – che hanno un’importanza decisiva non foss’altro per il fatto che riguardano 9mila addetti di associazioni e cooperative sociali operanti in Trentino a favore di decine di migliaia di utenti siano essi adulti, minori, famiglie, disabili o anziani. In termini di risorse si parla di quasi 90 milioni all’anno dei servizi assegnati da Provincia e Comunità di Valle e gestiti dal Terzo settore. Sono numeri da far tremare i polsi”.

Nel merito dei due atti le organizzazioni sindacali auspicano che la sperimentalità dichiarata dall’Esecutivo non rimanga uno specchietto per le allodole. “Oltre ai servizi da affidare sull’esterno il catalogo – ricordano i sindacalisti – stabilisce anche i requisiti organizzativi, livelli di professionalità e i contingenti di operatori sociali nei diversi settori e attività del sociale. Va verificata sul campo la bontà di questi parametri allo scopo di elevare gli attuali livelli di qualità e competenza. Se così non fosse si scaricherebbero sugli addetti e sugli utenti gli effetti di una riduzione delle prestazioni. Su questo fronte la Giunta deve prestare la massima attenzione: non potremmo accettare che si faccia cassa sui lavoratori o sulle persone più deboli”.

Per quanto riguarda le linee guida sugli affidamenti, i sindacati lanciano un allarme. “Per noi avvertono Grosselli, Bezzi e Tomasi – gli appalti debbono diventare residuali. Non sono infatti le gare a garantire qualità e innovazione. Ma se questi dovessero essere utilizzati, deve essere vincolante la sola offerta tecnica, escludendo ogni tipo di ribasso. La Giunta ha invece scelto uno strada diversa: il 10 percento dei punti di una gara potrà essere assegnato sulla base dell’offerta economica. La cosa non regge nel sociale”.

Un primo banco di prova saranno gli affidamenti per il servizio di assistenza domiciliare e consegna pasti alle persone anziane in Trentino impegna risorse delle Comunità di Valle stimabili in almeno 15 milioni di euro l’anno. “Si tratta – spiegano i sindacalisti – di appalti per lo più in proroga. Confidiamo che anche in questo campo si sappiano sperimentare modalità nuove di affidamento, puntando su coprogettazione e coprogrammazione. Solo così si garantisce davvero l’innovazione sociale e la tutela degli operatori dell’assistenza”.

Infine CGIL CISL UIL ricordano che la Provincia deve ancora stanziare almeno 5 milioni di euro per coprire gli incrementi di costo dei servizi socio-assistenziali legati agli aumenti salariali del rinnovo del contratto collettivo di lavoro delle cooperative sociali. “Sono passati già due mesi dal varo della legge di stabilità provinciale – incalzano Grosselli, Bezzi e Tomasi – e tutto tace. Quelle risorse debbono essere stanziate subito. Serve una variazione di bilancio immediata.”

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11 Feb
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Bonus bebè e nidi, la giunta destini alle famiglie gli 8 milioni di risparmi Cgil Cisl Uil: “Queste risorse devono servire per incentivare il lavoro femminile”

Bonus bebè e nidi, la giunta destini alle famiglie gli 8 milioni di risparmi Cgil Cisl Uil: “Queste risorse devono servire per incentivare il lavoro femminile”

Sono otto i milioni di euro che le casse provinciali risparmieranno sospendendo l’erogazione del bonus bebè per il primo anno di vita del bambino e lo sconto sulle rette degli asili nido. Entrambe le misure, infatti, verranno sostituite con gli analoghi provvedimenti dello Stato. Sono risparmi di spesa che, per Cgil Cisl Uil, devono restare vincolati al sostegno alle famiglie trentine. Lo ribadiscono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, mentre la IV Commissione provinciale esamina la proposta di delibera della Giunta provinciale sulla non compatibilità e non cumulabilità delle misure statali e provinciali. “Pretendiamo precisi impegni dalla giunta provinciale e dal presidente Fugatti. Gli otto milioni di euro risparmiati dovranno essere indirizzati al sostegno dell’occupazione delle donne, aumentando le deduzione per il reddito da lavoro femminile. In questo modo si mette in atto una strategia di medio-lungo termine che incentiva la nascita di nuove famiglie e l’allargamento di quelle attuali”.

Le tre confederazioni insistono anche sulla necessità di aprire un confronto di merito con l’Esecutivo, confronto che fino a questo momento sui temi del welfare familiare è stato del tutto assente. “Le nostre richieste sono cadute nel vuoto – incalzano i sindacalisti -. Evidentemente la giunta provinciale fino ad oggi ha preferito non misurarsi con chi rappresenta gli interessi di migliaia di lavoratori e lavoratrici, di pensionati e cittadini. Crediamo invece che è solo con un serio confronto che si possono costruire provvedimenti che siano realmente efficaci e vadano a vantaggio di tutta la collettività. Confidiamo che il prossimo 9 marzo quando il presidente Fugatti ha programmato il primo incontro con le organizzazioni sindacali dopo mesi, si possa realmente discutere di questi temi per dare una concreta risposta ai bisogni delle famiglie in Trentino. Fino a questo momento abbiamo visto o misure di corto respiro che hanno avuto solo il vantaggio di accontentare gli interessi di una parte o provvedimenti ampiamente pubblicizzati, ma poco concreti come con il bonus bebè e nido, ampiamente superati dagli interventi statali”. E’ ora che il presidente Fugatti superi questa logica solitaria e di parte e avvii una nuova fase di coinvolgimento per il bene della nostra comunità”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

 

Trento, 10 febbraio 2020

 

Scarica il pdf: 20200210_welfare familiare

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11 Feb
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Tra docenti e genitori conflitti crescenti in nome dei (sacri) figli

11 febbraio 2020 – Trentino

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