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LAVORIAMO PER AIUTARE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
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Raccolta fondi a favore delle donne vittime di violenza inserite nei percorsi di assistenza sul territorio.
I fondi saranno gestiti dal Centro AntiViolenza di Trento e dal progetto “La violenza non è un destino” per supportare le donne, dal punto di vista economico, nel loro percorso di emancipazione da chi le maltratta.
Puoi contribuire donando anche tu sul conto corrente:
IT10V0538701801000004003812
OGNI EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA
Lavoriamo per aiutare le donne vittime di violenza
Cgil Cisl Uil promuovono una raccolta fondi a partire dai luoghi di lavoro. Le somme raccolte saranno destinate al Centro AntiViolenza di Trento e al Progetto “La violenza non è un destino” di Famiglia Materna
L’indipendenza economica è uno strumento fondamentale per aiutare le donne ad uscire da una situazione di violenza. E’ con questa convinzione che Cgil Cisl Uil del Trentino, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, attivano una raccolta fondi a favore delle donne vittime di violenza inserite nei percorsi di assistenza sul territorio.
Le somme raccolte verranno destinate al Centro AntiViolenza di Trento e al progetto “La violenza non è un destino”, un Fondo gestito con Punto d’Approdo a cui possono accedere tutte le donne del territorio trentino, segnalate dalle strutture e associazioni che in Provincia assistono le vittime di violenza: Casa della Giovane di Trento, Casa Rifugio, Casa Padre Angelo, ALFID, Atas Onlus, Famiglia Materna.
L’obiettivo è supportare le donne dal punto di vista economico nel loro percorso di emancipazione dal maltrattante, dunque in spese quali la caparra di un nuovo appartamento, il cambio della serratura di casa, un contributo per l’acquisto di un mezzo di trasporto per recarsi al lavoro, il sostegno per le spese primarie per i figli in attesa dell’intervento istituzionale, ecc..
La raccolta fondi si rivolge in primo luogo a tutte le lavoratrici e i lavoratori, ma non esclusivamente a loro. Obiettivo del sindacato è coinvolgere il più ampio numero di persone partendo dai luoghi di lavoro. “I fatti di questi giorni, l’uccisione di Giulia Cecchettin, hanno sconvolto tutte e tutti noi – affermano Manuela Faggioni, Walter Alotti e Michele Bezzi -. Siamo però consapevoli che lo sconcerto, l’indignazione velocemente scemano. Crediamo, al contrario, sia fondamentale provare a fare qualcosa di concreto e tangibile per aiutare e sostenere le donne che vivono e subiscono situazioni di violenza, abusi, sopraffazione. Restiamo convinti come sosteniamo da anni che lo strumento più efficace resti l’investimento nell’educazione e ci attendiamo un segnale forte dalla Giunta provinciale. Allo stesso tempo crediamo che tutti noi siamo chiamati a fare qualcosa. Da qui la nostra iniziativa”.
“Promuovere questa iniziativa sui luoghi di lavoro è anche un modo per sensibilizzare sul tema lavoratrici, ma soprattutto lavoratori, che a loro volta sono molto spesso anche genitori che possono portare all’interno delle loro famiglie questo tema”, proseguono i sindacalisti.
Per contribuire alla raccolta fondi basta versare la somma desiderata sul conto corrente IT10V0538701801000004003812. La raccolta si concluderà a fine febbraio.
Tutte le informazioni sono sul sito: https://www.fondocontroviolenzasulledonne.it/
I sindacati puntano ad un accordo con i datori di lavoro per permettere la raccolta fondi tramite la trattenuta diretta in busta paga, con un versamento equivalente delle imprese. “Il coordinamento imprenditori ci ha assicurato sostegno all’iniziativa, ma in questa fase non ha appoggiato la richiesta di un sistema automatico di versamento attraverso le buste paga, diffuso e trasversale a tutti i luoghi di lavoro. Sicuramente per noi quella resta l’opzione migliore e più efficace per il buon risultato dell’iniziativa. Per questo ci attendiamo che le imprese tornino sui propri passi, visto che su tema di questa portata serve una fattiva collaborazione di tutti: il contrasto alla violenza contro le donne, in tutte le sue sfumature, è una questione che riguarda imprese e sindacati, donne e uomini, giovani e meno giovani”, insistono Cgil Cisl Uil. Del resto le donne vittime di violenza rientrano nella maggior parte dei casi tra le lavoratrici e, quindi, il contributo anche della parte datoriale sarà fondamentale sia per il raggiungimento di un soddisfacente risultato nella raccolta di fondi, che per una sensibilizzazione trasversale sul tema.
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Adesso basta! 8 ore di sciopero nazionale.
TRENTO | 17 E 24 NOVEMBRE 2023 | COMMISSARIATO DEL GOVERNO
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17 NOVEMBRE 2023
TRASPORTO PUBBLICO-LOGISTICA, SCUOLA-UNIVERSITÀ, PUBBLICO IMPIEGO
CORTEO
con partenza ore 9.30 da Piazza Fiera – Trento
La manifestazione si concluderà in Corso 3 Novembre con un
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24 NOVEMBRE 2023
TUTTI I SETTORI PRIVATI
CORTEO
con partenza alle 9.30 da Piazza Duomo – Trento
La manifestazione si concluderà con un
PRESIDIO
sotto il Commissariato del Governo in Corso 3 Novembre – Trento
Il 24 novembre ancora sciopero generale in Trentino
Venerdì si fermano lavoratrici e lavoratori di tutti i comparti privati. Corteo con partenza da via Verdi alle 9,30
Nuovo sciopero generale in Trentino venerdì 24 novembre. Dopo la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici dei settori pubblici ed essenziali saranno i dipendenti del settore privato, dall’agricoltura alla manifattura al terziario ad incrociare le braccia per otto ore o l’intero turno di lavoro.
Cgil e Uil danno appuntamento ai lavoratori e alle lavoratrici in via Verdi a Trento. Da lì alle 9,30 partirà un corteo che, passando per via Rosmini, via Travai e via Santa Croce, raggiungerà il commissariato del Governo, in corso Tre Novembre. La manifestazione si concluderà con l’intervento del segretario nazionale della Uiltucs Paolo Andreani.Per agevolare la partecipazione si stanno organizzando pullman in partanza da diverse zone del Trentino.
Al centro della protesta l’emergenza salariale che in Italia e in Trentino sta rendendo molto complicata la vita dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che da due anni subiscono l’aumento dell’inflazione. Nell’ultimo triennio i prezzi sono cresciuti del 15%, pesando soprattutto sui redditi fissi medio bassi. I lavoratori hanno perso così due mensilità in un anno. A peggiorare il quadro anche il mancato rinnovo dei contratti: in Italia 10 milioni di dipendenti del settore privato hanno i contratti scaduti da anni. E non basta la conferma del taglio del cuneo fiscale perché senza il rinnovo dei contratti di quei risparmi beneficiano le imprese e le buste paga non crescono né cresce il potere d’acquisto reale delle famiglie.
I sindacati puntano il dito anche contro la precarietà del lavoro, piaga che affligge soprattutto i giovani. Anche su questo invece che andare avanti si è tornati indietro con il ripristino dei voucher e i minori vincoli per i contratti a termine.
E ancora le pensioni su cui Palazzo Chigi vuole fare cassa, la riforma fiscale che penalizza i redditi più bassi, la riduzione della spesa su sanità pubblica, scuola, non autosufficienza.
Trento, 22 novembre 2023
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Discriminazione sul lavoro. In Trentino ridotta percezione del problema. Cgil Cisl Uil: non siamo un’isola felice, da noi più debole la sensibilità verso molestie e discriminazioni
In Trentino discriminazioni e minacce non sarebbero un problema per le lavoratrici e i lavoratori. Meno che in Alto Adige e in Tirolo. Almeno stando ai risultati dell’indagine sul clima lavorativo nell’Euregio, presentati stamane a Innsbruck e realizzata all’interno della European Working Condition Survey. Dallo studio emerge, infatti, che nella nostra provincia solo il 3% degli intervistati dichiara di avere subito minacce o maltrattamenti verbali nell’ultimo mese contro il 7% dell’Alto Adige e il 13% del Tirolo.
Una dinamica che si conferma anche riguardo alla discriminazione: nella nostra provincia appena il 3% delle lavoratrici e dei lavoratori non qualificati si dichiara vittima di discriminazioni sul luogo di lavoro, la percentuale sale al 4% nel caso degli addetti a servizi e commercio, al 6% tra i professionisti e si attesta al 3% tra di dirigenti. Dati decisamente più bassi di quelli registrati in Tirolo dove le percentuali sono rispettivamente del 24% tra i non qualificati, del 19% tra addetti a servizi e commercio, del 18% per i professionisti e del 14% tra i dirigenti.
Solo il 8% delle lavoratrici trentine intervistate dichiara di avere subito una discriminazione di genere, percentuale che scende alla metà tra gli uomini mentre in Tirolo si attesta al 15% per entrambi i generi.
La percentuale di quanti hanno subito attenzioni sessuali non richieste in Trentino è dell’1%, contro il 3% del Tirolo. In tutta l’analisi l’Alto Adige si colloca a metà strada tra gli altri due territori. “La fotografia fornita dall’indagine rimanda un’immagine positiva e migliore per il Trentino – fanno notare i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti oggi presenti ad Innsbruck -. Come hanno messo in luce gli stessi ricercatori, però, alla base di questo scarto nella percezione tra i tre territori c’è una diversa sensibilità legata ad una differenza culturale. Sarebbe bellissimo se in Trentino non esistesse il problema delle discriminazioni nei luoghi di lavoro, ma purtroppo sappiamo che non è così. Quel che certo è che in Tirolo c’è una maggiore facilità a far emergere queste situazioni anche perché le Camere del Lavoro dispongono di sportelli dedicati alla discriminazione e questi punti di riferimento aiutano le lavoratrici e i lavoratori a prendere coscienza e li sostengono. In Trentino, invece, andrebbe valorizzato e diffuso l’accesso ai servizi offerti dal Consigliere di parità con maggior raccordo con i centri per l’impiego. Ma per farlo serve aumentare il personale dedicato a questi temi e andrebbe valorizzata l’educazione culturale proprio per favorire la consapevolezza delle discriminazioni e degli strumenti per contrastarle. Una società in cui le discriminazioni vengono negate, riduce la capacità di migliorare il clima nei contesti occupazionali e di rendere più attrattivo il mondo del lavoro, in particolare verso la componente femminile, che è centrale per aumentare i tassi di partecipazione al mercato del lavoro”.
Cgil Cisl Uil hanno sottolineato dunque la validità dell’analisi comparata tra i tre mercati del lavoro e hanno ribadito la necessità che studi come quello promosso a livello europeo da Eurofound, diventino strutturali nel tempo all’interno dell’Euregio.
Trento, 20 novembre 2023





