Il T – 27 ottobre 2023

«Contratti territoriali e lavoro di qualità» I “suggerimenti” dei sindacati confederali alla nuova giunta Fugatti

Lavoro, ed emergenza salariale, giovani e precarietà, welfare. Sono queste per i sindacati confederali gli obiettivi a cui dovrebbe lavorare fin dal suo insediamento la nuova giunta provinciale. Tematiche che per certi versi (lavoro e welfare) coincidono con le richieste messe sul piatto anche dalle associaizoni di categoria imprenditoriali, e che Cgil, Cisl e Uil avevano ben specificato nella piattaforma unitaria discussa in assemblee pubbliche sul territorio durante il mese di settembre, allo scopo di portare l’attenzione della politica sui temi che toccano più da vicino la vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini.
Il merito, ma anche il metodo. Su questo i tre segretari generali non nascondono la speranza di un cambio di rotta. «Il Trentino ha davanti sfide enormi, per certi versi anche inedite come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la rivoluzione tecnologica – la premessa dei sindacati -. È irrealistico pensare di gestirle agendo da soli. Servono scelte condivise. Ripartire dal confronto vero, dal dialogo sociale è indispensabile se veramente si vuole traghettare la nostra comunità oltre questa complessa fase, rendendola più forte e coesa».
Il primo obiettivo a cui guardare sono i giovani. A loro va garantita la possibilità di costruire un futuro autonomo e coerente con i loro sogni, come sottolinea con convinzione Michele Bezzi. «Per prima cosa dobbiamo puntare su un lavoro stabile e di qualità – spiega il segretario della Cisl -. Quindi ridurre la precarietà occupazionale limitando tirocini e stage e offrendo ai ragazzi e alle ragazze contratti veri e retribuiti in modo corretto. Gli strumenti ci sono, penso all’apprendistato duale che va rafforzato anche estendendolo all’”alta formazione professionale” e ai futuri corsi di laurea professionalizzanti. Senza dimenticare che se i giovani hanno un lavoro e retribuzioni dignitose sono propensi anche a mettere su famiglia. Oggi i ragazzi e le ragazze trentine sono tra i meno pagati d’Italia e cercano, comprensibilmente, occasioni di realizzazione oltre i confini provinciali e regionali. Così si impoverisce la nostra terra». Altro nodo centrale per i sindacati è il welfare provinciale. A partire da sanità e misure di sostegno alle famiglie. «Rilanciamo l’urgenza di rafforzare la sanità pubblica per dare risposte al bisogno crescente di cure espresso dai cittadini e dalle cittadine – fa notare Walter Alotti della Uil -. La nuova giunta dovrebbe puntare su un piano di abbattimento delle liste d’attesa e parallelamente potenziare la medicina territoriale attraverso una rete di assistenza che integri le competenze di medici di base, infermieri di territorio e figure socio-assistenziali. Tutti obiettivi che non potranno trovare concretizzazione senza un investimento sul personale sanitario e socio-assistenziale. Oggi i professionisti anche in Trentino scappano dalla sanità pubblica».
Ci sono poi le tematiche riguardanti famiglia e casa, su cui i sindacati auspicano una svolta, rispetto alle politiche dei bonus. «Va rafforzato l’assegno unico provinciale adeguandolo all’inflazione e bisogna mettersi subito a lavoro per rispondere all’emergenza abitativa con la messa a disposizione di nuovi alloggi a canone sociale, la ristrutturazione di quelli chiusi e la reintroduzione del fondo di housing sociale per la realizzazione di alloggi a canone moderato a favore in particolare dei giovani».
Infine il tema lavoro, che in Trentino visto anche il ridotto tasso di disoccupazione si deve declinare, necessariamente per i sindacati, in chiave di qualità dell’occupazione. A cominciare dal tema salariale. «Oggi il 60% delle lavoratrici e dei lavoratori provinciali hanno un contratto scaduto. Questo vuol dire che le loro buste paghe sono bloccate da anni mentre il costo della vita è cresciuto di oltre il 10 per cento – spiega il segretario Cgil Andrea Grosselli -. Noi riteniamo importante sperimentare una strada innovativa che porti ad un accordo territoriale con aumenti per chi non ha contratti nazionali rinnovati ed è privo di contratti integrativi di secondo livello. Accanto a questo vanno incentivati i contratti stabili e il lavoro di qualità. Dunque regole chiare sugli appalti, incentivi selettivi per le aziende che investono nella stabilità lavorativa dei propri dipendenti, che puntano su transizione ecologica e innovazione, alzando la produttività e competitività del nostro sistema e dunque la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Il Trentino è stato un modello innovativo di politiche industriali e del lavoro. Crediamo che debba tornare ad esserlo. L’Autonomia deve essere la capacità di costruire risposte innovative per la nostra comunità, proiettandola ad un futuro di crescita e benessere diffuso».

Scarica il pdf: ADIGE giunta 271023