Il T – 03 aprile 2024

Cordata trentina a un passo da Hde

 

L’esclusiva non è ancora arrivata sul tavolo degli investitori intenzionati a mettere la firma sulla gestione delle centrali idroelettriche di Hydro Dolomiti Energia. Ma l’indiscrezione di Milano Finanza , secondo cui il fondo svizzero Eip si sarebbe ritirato dalla gara per l’acquisizione del 40% della società messo in vendita da Macquarie, dà slancio al consorzio trentino- internazionale, l’unico rimasto in gara. La cordata formata da Equitix (il fondo britannico già azionista al 5% di Dolomiti Energia Holding), Tages, La Finanziaria Trentina e Fondazione Caritro (azionisti
anche gli ultimi due) potrebbe quindi presto trovarsi in finale. Un ulteriore passo avanti per il consorzio, che già nelle scorse settimane era stato ammesso a una sorta di pre-due diligence. Il passaggio aveva portato fuori dalla scena l’americana Sixth Street. Si era così venuto a creare un testa a testa con Energy Infrastructure Partners (Eip), che ora fa un passo indietro. La corsa per la cordata trentina è ora solitaria. La conferma della trattativa in esclusiva potrebbe arrivare agli investitori locali già nelle prossime ore.
L’ultimo anno
La notizia della messa in vendita del 40% di Hde risale a fine dicembre 2022. Il fondo australiano si è mosso assistito dagli advisor Rothschild ed Equita per trovare un acquirente per le quote che aveva acquistato nel 2015 da Enel per circa 350 milioni di euro (il valore oggi dovrebbe aggirarsi intorno ai 400 milioni). La manifestazione d’interesse non vincolante presentata dal consorzio trentino-internazionale risale al luglio 2023. Nel frattempo è passato quasi un anno.
La gara per arrivare a gestire parte della società in capo alla multiutility trentina che gestisce 22 centrali idroelettriche e 5 impianti mini idro con una potenza installata di 1,3 gigawatt e una produzione annua di 3 miliardi di chilowattora di elettricità è entrata nel vivo a ottobre. In gioco, oltre al consorzio trentino- internazionale, c’erano anche Energy Infrastructure Partners (Eip), il gestore di fondi elvetico specializzato in infrastrutture energetiche, e il fondo di private equity americano Sixth Street, che di recente si è affacciato sul panorama energetico italiano.
Pre due diligence
Veniamo poi agli ultimi passaggi. A febbraio, Macquarie ha fatto lo screening delle offerte non vincolanti ricevute per l’acquisizione. Anziché selezionare una delle proposte e dare il via alla fase di due diligence, ha ammesso due dei soggetti in gara (Eip e la cordata con Equitix, Tages, Lft e Caritro) a un’ulteriore fase intermedia. Una sorta di pre- due diligence.
Il ritiro di Eip
La notizia che Eip si sarebbe sfilata, avvicina la cordata trentina alla finale. Spetta ora a Macquarie scegliere di trattare singolarmente con il consorzio, che in questa fase dovrebbe preparare un’offerta vincolante. La cordata potrebbe anche decidere di allargare il campo ad altri investitori istituzionali e imprenditori trentini. Dolomiti Energia, essendo il socio di maggioranza di Hde col 60% del capitale, avrebbe il diritto di prelazione ma finora ha detto di non volerlo esercitare.
Granella e i sindacati
In questo contesto, il gruppo Dolomiti Energia si prepara a una piccola rivoluzione al vertice. Per prima cosa, l’arrivo del nuovo direttore generale e amministratore delegato Stefano Granella, manager esperto del settore energetico, ex A2A. Una delle sue prime mosse è la convocazione dei sindacati, attesi in via Fersina venerdì 19 aprile. «Una scelta che abbiamo apprezzato», commenta Alan Tancredi (Uiltec). Sul tavolo tematiche strategiche e di indirizzo, dal business delle centrali alle concessioni in scadenza. L’auspicio dei sindacati è che il management «sia in grado di dare a Dolomiti Energia il respiro di una multiutility che vuole fare sinergia con le parti sociali e crescere». Sulla presidenza, invece, i sindacati parlano di un’impronta «diversa e collaborativa» di Arlanch, che ha inciso «positivamente con le azioni intraprese verso i dipendenti» (il riferimento è alla trasformazione del contratto di 220 lavoratori, che ha portato a migliorie). «Infine, serve avviare sperimentazioni sul luogo di lavoro – chiosa Tancredi – Confidiamo che si inizi a parlare di orario di lavoro e settimana corta. Si avvii questo progetto coinvolgendo gli addetti e le addette su base volontaria».

 

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