Corriere del Trentino, Il T – 28 ottobre 2023

Edilizia, un corso dedicato ai migranti per diventare muratori

 

Due settimane intense, passate negli spazi laboriali di Centrofor a Trento a impare il mestiere del muratore. Quattordici giorni trascorsi a fare gettate, a «tirar su muri» e a sistemarli, ma anche a imparare le norme fondamentali per stare in sicurezza all’interno di un cantiere. Questo il senso del progetto promosso a livello locale dal Commissariato del governo e da Centrofor (ente bilaterale di Ance, Artigiani e Fillea-Cgil, Filca- Cisl e Feneal-Uil) concretizzando il protocollo d’intesa siglato a livello nazionale dalle sigle sindacali con il Ministero del lavoro e il Ministero dell’interno. Scopo dell’iniziativa avvicinare richiedenti e titolari di protezione internazionale al mondo del lavoro edile. Tredici i richiedenti che hanno preso parte all’iniziativa, in gran parte provenienti dalla residenza Fersina e seguiti dalla cooperativa Kaleidoscopio. Ragazzi che hanno tra i 20 e i 40 anni e che si sono dedicati con tanto impegno e determinazione ad apprendere il mestiere. Lo confermano i due insegnanti del corso, i fratelli Mauro e Luca Battisti. «Sono stati davvero bravi, si sono impegnati molto. Hanno dimostrato grande voglia di imparare. Oltre alla tecnica è stato importante insegnare loro anche il nome degli attrezzi e dei materiali in modo che quando un domani saranno in cantiere sapranno capirsi con il caposquadra. In un mondo in cui abbiamo sempre più bisogno di lavoratori, loro ci hanno ripetuto più volte la voglia e il bisogno di lavorare». Quello della lingua è un bisogno che hanno sottolineato anche i rappresentanti di Ance, Artigiani e sindacati nel corso di una conferenza stampa, a ricordare quanto sia un veicolo fondamentale di integrazione. Concluso il corso ora questi giovani sperano di poter trasportare quanto appreso in un cantiere vero e proprio. Alcuni di loro sono già stati contattati da aziende edili per cominciare in cantiere. Si tratta di un’opportunità che può cambiare la vita a chi è arrivato nel nostro paese senza nulla in cerca di un destino migliore. Lo sanno bene Hammed e Zadabakht, due ragazzi rispettivamente di 30 e 40 anni arrivati dalla Nigeria e dal Pakistan. «Facevo già questo lavoro in Nigeria ma gli strumenti e le tecniche sono un po’ diverse – dice Hammed – Il mio sogno ora è quello di cogliere questa opportunità e iniziare a lavorare come dipendente per mantenere mia moglie e i miei figli che sono qui con me. Poi vorrei aprire la mia impresa un giorno». «Ho passato 7 mesi a montare i palchi – racconta Zadabakht – Se dio vuole ora comincerò questo lavoro e se andrà tutto bene più avanti potrò far venire mia moglie e le mie figlie». Anche gli istruttori si augurano che questo corso si possa ripetere presto. «Noi ci siamo trovati davvero bene – dicono Mauro e Luca Battisti – È stato un bell’incontro, istruttivo anche per noi. Se questa cosa va a buon termine sarebbe bello continuare a fare questi corsi». Una conferma che questa sia la strada da seguire arriva dal presidente di Ance del Trentino Andrea Basso. «Questo è un progetto che fa il bene del nostro settore e il bene di queste persone, perché fa anche integrazione. E come trentini ogni volta che possiamo fare il bene della comunità dobbiamo farlo».

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