Il T – 29 marzo 2024

Gdo, salta il tavolo sul contratto. Oltre 500 addetti in sciopero

 

Cinquecento lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione domani incroceranno le braccia in Trentino dopo la rottura del tavolo di confronto con Federdistribuzione per il rinnovo del contratto nazionale della Distribuzione moderna organizzata (Dmo), atteso da 51 mesi. Lo sciopero nazionale indetto da Filcams, Fisascat e Uiltucs interessa addetti e addette di una marea di imprese: Aspiag, Lidl, Pam, Acqua e Sapone, Douglas, Kiko, Obi, Ovs, Dm, Kasanova, Prix, Max&Co, MaxMara, Conbipel, Penny, Arcaplanet, Brico Center, Metro. Dal canto suo le imprese di Federdistribuzione ribadiscono «il rammarico per la rottura unilaterale».
Le trattative sul contratto sono state interrotte di fronte all’atteggiamento di Federdistribuzione che, dicono i sindacati, ha messo sul tavolo «svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con contratto collettivo nazionale di lavoro e che le lavoratrici ed i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni». L’accordo per il terziario, distribuzione e servizi è stato raggiunto settimana scorsa. Federdistribuzione fa ostruzionismo sul rinnovo del contratto nazionale. Era già successo nella precedente tornata. All’epoca, la firma arrivò con 45 mesi di ritardo rispetto alla sottoscrizione del Ccnl di Confcommercio. «L’atteggiamento di Federdistribuzione è inaccettabile perché danneggia pesantemente le lavoratrici e i lavoratori», sottolineano i segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti. Anche perché i ritardi in passato si sono tradotti in «una perdita secca per le lavoratrici e i lavoratori, nell’ordine di svariate migliaia di euro e in termini di minor massa salariale percepita nell’arco della vigenza contrattuale rispetto ai loro colleghi» dello stesso settore, denunciano le organizzazioni sindacali a livello nazionale. Per le organizzazioni sindacali negli anni Federdistribuzione «ha portato all’introduzione di
una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi; l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi; la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori». Inoltre non è stata data nessuna disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema «Appalti e terziarizzazioni» e «franchising».
Per tutta risposta, le imprese affermano di aver dato disponibilità a riconoscere gli aumenti salariali richiesti, «avendo sempre messo al primo punto l’importanza di tutelare i lavoratori insieme alla necessaria sostenibilità per le imprese». «Malgrado il rifiuto delle organizzazioni sindacali di rinnovare il Ccnl, le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno quindi deciso di riconoscere ai propri lavoratori un aumento di 70 euro lordi (riparametrati al quarto livello) a decorrere dal prossimo mese di aprile a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, mantenendo l’auspicio che le organizzazioni sindacali possano tornare quanto prima al tavolo negoziale con l’obiettivo comune di giungere al rinnovo contrattuale», chiude la nota.

 

Scarica il pdf: IL T sciopero 290324